I toni trionfanti di Tv e giornali nell’annunciare il successo dell’ultima emissione del BTP Italia mi hanno fatta incuriosire.
Vuoi vedere che sto perdendo una grande occasione di investimento?
Il dubbio non è venuto solo a me.
Qualcuno ha proposto simili interrogativi all’interno della Community di Educazione Finanziaria Efficace e il breve confronto che ne è uscito mi ha mostrato l’incertezza, i dubbi e, mi auguro, le analisi dei risparmiatori italiani.
La domanda è la stessa per tutti: “ho due soldini sul conto corrente, dove li metto?”
Nell’incertezza quotidiana e date le prospettive non certo rosee del periodo il nostro background ci porta su terreni conosciuti: i titoli di Stato.
Ma non è solo quello.
Il BTP Italia ha tutta una serie di meccanismi di ricompensa, non solo finanziari, che lo infiocchettano come strumento “patriottico”.
Scopriamo i dettagli tecnici ben consci che la scelta dell’acquistarlo o meno non dipende mai solo da quelli.
BTP Italia: come funziona?
L’ultima emissione del BTP Italia (collocato ai risparmiatori tra il 18 e il 20 maggio 2020) è destinato a finanziare la copertura delle spese, dirette e indirette, legate all’emergenza coronavirus.
Viene emesso per una durata di 5 anni, più corta di quanto prevede normalmente un buono del tesoro pluriennale.
L’investimento, accessibile con 1000€ e multipli, garantisce una cedola annua del 1,40% lordo (1,23% netto) pagata ogni sei mesi (0,61% netto).
La cedola potrà essere rivalutata in base all’andamento dell’inflazione rilevata ogni sei mesi. In caso di deflazione (inflazione negativa) la cedola rimarrà comunque al minimo garantito dell’1,40% annuo lordo.
La tassazione è agevolata al 12,50% (rispetto al 26% previsto normalmente per le rendite finanziarie).
Alla scadenza, il 26 maggio 2025, chi avrà tenuto l’investimento per tutta la durata riceverà un premio aggiuntivo di rendimento pari all’8 x 1000 del valore nominale (che è come dire uno 0,8% una tantum in più).
Facciamo un esempio immaginando di investire 5.000€.
Alla sottoscrizione la Banca mi addebita in conto i miei 5000€ senza farmi pagare commissioni perché a pagare le commissioni alle banche collocatrici ci ha già pensato l’emittente, cioè il Ministero.
Dopo 6 mesi ricevo sul mio conto la prima cedola pari a 30,625€ netti e così via fino alla scadenza.
In tutto il mio flusso cedolare nei 5 anni ammonterà a 306,25€.
Se terrò il titolo fino alla scadenza riceverò in più il premio: l’8×1000 di 5000€, cioè 40€ lordi (35€ netti).
Quindi il mio investimento di 5000€ avrà dato in 5 anni un guadagno netto minimo di 341,25€ (306,25€ + 35€), qualcosa in più se aumenta l’inflazione e viene adeguata la cedola.
Per chi volesse scendere nel dettaglio allego la scheda informativa del titolo (ISIN IT0005410912).
L’emissione in asta è chiusa ma tutti i titoli di Stato si possono comprare a mercato pagando le commissioni alla Banca.
BTP Italia: quindi, conviene?
Fatti i conti c’è chi penserà che 341,25€ netti di guadagno in 5 anni, siano una cifra misera, altri penseranno che non sia male come guadagno visto che in banca non si prende nulla e c’è infine chi avrà fatto fatica a seguire i conti.
Quindi, conviene?
Da un calcolo di mera convenienza economica il BTP Italia, benché migliore di altri titoli di Stato, ne esce sconfitto.
Un guadagno netto di poco superiore al’1% annuo non può certo definirsi un affare.
Un rendimento dovrebbe sempre ripagare il rischio che si corre: come il rischio emittente.
In questo caso l’emittente è lo Stato italiano.
Non credo che lo Stato italiano da qui a 5 anni smetta di ripagare il proprio impegno e fallisca. La BCE ha fatto e farà ancora da paracadute ai nostri titoli di Stato
È indubbio però che lo Stato italiano non spicca per la sua buona gestione finanziaria: il debito pubblico è altissimo e le nuove emissioni di titoli di Stato vanno ad aumentarlo.
Mario Draghi in un celebre editoriale di marzo affermava che per uscire dalla crisi dovremo spendere tutto il possibile. È evidente che lo stiamo già facendo ma dove ci porteranno le decisioni di oggi dipenderà da come sarà gestito questo enorme debito.
Il rischio maggiore che vedo nel BTP Italia è quello di immobilizzare un capitale per 5 anni a un tasso risibile su un titolo che oscilla pesantemente nel prezzo ad ogni sussulto dello spread. Chissà nei prossimi cinque anni quanti ce ne saranno!
È molto probabile, per chi volesse investire in questo strumento, che lo si possa comprare a un prezzo più basso in un prossimo futuro.
Ora preferisco cercare alternative più remunerative tra i titoli emessi dalle nostre aziende sostenendo così l’economia reale vero motore di qualsiasi ripresa.
Certo per farlo bisogna uscire dalla mentalità del reddito fisso senza farsi intenerire dalla facilità di un tempo in cui si poteva riporre tutti i risparmi in un unico strumento e non pensarci più.
Giorgia Ferrari
4 anni fa
Giorgia, le tue valutazioni sono sempre ben studiate ed approfondite e purtroppo per noi, “cittadini di questo stato poco sensibile a comportamenti etico / economici almeno accettabili” , è impensabile acquisire un BTP con una resa così bassa che senza troppi calcoli è sicuramente inferiore all’inflazione e comunque impegna un piccolo o grande capitale abbastanza a lungo e incontri perfettamente il mio pensiero, leggo sempre i tuoi articoli con grande piacere anche se non sono uno che ama fare tanti commenti.
Ciao Giorgio.
4 anni fa
Ciao Giorgio,
ti ringrazio per il tuo commento e anche per le letture silenziose.
Hai ragione il BTP è senz’altro poco remunerativo. D’altra parte non tutti hanno competenza e voglia di cercare altre forme di investimento. Mi spingo a dirti che per chi non ha nessuna dimestichezza e piuttosto che pagare commissioni inutili in fondi comuni azzerando improbabili rendimenti, il BTP Italia è un’alternativa.
Lo Stato emettendo BTP Italia sta pagando interessi ben più alti di altre forme di finanziamento e concede ai cittadini la possibilità di investire a tassi che non si vedono da tempo sui titoli nazionali, ma il problema vero è un’altro.
Sui social in tanti commentano questo articolo chiedendo: “quindi cosa dobbiamo comprare? In che titoli consigli di investire?”
Credo sia questo il nostro problema: delegare la responsabilità individuale. Affidarci ad altri per investire i nostri soldi quando basterebbe davvero poco per dotarsi di una sana educazione finanziaria.
Ti auguro una buonissima giornata,
Giorgia
4 anni fa
Come ha fatto i conti? Come può, un titolo con cedola netta dell’1.23% più bonus finale ad avere un rendimento dell’1%? A me risulta 1,39
4 anni fa
Buonasera Sig.Vitantonio,
i suoi conti sono perfetti. Con il bonus il guadagno netto è esattamente dell’1,39% annuo.
La mia considerazione era un po’ più ampia rispetto alle virgole decimali ed è stata questa: “Un guadagno netto di poco superiore al’1% annuo non può certo definirsi un affare.”
Potrei riformularla dicendo: Un guadagno netto pari all’1,39% annuo non può certo definirsi un affare.
Non cambierebbe la sostanza, ma la ringrazio per la sua precisione.
4 anni fa
Stesso ragionamento per la prossima emissione del BTP FUTURA?
4 anni fa
Buongiorno Isabella,
il BTP Futura, se non altro per la lunghezza dell’investimento, ci si aspetta che abbia un tasso leggermente superiore. Il premio parametrato al PIL è da molti definito “fantasioso”.
Il ragionamento di massima è sempre quello: se non hai competenze e non sai come investire a una tasso superiore all’1,50%, il BTP Italia o Futura sono un’alternativa a tenere i risparmi sul conto o in un conto deposito. Con il limite che, per percepire il premio, vanno tenuti fino a scadenza.
Con un minimo di formazione finanziaria in più la questione non si pone, si fa altro.
Grazie della tua domanda,
Giorgia
4 anni fa
Si possono comperare in Ufficio Postale questi BPT futura che verranno emessi prossimamente. E se non si terranno per i dieci anni si potranno ritirare prima della scadenza senza perdere il capitale nominale iniziale???? Anche i BTP Futura daranno interessi accreditati in c/c ogni sei mesi????
4 anni fa
Buongiorno Marisa,
fra poche ore esce su questo blog un articolo dedicato al BTP FUTURA.
Per rispondere alle sue domande:
– si possono acquistare anche in Posta e sono in collocamento fino al 10 luglio.
– li può vendere prima della scadenza, quando vuole, al prezzo di mercato di quel momento. Se il prezzo fosse inferiore a 100 (valore di collocamento) il capitale che otterrebbe sarebbe minore di quanto ha investito. Se il prezzo fosse maggiore avrebbe un guadagno dalla vendita.
Le sarebbero sempre riconosciuti i giorni di interessi sulla cedola in corso (tecnicamente rateo), ma non il premio che viene dato solo a chi detiene fino a scadenza.
– Le cedole sono semestrali.
Buona giornata,
Giorgia
4 anni fa
Non dimentichiamo che al guadagno citato occorre togliere 50 euro dovuti alla patrimoniale del 2 per mille annuale sul capitale…