Mi sono chiesta a lungo se fosse il momento giusto per parlare di questo libro sul Life Design.
Gli esempi citati da Burnett ed Evans in DESIGN YOUR LIFE rimandano a un mondo che, un pezzo alla volta, stiamo vedendo cambiare sotto i nostri occhi, ma i ragionamenti di fondo sono utili ad allenare la mente a nuove possibilità, al fatto che i piani non vanno sempre come uno si immagina e che non c’è un solo modello di vita, ma ce ne sono almeno tre per ognuno di noi. L’ho trovato consolante e liberatorio.
Ho deciso quindi di scriverne perché nell’ultima settimana mentre ci avvicinavamo a quella che era una ipotesi impraticabile di fine quarantena ho assistito a fenomeni contrapposti.
Da una parte un discreto gruppo di persone che mi confessava la paura nel tornare alla cosiddetta “vita di prima” e dall’altra un variegato flusso di commenti che iniziavano con un classico dell’epoca “quando tutto questo sarà finito finalmente farò…” come se puff per magia, alla fine della quarantena, il Coronavirus non fosse che un brutto ricordo.
Nelle zone dove la conta giornaliera di chi non ce la fa è ancora a tre cifre rabbrividiscono della leggerezza di chi sottovaluta. Loro stremati dal dolore, dalle innumerevoli notti insonni, da tutte le lacrime versate e che hanno visto il nemico negli occhi impauriti dei propri cari, sanno che la strada è ancora lunga.
A dirla tutta c’è anche un’ultima rappresentanza che si sta infoltendo: i realisti tacciati di pessimismo. Quelli che sentono il bisogno di capire cosa sta succedendo e che se non capiscono cercano, leggono e si confrontano facendo ipotesi e congetture per poi trovare, dopo qualche giorno, conferma alle loro supposizioni.
Alzo la mano. Da quando è iniziata la quarantena mi sorge il leggerissimo sospetto che i media (in accordo con la politica) ci stiano progressivamente accompagnando su livelli di consapevolezza successiva, come se tutta la verità nient’altro che la verità lo giuro, fosse un po’ troppo per noi da ingerire in un sol boccone.
La fase 2, che seguirà l’uscita dall’emergenza, di cui si è iniziato a parlare solo da poche ore, ma che non ho dubbi terrà banco almeno fino a Pasqua con escalation di varia intensità e discutibili protagonisti, sarà con tutta probabilità la nuova vita a cui dovremo adattarci per parecchio tempo.
Quanto?
“Il tempo di arrivare a un insieme di terapie efficaci o a un vaccino” risponde l’OMS, così come avviene per tutti gli altri virus con cui conviviamo da sempre.
L’augurio che mi faccio oggi come Nazione è quello di vivere la fase 2 come la Svezia sta vivendo finora la sua fase 1: con civiltà, rispetto reciproco e responsabilità individuale. (Se non è ottimismo questo!).
Quindi, per buona pace di chi teme di ritornare al punto di prima ma non ha fatto nulla per cambiare, per chi non ha ancora realizzato che la strada sarà lunga mesi nella migliore delle ipotesi, e per chi invece lo ha realizzato ma non sa davvero cosa fare per ridisegnare, per necessità o virtù, la sua vita: il Life design può essere l’aiuto da casa.
Life design: cos’è e come funziona
“Può essere che tutti noi desideriamo le stesse cose nella vita – longevità e salute, un lavoro che ci piace e che sia importante, relazioni ricche d’amore e significato, e un sacco di divertimento lungo la strada – ma il modo in cui pensiamo di ottenerle è molto diverso.”
Quello che fa il life design è aiutarti a progettare tutte le possibili strade che hai tu come singolo individuo, con le tue attitudini, talenti, ambizioni e curiosità.
In sostanza ti insegna a trasformarti nell’architetto della tua vita, senza doverla stravolgere né spingendoti al cambiamento, se non è quello che vuoi, ma indagando con tecniche, esercizi e suggerimenti ciò che desideri davvero e tutti i possibili modi per realizzarlo e diventare ciò che in quel momento della tua vita è meglio per te.
“Non si finisce mai di progettare la propria vita” per questo una volta che hai imparato come fare puoi applicarlo nel tempo e a ogni situazione.
Il processo di Life Design avviene in fasi. In DESIGN YOUR LIFE le attraversi guidato da esempi ed esercizi pratici.
Per questo ti consiglio di dedicargli non solo il tempo di lettura ma soprattutto quello di pensiero e di applicazione.
Si parte dall’analisi complessiva di dove sei ora, da ciò che senti giusto e adeguato a te e da quello che invece non ti calza più.
Poi si passa a sviluppare la curiosità. Se non sei allenato ti sorprenderai delle idee e delle buone intuizioni che ti salteranno in mente. Queste, unite alle tue competenze, ti consentiranno di progettare, disegnando davvero, molteplici livelli di vita possibili tra i quali scegliere.
Svilupperai poi la capacità di scegliere imparando che “non esiste la scelta giusta ma solo un buon modo di scegliere” che passa attraverso la saggezza delle emozioni e infine a lasciar andare senza soffrire quello che hai deciso di non percorrere.
Quello del life design è un cammino che intraprendi senza sapere esattamente dove ti porterà ma a cui puoi affidarti perché non ci sarà mai nient’altro di così specifico e costruito a tua misura. Probabilmente ti sorprenderà riscoprire sogni dimenticati, disegnare vite che non avresti mai immaginato e metabolizzare che quello che pensavi essere un fallimento è l’esperienza che ti ha fatto evolvere di più.
Il momento migliore per prepararsi a prendere buone decisioni è quando non ce ne sono in vista ma, data la situazione, è meglio prevenire.
Giorgia Ferrari
5 anni fa
Che bello leggere le tue recensioni/riflessioni, se il tuo intento era quello di far provare emozioni a chi ti legge, ci sei riuscita in pieno.
Grazie Giorgia
5 anni fa
Grazie davvero Giuseppe.
Gio