I titoli dei giornali si riempiono di nuovo di parole come PIL, crisi e preoccupazione.
Sembra quasi di fare un salto indietro nel tempo e inizia a serpeggiare un leggero stato d’ansia che forse non è mai passato.
L’economia tiene banco, domina le decisioni e le indecisioni degli Stati, condiziona le emozioni, i comportamenti sociali e la vita di ognuno di noi nonostante la consapevolezza che la vera ricchezza sia altro.
Un celebre discorso di Robert Kennedy già nel 1968 ci ricorda cosa sia la vera ricchezza nella vita di un individuo e di un paese: nulla misurabile dal PIL.
Non so se dal 1968 siano stati fatti passi avanti o indietro rispetto a quell’idea.
So però che c’è uno stato, il piccolo Buthan, un paese asiatico confinante con il più celebre Nepal, che da qualche anno misura il FIL: l’indice lordo della felicità.
L’esperimento del Buthan tenta di lasciare i suoi piccoli confini generando un movimento ancora poco considerato.
Oggi però, sorvolando PIL e FIL, vorrei atterrare oltre la facile retorica e condividere con te un esercizio a cui penso ogni volta che sento parlare di resoconti, fare bilanci o punti della situazione.
Una sorta di PIL individuale.
Non ho ancora trovato un nome a questo indice di progresso personale, forse potrai aiutarmi tu quando avrai finito di leggere.
PIL cos’è e cosa misura
Il PIL o prodotto interno lordo è la somma di tutti i beni e servizi prodotti da un paese nell’arco di un periodo determinato.
Si definisce interno perché comprende la produzione fatta sia da imprese italiane che da imprese estere sul territorio nazionale e lordo perché comprende gli ammortamenti, cioè la perdita di valore di tutto ciò (macchinari o software) che viene utilizzato per la produzione.
Il PIL è considerato in sintesi la capacità di uno stato di produrre beni o servizi e per questo è considerato come un indicatore della salute economica di un paese.
Il PIL è frutto di un calcolo parziale, perché si concentra solo sul risultato finale, non tenendo conto di come si è arrivati a produrlo. Non tiene conto ad esempio di altri fattori sempre più determinanti, come la qualità dell’ambiente, il livello di istruzione di un paese o il grado di tutela della salute dei cittadini.
FIL indice lordo di felicità
Il FIL, l’indice lordo di felicità o in inglese gross national happiness (GNH) misura il benessere di una nazione calcolando felicità e consapevolezza.
Il Buthan che è il promotore di questo indice, è considerato in base al suo PIL uno dei paesi più poveri al mondo, ma sembra essere comunque la nazione più felice del continente asiatico.
I sostenitori del FIL non si dichiarano né anti materialisti né contro lo sviluppo tecnologico, ma si concentrano soprattutto sulla protezione dell’ecosistema, sul miglioramento del grado di istruzione dei cittadini e sullo sviluppo delle comunità locali.
La Ruota della Vita un indicatore tutto personale
Un po’ assuefatti da tutto questo parlare di economia, indici e massimi sistemi, il pensiero di ciascuno di noi finisce spesso per spostarsi sulle singole situazioni personali. Sulle nostre sfide o sui nostri progressi.
Perciò mi sono chiesta “come possiamo misurare un nostro personale indice di progresso?”
Quando mi interrogo su questo, mi torna in mente un esercizio fatto un po’ di tempo fa.
Si tratta di uno strumento di autoanalisi piuttosto antico e consiste nel riempire una simbolica ruota della vita:
Come vedi la ruota è suddivisa in dieci spicchi che corrispondono a dieci ambiti della vita.
Ogni spicchio è composto a sua volta da dieci piccole porzioni.
Osserva ogni spicchio e chiediti quanto pensi di averlo riempito di qualità e significato, poi colora le porzioni da zero a dieci partendo dal centro.
Ti mostro un risultato esemplificativo:
Come vedi alla fine avrai un quadro molto chiaro sia dei tuoi pieni, cioè tutti quegli aspetti in cui ti sei dedicato con passione, intensità o determinazione. Ma avrai chiarissimi anche i vuoti, gli spicchi non colorati, su cui puoi decidere di mettere l’attenzione se vuoi migliorare la qualità complessiva della tua vita.
Questa ruota puoi usarla per definire meglio i tuoi obiettivi individuando le aree che hai trascurato.
Nel tempo puoi misurare e confrontare le variazioni, trasformandola in uno strumento che misura i tuoi personali progressi.
Se quel progresso sarà PIL, FIL o avrà un nuovo nome lo lascio decidere a te.
Giorgia Ferrari
6 anni fa
Buondì Gio….lessi già tempo fa del FIL del Buthan e condivido al 100% l’iniziativa. Chi, se non noi occidentali materialisti, è così superficiale da pensare che la salute di un paese dipenda esclusivamente dal livello economico?!
Ho visitato l’Indocina e invidio morbosamente la loro serenità!
Abbiamo tanto, troppo! da imparare da loro ma la nostra superficialità ci allontana sempre di più!
Bisogna imparare ad investire per far crescere il PIL(S) della Spiritualità!
Per quanto riguarda la torta me la stampo subito e faccio il punto della situazione così da mettere in conto su cosa devo migliorare il mio AIL (appagamento individuale lordo) 😀
Grazie e una buona Vita!
6 anni fa
Ciao Andrea,
appagamento individuale lordo e PIL(s).
Mo’ me le segno ?
Gio
6 anni fa
Fantastico aprire questa pagina per leggere di economia e finanza ed imbattersi in questo articolo! È incoraggiante visto che uno delle limitazioni sulla gestione del denaro è proprio l’inclinazione al materialismo…
Grazie dello spunto, non conoscevo questa tabella.
Da anni penso su come potrebbe essere indicizzato il comportamento etico delle persone in modo da controbilanciare la loro stessa condizione economica. Discorso lungo e complesso ma a mio avviso possibile.
Scusate, mi sono dilungato.
Buona giornata ?
6 anni fa
Ciao Rossano,
a volte le sorprese arrivano dove meno te l’aspetti.
Se ho capito bene tu vorresti trovare un modo per “pesare” l’etica controbilanciando il materialismo?
Ho letto diversi saggi sulla decrescita felice e ho sempre pensato che l’etica ne potesse essere il motore. In qualche vecchio articolo emerge come la penso.
Se tu hai ulteriori spunti scrivimi a g.ferrari@robertopesce.com
È sempre utile il confronto.
Grazie e buona giornata anche a te.
Giorgia
6 anni fa
Ciao Giorgia, non conoscevo l’esperimento del Buthan: interessante punto di osservazione e di riferimento per un’economia e uno sviluppo sostenibile. La Ruota della Vita, invece, è uno strumento che conosco e applico da svariati anni ed è, nella mia esperienza, un metodo molto pratico ed efficace per fare il punto della situazione e chiarirsi i futuri obiettivi da raggiungere. Grazie dell’articolo!
6 anni fa
Ciao Sara, ma grazie a te.
Giorgia