MES tra novità e misure: l’Europa c’è

MES è, insieme a Europa, una delle parole più ricercate su Google nelle ultime settimane. Nonostante i giornali e i telegiornali ne parlino a profusione non è chiarissimo a tutti di cosa si tratti e perché ci sia tanta polemica e timore nei confronti di questo ente.

Sì perché prima di tutto il MES non è altro che un’istituzione il cui nome completo è European Stability Mechanism (ESM), in italiano Meccanismo Europeo di Stabilità (MES).

Non morde…non adesso almeno.

Per la precisione il MES è un’organizzazione intergovernativa, costituita volontariamente nel settembre 2012 dai paesi che adottano l’Euro come moneta, per tutelare ciascuno dei membri dai momenti bui.

Il principio è un po’ quello della cassa comune delle migliori famiglie.

Ognuno contribuisce in proporzione al proprio reddito (in questo caso il PIL) mettendo da parte dei fondi che potrebbero servire per aiutare un membro della famiglia se un giorno si troverà in difficoltà, secondo un principio per cui i problemi di uno possono destabilizzare tutti.

Per questo motivo il MES è chiamato anche Fondo Salva Stati.

Attualmente il MES gestisce una dotazione di 80 miliardi di Euro di cui il 27% versati dalla Germania che ha sempre avuto un gran PIL e che probabilmente non avrà mai bisogno di essere salvata.

Quando uno Stato è in difficoltà il MES non eroga fondi in maniera diretta, ma utilizza il denaro che ha per darlo in garanzia e ottenere finanziamenti “a leva” cioè di importo maggiore e a condizioni decisamente più favorevoli di quello che otterrebbero i singoli Stati.

In sostanza il MES è come lo zio benestante che gode di buona reputazione e che ha la capacità di ottenere credito sul sistema. Se il membro disgraziato della famiglia chiedesse un prestito nel momento del bisogno più estremo forse gli verrebbe negato o concesso a tassi alti per remunerare un rischio maggiore.

Con gli 80 miliardi di oggi il MES può ottenere fino a 700 miliardi di Euro da “prestare” agli Stati membri. 

Finora ne hanno usufruito come tutti sappiamo la Grecia, e anche il Portogallo, l’Irlanda e Cipro.

La condizione necessaria per beneficiare di quel denaro ed essere “salvati” era – nel mondo ante pandemia – quella di accettare un piano di misure draconiane (da Dracone politico ateniese che nel 650 a.C emanò il primo codice penale della storia caratterizzato da misure severe).

Il rispetto delle severe imposizioni era demandato alla famosa “Troika”, il comitato costituito da Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale.

Il piano che veniva imposto prevedeva di fatto una parziale cessione della sovranità dovendo accettare riforme e pesanti tagli alla spesa pubblica che comprende ad esempio le pensioni, la sanità e il costo dei dipendenti statali…

Insomma bisognava essere piuttosto disperati per accettare un simile prestito.

Ora, visto che la situazione non è rosea per nessuno il MES è stato il primo strumento di aiuto di cui si è parlato. Del resto è già lì, pronto, per le emergenze. Impossibile non pensarci.

Giustamente noi per primi insieme ad altri paesi del sud Europa, al momento più bisognosi, abbiamo contestato le condizioni che lo rendevano così repulsivo e altrettanto giustamente l’Eurogruppo è arrivato ad accettare l’eliminazione di quelle clausole così limitanti per la democrazia di un Paese.

Ha mantenuto un solo vincolo: che il denaro erogato dal MES (per l’Italia 36 miliardi di Euro pari al 2% del nostro PIL) venga speso per la sanità: “…per le spese, dirette o indirette, e quindi vadano a finanziare gli ospedali e tutta la rete medica di assistenza pubblica”.

Mi sembra il minimo.

L’aspetto significativo è che quei 36 miliardi di Euro entrerebbero nelle nostre casse a un tasso prossimo allo zero, che per noi significa non appesantire ulteriormente l’indebitamento pubblico con altri interessi.

“Ogni Stato membro è libero di decidere se e in quale misura attivare la richiesta di prestiti. Scadenza dei prestiti a dieci anni, tasso annuale a 0,1%, costo una tantum di 0,25% e costo annuale di 0,005%: queste le caratteristiche della nuova linea di credito del Mes dedicata alla pandemia” (fonte:Sole24ore)

L’alternativa a quei 36 miliardi, che comunque NON basteranno, è chiedere un prestito sul sistema a tassi ben maggiori aggravando la nostra situazione.

Sarebbe quindi come se il cugino disgraziato già indebitatissimo avesse un incidente, perdesse il lavoro, e dicesse no a un prestito quasi gratuito dello zio che si raccomanda di usare quei soldi per curarsi, solo per il timore che gli altri parenti poi lo guardino male.

Il rifiuto finora così categorico di utilizzare il MES nasconde a detta di molti, più che una strenua difesa di ideologie di partito, una strategia per ottenere dall’Europa altri aiuti. Il declamato successo sull’accordo per i Recovery Fund confermerebbero questa idea ma è diventata prioritaria anche la velocità con cui si otterranno le risorse.

I fondi legati al Meccanismo europeo di stabilità saranno pienamente operativi dal 1° giugno 2020, i Recovery Fund di cui si devono ancora discutere le condizioni e i modi, da previsioni della stessa Commissione Europea non potranno essere accessibili prima del gennaio 2021.

Nel frattempo però l’Europa c’è: ha stanziato 300 miliardi a sostegno delle imprese di cui 100 miliardi attraverso il fondo SURE, una sorta di Cassa Integrazione europea, e altri 200 miliardi per la concessione di crediti dalla Banca Europea degli Investimenti.

Si tratta di misure importanti, senza precedenti, che vanno nella direzione di fornire quell’aiuto concreto che tutti reclamano ma che, chissà perché, in Italia passa quasi inosservato. 

Giorgia Ferrari

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4 commenti

  1. Andrea G.

    5 anni fa  

    E fu così che, in un periodo nebbioso e oscuro, pieno di beoni che danno aria alla bocca per ideologismi politici, interessi personali per il numero di voti, arrivò Lei!
    La Gio … che, scesa dal cielo come un angelo con lo scettro di luce, fece sparire ogni dubbio interpretativo con la sua formidabile chiarezza cristallina. (spero di non aver esagerato 😀 )

    Finalmente SO!

    Un abbraccio e grazie davvero!


    • Giorgia Ferrari

      5 anni fa  

      ?appena…
      Non pensavo che lo spiegone sul MES potesse creare entusiasmi di sorta, ma grazie.
      Un abbraccio anche a te!

      Gio


  2. Fabio

    5 anni fa  

    Bella la favoletta a lieto fine, peccato che la realtà si ben diversa. Manca spazio, qui, per un’analisi critica dell’articolo. Ricordo per sommi capi: i vincoli previsti dal TUEF non sono aggirabili, quindi le condizionalita’ saranno ripristinate e oggi non vi può essere certezza sul loro definitivo allentamento.
    I prestiti non sono a fondo perduto (come dovrebbe essere), specialmente quelli previsti dal MES che oltretutto devono essere garantiti dai singoli stati debitori, con la conseguenza che in caso di difficoltà lo stato è costretto a svendere importanti asset del proprio patrimonio.
    La decisione della Corte Costituzionale tedesca è foriera di importanti conseguenze, che limiteranno fortemente l’azione della BCE (alternative: l’uscita della Bundesbank da BCE; sfaldamento della unione monetaria).
    I 300 miliardi da lei riferiti non sono soldi messi a disposizione della UE come indicato a fini di mera propaganda sul sito della UE stessa, ma dai singoli paesi.
    Il discorso potrebbe continuare a lungo. La invito ad ascoltare l’intervista a Nino Galloni o a leggere il documento con la lettera accompagnatoria (primo firmatario Paolo Maddalena vice presidente emerito della Consulta) inviata al Presidente della Repubblica, al Governo ed alle Camere. Poi magari ne riparliamo…..


    • Giorgia Ferrari

      5 anni fa  

      Gentilissimo Fabio,
      ho letto della sua impazienza ad avere il commento pubblicato.
      Non lo trovo offensivo quindi è stato approvato, perché come lei tanti hanno un’opinione contraria all’utilizzo dei soldi del MES e ci tengono che sia esposto anche il loro punto di vista.
      Premetto che non ne faccio una questione personale sull’uso o meno di quei soldi, ma solo una questione di cosa conviene o non conviene fare.
      Concordo sul fatto che si possano accettare solo a patto che le condizione precedenti siano effettivamente annullate.
      Nessuno vuole vedere un’Italia vassalla dell’Europa.
      Perciò ribadisco la mia opinione: senza condizionalità, se non la destinazione d’uso per le spese sanitarie, sono finanziamenti che costerebbero meno di altri.
      Se ci potessimo permettere di non usare denaro altrui sarei ancora più felice e probabilmente saremmo tutti d’accordo.
      Mi invii pure le interviste che ritiene utili, non ho preclusioni mentali.
      La saluto cordialmente.

      Giorgia Ferrari


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