In piena coerenza con ciò che Roberto Pesce e noi tutti della squadra sosteniamo durante i corsi in merito all’importanza di investire sulla propria formazione, ai primi di marzo con l’intero Team Smartmoney abbiamo partecipato alla Trading Expo di New York.
Per un trader questo viaggio può essere paragonato ad una sorta di pellegrinaggio nel “sancta sanctorum” delle proprie passioni: assistere in diretta all’apertura del Nasdaq attraverso un mega schermo a Times Square, perdere lo sguardo sulle quotazioni dei titoli che scorrono velocemente nei display, soddisfare la quasi fanciullesca curiosità di vedere dove vanno a finire i “click” degli ordini di Borsa e, soprattutto, avere la profonda consapevolezza di essere nel cuore pulsante della finanza e dell’economia mondiale, suscita senza dubbio emozioni elettrizzanti.
La Trading Expo si è svolta in una cornice di assoluto riguardo presso l’esclusivo Hotel Marriot Marquis di Times Square nel centro esatto di Manhattan in cui anche noi (per bontà aziendale ^_^) abbiamo alloggiato.
Oltre ai vari stand di librerie specializzate e broker che promuovevano piattaforme di ultima generazione, la parte più interessante della fiera sono stati sicuramente i numerosi seminari da cui abbiamo cercato di assorbire il più possibile sparpagliandoci in modo da coprire tutti i contenuti più interessanti e massimizzare tempo e risorse.
Tra tutti i relatori spiccava sicuramente il nome di John Bollinger, colui che ha introdotto nel mondo dell’analisi tecnica le omonime “Bande di Bollinger” ossia un’ indicatore grafico utilizzato per segnalare quando un titolo (o altro strumento finanziario tradabile) mostri delle condizioni matematico-statistiche interessanti per acquistarlo oppure per shortarlo scommettendo sulla sua discesa di prezzo.
Personalmente ho avuto il piacere di assistere a seminari riguardanti: trend, utilizzo dell’indicatore RSI (Relative Strength Index), ETF, nuove strategie di entrata e gestione titoli per operare con diversi orizzonti temporali da quelli a cadenza settimanale (core trading) fino ai più stretti in intraday.
Rispetto quanto appreso, ho potuto rilevare tre elementi didattici comuni ai vari formatori che, con soddisfazione, confermano la strategia di fondo e l’approccio operativo del Team Smartmoney:
1. La semplificazione del “tavolo di lavoro”. Nessuno dei relatori ha usato più di tre indicatori (oscillatori) nelle proprie strategie operative. Addirittura uno speaker ha riferito che l’abbondanza di indicatori in un grafico – che può capitare diano previsioni di trend contrastanti tra loro – servirebbe, in caso di perdita, solamente ad alleggerire la coscienza del trader e non a evidenziarne lo sbaglio umano che legittimamente può verificarsi. Indubbiamente un’affermazione forte, ma che talvolta ha un riscontro reale.
2. Attendere segnali di conferma prima di operare. Anche in questo caso, nessun trainer ha ostentato la presunzione di vedere più avanti degli altri per entrare in un trade, anticipando il movimento del mercato. Contrariamente, hanno tutti riferito di attendere più di un elemento oggettivo che confermasse e convergesse sulla loro “idea di operatività” riservando pochissimo spazio alla percezione soggettiva nonostante questa sia supportata da anni di esperienza.
3. Focus sulle perdite. A mio avviso, se c’è stato un mantra in questa Trading Expo newyorkese, è stata la costante attenzione alla tutela del capitale. Per quanto sia intuitivo comprendere l’importanza di predeterminare la parte di capitale messa potenzialmente a rischio in un’operazione di trading, è altrettanto vero che questo importante fattore viene diverse volte trascurato.
Normalmente il mancato rispetto di questa pietra angolare del trading avviene per tre ragioni:
- attenzione esclusiva alla componente guadagno
- spasmodica fretta di recuperare una perdita
- mancata conoscenza delle regole di posizionamento e gestione del denaro in ambito trading.
Questi tre elementi sono spesso frequenti nel modo di operare del trader inesperto, colui che, completamente a digiuno in materia, vuol realizzare in fretta un lauto guadagno, magari dopo aver perso molti soldi.
Il primo segreto per rompere l’incantesimo di questo vortice è: fermarsi!
Per far fronte ai punti a) e b) – sopra elencati – potrebbe risultare utile tornare indietro nel trading analizzando le singole operazioni fino ad incontrare “il passaggio dolente” in cui è venuto meno il rispetto della regola, quindi analizzarne il motivo, annotarlo e riprendere la situazione del proprio portafoglio come se fosse comparso davanti agli occhi in quel momento.
A quel punto, con maggiore consapevolezza didattica, si possono determinare e fissare concretamente gli ordini sui livelli di guadagno (take profit) e di eventuale uscita in perdita (stop loss).
Per quanto concerne il punto c) riguardo l’apprendimento della tecnica, la soluzione è molto più immediata, si tratta semplicemente di accrescere le proprie competenze e metterle in pratica.
A tal proposito non posso che raccomandare ai tantissimi allievi che in questi ultimi anni hanno appreso con noi le indispensabili basi del trading la partecipazione alla prossima edizione della COACHING TRADING ACADEMY in partenza via web il [workshop_when what=”494″ color=”black”] per quanto riguarda la parte di contenuti di gruppo e alcuni giorni prima per quanto concerne il coaching one-to-one che, accompagnando ogni allievo per oltre due mesi e supportandolo nella sua operatività individuale, permette di accelerare tantissimo la curva di crescita superando l’inevitabile gap tra il sapere teorico ed il saper fare.
Cercheremo nelle prossime settimane di pubblicare altri articoli relativi alla nostra avventura americana ritenendo che questa esperienza formativa possa essere un valore da condividere con chi ci segue ed è appassionato di trading.
Permettendomi infine un inciso personale mi piace comunicare come questi giorni negli USA siano stati anche e soprattutto una meravigliosa esperienza di amicizia, divertimento e crescita personale di cui voglio ringraziare pubblicamente Roberto Pesce e Massimo Golfarelli visto che sono stati loro che hanno pensato e permesso tutto questo. Grazie infinite, amici!
Se hai domande in merito all’articolo, alla Trading Expo o alla New York finanziaria in generale, ti invito a scrivere nello spazio dei commenti in calce al post e sarà mio piacere rispondere.
Se invece vuoi buttare un occhio leggero e divertito sulla nostra avventura, sulla New York mondana e sulla scorribanda a Las Vegas, sul profilo Facebook di Roberto Pesce o sul suo account Twitter (su cui sta tra l’altro pubblicando molto materiale interessante per cui ti invito a seguirlo senza indugio) potrai trovarvi foto e video divertentissimi archiviate sotto l’hashtag #SmartmoneyUSA.
Alla prossima, buon trading!
Enrico Vigo
10 anni fa
Ciao Enrico,
colgo dal tuo ottimo articolo l’importanza data alla componente umana e psicologica del trading.
L’avidità e il desiderio di rivalsa nei confronti del mercato sono i veri nemici del trader.
Una volta compiuto il giusto percorso formativo ( e come vostro allievo non posso che consigliare l’eccellente scuola del team Smartmoney), come credi sia opportuno coltivare la costanza la disciplina e soprattutto l’autocontrollo necessari per poter essere profittevoli nel medio e lungo termine ?
Arduino
10 anni fa
Ciao Arduino, innanzi tutto, grazie per i complimenti. Nel trading un’efficiente gestione del fattore umano diventa fondamentale per ottenere successo in modo duraturo nel tempo e consistente nei profitti. Rispetto la tua domanda, su come coltivare la costanza, la disciplina e l’autocontrollo…ti risponderei “semplicemente”, coltivando la costanza, cioé avere una routine nel fare trading, con tempi e modi adeguati allo stile di vita che si vuole condurre; attuando la disciplina, cioè applicare fedelmente quanto appreso, senza lasciare spazio alla creatività, se non altro in una prima fase in cui bisogna “farsi le ossa”; educando l’autocontrollo, affrontando con la massima serenità e spirito di apprendimento l’arrivo degli stop loss…ricordarlo soprattutto quando il titolo (il cross, ETF, future, etc) dopo che ci ha fatto incassare la perdita, riprenderà il movimento nella direzione in cui si stava operando; educando l’autocontrollo, significa che, salvo colpi di fortuna o notizie di primissima mano ( nel caso ci fosse qualche cugino di Mario Draghi) non si riuscirà mai a comprare al prezzo più basso e rivendere al prezzo più alto, quindi nessun rimpianto/rimorso.
Non è semplice, ma questa è un’ottima via per il successo!
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