Nel corso dell’estate, mentre il nostro Blog si riposava in cerca di ispirazioni, ho continuato a ricevere le vostre mail. A qualcuno ho risposto subito, ad altri rispondo con i miei articoli. In quello di oggi vorrei darti tutti gli strumenti pratici per capire, valutare e mi auguro attivare, un PAC, ovvero un piano di accumulo di capitale.
Il PAC è uno strumento tanto usato ma di cui, non sempre, si capiscono davvero potenzialità e limiti.
Conoscere i vantaggi e i punti di attenzione può fare la differenza tra guadagnare e perdere.
Che cos’è un PAC
Per PAC o Piano di Accumulo di Capitale si intende una modalità di investimento che può essere attivata sia su un fondo comune, che su un ETF. Possiamo definirlo un programma di versamenti costanti e che avvengono in automatico.
Nella pratica tu decidi di “metter via”, accantonare, investire, ad esempio 100€ tutti i mesi per costruire nel tempo (di solito almeno 60 mesi) un capitale che in teoria dovrebbe anche maturare interessi.
Nella logica di costruzione della propria libertà finanziaria, così come viene presentata a INTELLIGENZA FINANZIARIA, il PAC è un primo passo concreto.
Vediamo perché.
PAC tutti i vantaggi
Tra tutte le modalità di investimento quella del PAC presenta tanti vantaggi pratici.
- È automatico: questo significa che non ti devi preoccupare mese dopo mese di andare in banca o collegarti al tuo home banking per investire la cifra che hai deciso di accantonare. Il prelevamento avviene automaticamente dal tuo conto corrente alla data che tu hai stabilito. Può essere, ad esempio, subito dopo aver incassato lo stipendio. Questo è anche un ottimo metodo per applicare la regola del prima paga te stesso mettendo sempre da parte almeno il 10% del tuo guadagno netto.
- Non richiede tempo per essere gestito. Una volta attivato il piano prosegue da solo anche se il mio consiglio è quello di verificare periodicamente come vanno le cose. Investire comporta sempre un certo grado di responsabilità sia nella scelta, sia in fase di verifica.
- Puoi attivarlo con cifre piccolissime, a partire da 50€ al mese. Non c’è bisogno quindi aspettare di avere un capitale per iniziare a investire. Un piccolo passo è sempre più che nessun passo.
- Il PAC è uno strumento molto elastico: si può sospendere, modificare o disinvestire in qualsiasi momento. In caso di necessità puoi rientrare in possesso dei tuoi soldi in pochi giorni. Certo è meglio valutare prima se ti convenga o meno farlo, ma di questo parleremo.
- Infine un aspetto spesso dimenticato ma che è determinante quando si parla di soldi è che il PAC elimina l’emotività dell’investimento. Il piano procede comunque senza la nostra interferenza, i nostri dubbi o la nostra avidità. Il giorno stabilito, il piano procede all’acquisto senza chiedersi se sia il momento giusto oppure no. Lavorando in un’ottica di lungo termine questa strategia è vincente, sia in momenti di rialzo che di ribasso dei prezzi. Durante INTELLIGENZA FINANZIARIA si approfondisce con esempi molto chiari questo punto.
PAC punti di attenzione
Attivare un PAC è semplice. Basta andare in Banca, parlare con il consulente, farti consigliare cosa comprare, attivarlo e poi…dimenticartene.
Mese dopo mese, a volte anno dopo anno, vedi prelevare la somma stabilita dal conto e immagini il tuo gruzzolo crescere. Poi, in un giorno di ferie, di solito nel periodo natalizio, torni in Banca, controlli la tua posizione e ti accorgi che la cifra che appare sullo schermo è più bassa della somma dei versamenti fatti. E ti chiedi come sia possibile.
Se hai deciso di investire 100€ per 60 mesi, ti aspetti di avere dopo cinque anni almeno 6000€ più gli interessi, giusto? Perché a volte questo non succede?
La risposta più ovvia è: dipende da che cosa compri.
Il PAC è solo una modalità che si può attivare su un fondo comune o su un ETF. Ma sia i fondi, che gli etf, si dividono in tipologie e settori più o meno rischiosi e devi ben chiaro in cosa stai investendo.
Dalla liquidità, all’obbligazionario passando per l’azionario fino agli indici, puoi decidere dove investire i tuoi 100 o più Euro al mese.
Mi è capitato innumerevoli volte di sentirmi dire: “ho un PAC, perché non guadagno?” e alla domanda: “in che cosa investe esattamente il tuo PAC?” vedere sguardi persi e rispondere: “non lo so, me l’ha consigliato la Banca”.
Le tre cose che devi fare per qualsiasi investimento, PAC compreso, sono:
- Prenderti la responsabilità di capire cosa stai acquistando
- Decidere quale grado di rischio sei disposto ad accettare
-
Sapere quale sia il tuo orizzonte temporale, ovvero per quanto tempo puoi mantenere il tuo investimento. In altre parole: quando ti serviranno quei soldi?
Nel caso di un PAC, per avere maggiori probabilità di guadagno, è meglio avere un orizzonte temporale abbastanza lungo, almeno 7/8 anni. Gli acquisti avvengono mese dopo mese e a prezzi diversi e quindi, solo con un periodo abbastanza, lungo puoi beneficiare dei cicli del mercato. Questo soprattutto se investi nel mercato azionario.
Se invece pensi che i soldi accantonati ti potrebbero servire nel giro di 2/3 anni è meglio scegliere settori a basso rischio: liquidità o obbligazionari, preferendo un ETF al tradizionale fondo comune.
Questo perché le commissioni di gestione dei fondi comuni sono maggiori di quelle degli ETF e in caso di investimento in titoli a basso rischio e basso rendimento, i costi finiscono per rendere negativo il risultato.
Per chiarire meglio il concetto, se da un fondo o un ETF obbligazionario mi aspetto un rendimento annuo dell’1,50%, pagare l’1,80% di commissioni annue (come succede con un fondo comune) o pagare lo 0,18% con un ETF, fa una grande differenza.
Ed è per questo che pur in presenza di un PAC su un comparto non rischioso, in una mattina di dicembre ti ritrovi meno soldi di quelli che hai versato.
Ricorda che il consulente che ti consiglia l’investimento in Banca, non può proporti altro che fondi comuni perché ha solo quelli a disposizione, ma tu puoi decidere di agire in autonomia e fare in modo che quelle commissioni restino in tasca a te.
Spero di averti dato spunti utili e aver risposto a parte delle domande che sono arrivate. Ti invito a continuare a chiedere chiarimenti, curiosità o informazioni.
Al PAC, e a tutte le altre forme per investire in modo profittevole, è dedicata un’ampia sezione ricca di esempi pratici durante INTELLIGENZA FINANZIARIA, se hai voglia di investire tre giorni per la tua formazione ti aspetto al prossimo corso.
Giorgia Ferrari
6 anni fa
Buongiorno Giorgia!
Dopo intelligenza finanziaria di novembre scorso non ho perso tempo!
Da gennaio il mio PAC è partito ma non da solo!
L’idea di lasciarlo automatico non mi è mai piaciuta molto soprattutto dopo che ho acquisito determinate nozioni (ipercomprato, hammer ecc) pertanto io faccio così:
Il 22 di ogni mese compro dall’app la mia quota ma se, guardando il grafico, noto che c’è un segnale che possa scendere nel breve/brevissimo aspetto TASSATIVAMENTE massimo 7 giorni e poi compro.
Per ora ha funzionato, cambia pochissimo, è vero! però sfrutto questa opportunità per studiare i vari movimenti dei grafici 🙂
E per ora posso confermare che sono in guadagno 😀
Aspetto fiducioso di drogarlo e spero che in quell’occasione le mie emozioni non mi tradiscano :/
Per intanto ti auguro una buona vita!
6 anni fa
Buongiorno, io credo che il Pac sia davvero una cosa utilissima x il nostro futuro e ringrazio ancora Roberto per avermelo fatto scoprire un paio di anni fa. Però credo che in Italia siamo abbastanza penalizzati, pagare 3 euro di commissioni al mese su un versamento di 100 euro è una follia… parlo di Fineco e del suo servizio Etf replay, ora non so, esistono in Italia altre banche online che offrono l’acquisto di Etf con commissioni inferiori?
6 anni fa
Ciao Luca,
in effetti la commissione di 3€ sui 100€ di versamento è un po’ penalizzante.
Fineco applica una commissione fissa indipendentemente dall’importo che versi e che non conosco condizioni migliori di altre banche on line.
Se nel tempo riuscissi a incrementare un po’ l’importo del tuo PAC abbasseresti l’incidenza dei costi.
Buona giornata.
6 anni fa
buongiorno quando si inizia un PAC è meglio continuare a versare anche (soprattutto) quando il mercato scende …… o mi sbaglio…..grazie
6 anni fa
Ciao Marco,
non ti sbagli. Il PAC va mantenuto o anche “drogato” come si suol dire proprio quando i prezzi sono in calo perché a parità di somma investita compri più quote e nel momento in cui il prezzo ricomincia a salire il guadagno assoluto è maggiore.
Immagina che un mese con 10€ compri 10 mele al prezzo di 1€. Se le mele scendono a 0,50€ il mese dopo con i tuoi 10€ compri 20 mele.
Quando il prezzo tornerà a 1€ o a 1,50€ tu avrai in tutto 30 mele e non solo le 20 che avresti se il prezzo fosse stabile.
È più memorabile così?
6 anni fa
Buongiorno Luca,
un consiglio che do molto spesso, e che mi sento di avanzare anche a te, è quello di diradare i versamenti. Investire 100 euro al mese o 200 ogni due mesi, non cambia praticamente nulla in termini di mediazione dei prezzi (sempre che l’orizzonte temporale sia congruo, come dovrebbe essere), ma dimezza letteralmente le commissioni.
Relativamente al peso delle commissioni, ci sono banche che applicano condizioni migliori, ma magari non hanno la funzione pac automatico su Etf. Se tuttavia te la senti di farlo manualmente, e riesci a rimanere lucido e investire il tal giorno indipendentemente dalla fase di mercato, allora puoi trovare soluzioni che consentono di investire senza commissioni minima, ma solo con una percentuale. Nel tuo caso quindi potresti pagare 20/30 centesimi. per maggiori specifiche puoi scrivere una mail a Giorgia. ciao e grazie di seguirci.
6 anni fa
Il Pac è un grandissimo strumento di risparmio su cui aggiungo una ulteriore strategia:
A) farlo a più lungo termine possibile (tanti può essere interrotto in qualsiasi momento)
B) quando si guadagna un 10% si può uscire con tutto e ripartire da zero. Statisticamente, se fare una simulazione, nel tempo si ottengono migliori risultati.
6 anni fa
Ciao Rossano,
ti ringrazio per il tuo commento.
Ho dovuto in parte censurarlo perché, come puoi ben capire, non è molto corretto farsi pubblicità su un sito altrui.
Così come scrivo a te, ho risposto anche a tanti altri.
Nulla ci impedisce di analizzare il tuo servizio o i tuoi suggerimenti e, se li riteniamo utili, professionali ed eticamente corretti, farli conoscere anche ai nostri lettori, ma per correttezza è giusto che tu come tutti gli altri ce lo chiediate prima.
Ti auguro una splendida giornata.
6 anni fa
a vendere dopo un guadagno del 10% pero’ si pagano le TAsse. Ha ugualmente senso ? un conto è se si vuole spostare la strategia altrove, per motivi vari . ma senza queste necessita’ ah senso vendere, pagare tasse e rientrare?
6 anni fa
Ciao Monica,
un vecchio detto dice “vendi guadagna e pentiti” ma vale soprattutto per chi fa trading.
Il senso è “se guadagni non starci a pensare e porta a casa quello che hai realizzato”, ma qui non stiamo parlando di trading.
Qui stiamo parlando di un PAC che nasce invece con una visione di lungo termine (8/10 anni) e che, seppur in guadagno, non ha molto senso vendere (tasse o non tasse) se non hai necessità o alternative di investimento più redditizie.
Buona giornata,
Giorgia
6 anni fa
A parte la automaticita’ dell’investimento ,scevro da emozioni e ripensamenti, c’e’ altra differenza fra PAC e gestione manuale autonoma con acquisti mensili programmati? grazie!
6 anni fa
Ciao Monica,
una differenza da valutare è quella relativa ai costi dell’operazione.
Verifica le commissioni che ti applica la tua banca sia in caso di acquisto automatico che nel caso di acquisto manuale, poi fai il confronto.
In particolare valuta se la banca ti applica costi fissi o commissioni in percentuale sull’importo investito. I costi fissi incidono parecchio sulle piccole cifre perciò in quel caso può essere preferibile una gestione manuale meno frequente, se applica invece commissioni in percentuale le due strategie si equivalgono.
Un’altro aspetto da considerare è la gestione del pac in caso di ribasso dei prezzi.
Quando si creano le condizioni per “drogare” il tuo pac la gestione manuale ti dà più possibilità di manovra.
Nella strategia automatizzata invece, se non intervieni per tempo a variare il piano, devi procedere manualmente a fare un acquisto aggiuntivo e di conseguenza rischi di duplicare le commissioni (se fisse).
Detto questo il prelievo automatico resta a mio avviso la forma migliore, come dici tu per evitare indecisioni, ripensamenti e “costringerci” a pagare prima di tutto noi stessi.
Mi auguro di averti risposto, buona giornata
Giorgia
6 anni fa
Ciao Giorgia,
mi chiedevo, essendo “ignorante nel campo” ed avendo 22 anni, come poter iniziare un piano PAC, se consigliato farlo in banca, online con i vari servizi che lo offrono ecc.. non ho capito poi la differenza tra farlo in “automatico” o “manualmente”
Grazie mille!
6 anni fa
Ciao Andrea,
sono felice tu abbia deciso di iniziare ora che sei così giovane.
Per fare un pac devi innanzitutto avere un conto.
Se non ce l’hai il mio consiglio è aprirlo on line perché è più economico. Quello di Fineco ad esempio è gratuito.
Una volta aperto il conto devi depositare la somma che vuoi investire per attivare il pac. Possono essere anche 50€/100€ al mese.
In automatico significa che la banca ogni mese, a una determinata scadenza, compra per te la cifra che tu hai deciso di investire.
Manualmente significa che tu devi ricordarti ogni mese di effettuare l’acquisto della somma stabilita.
Cosa comprare devi deciderlo tu scegliendo fra vari etf (più economici dei fondi). Se non sai quale etf scegliere dai un’occhiata ad altri articoli del Blog per farti un’idea più ampia, oppure scrivimi.
Se hai possibilità ti consiglio anche di iscriverti al prossimo corso di Intelligenza Finanziaria dove puoi approfondire tutte le nozioni di base che ti servono e capire esattamente le possibilità che offre il mercato.
A presto,
Giorgia