Quando qualche anno fa ho lasciato il mio lavoro da dipendente per intraprendere un lavoro autonomo mi sono trovata davanti alla scelta di decidere se inquadrarmi come libera professionista o ditta individuale.
Sulla distinzione tra le due ci torno più sotto.
Considerato che avrei fatto un lavoro prevalentemente concettuale, di servizi di comunicazione, potevo inquadrarmi come professionista aprendo la Partita Iva.
Decisi per il regime forfettario che aveva una serie di agevolazioni fiscali interessanti dicendomi “vediamo come va”.
La scelta fu semplice.
Passare da una situazione lineare di netto in busta paga ad accantonare le tasse da pagare fra un anno ha richiesto invece un po’ di organizzazione.
Ricordo l’insistenza con cui la commercialista si raccomandò di considerare, non solo quanto dovuto per le imposte correnti, ma anche per l’anticipo di quelle future.
Nel dubbio fin da subito decisi di auto tassarmi al 50%.
Una misura esagerata con il senno di poi, ma lì per lì non avevo un’idea concreta di come sarebbero andate le cose.
Avevo chiaro però che dovevo tenere ben separate la gestione personale da quella aziendale benché la fonte di reddito fosse sempre la stessa, ovvero io.
Senza questa divisione netta si tende a perdere il polso della situazione, rischiando di attingere a fondi che sono tuoi solo temporaneamente e a non capire più quante e quali siano le spese personali.
Sappiamo invece che saper tracciare bene le proprie uscite è il primo passo per innescare un circolo virtuoso di risparmio e investimento.
Anche nel corso dell’ultima edizione di INTELLIGENZA FINANZIARIA più di una persona ha manifestato questa difficoltà.
Perciò condivido con te il mio sistema che si basa sul principio del prima paga te stesso.
Libero professionista o ditta individuale? Le differenze
Prima di fare un passo avanti sulla gestione lascia che ti dia maggiori dettagli sulla differenza formale tra libero professionista e ditta individuale.
- Il libero professionista è un titolare di Partita Iva che svolge un’attività economica per terzi realizzata tramite lavoro intellettuale. Rientrano in questa categoria, ad esempio, gli avvocati, gli ingegneri, i notai, gli architetti, gli psicologi, ecc. Da un punto di vista previdenziale è iscritto a una Cassa ben precisa o alla gestione separata INPS a cui contribuisce in proporzione al reddito imponibile.
- La ditta individuale è invece una vera e propria attività con personalità giuridica iscritta al Registro delle Imprese della Camera di Commercio. È costituita da un solo titolare che produce o scambia beni o servizi. Sono ditte individuali ad esempio gli artigiani e i commercianti. La ditta individuale è soggetta a una contribuzione INPS fissa e, superata una determinata soglia imponibile, a un’aliquota in percentuale.
Da un punto di vista bancario, un libero professionista viene trattato a livello di concessione di credito come una persona fisica. Segue perciò l’iter che avrebbe un privato.
La ditta individuale, in quanto persona giuridica, segue invece le regole determinate per le imprese, come il calcolo del rating per la determinazione del merito creditizio. Anche quando la ditta individuale è di piccole dimensioni e fatica a essere qualificata come una società.
Da un punto di vista finanziario sia il libero professionista che il titolare di ditta individuale hanno spesso lo stesso problema: mischiare i conti.
L’importante è avere due conti separati.
Nel momento in cui ho aperto la Partita Iva la prima cosa che ho fatto è aprire un conto corrente destinato solo agli incassi dell’attività.
Quindi ho due conti: uno personale e uno che definisco aziendale anche se è sempre intestato a me.
Sul conto aziendale confluiscono tutti gli incassi della mia attività professionale e ovviamente tutte le spese legate strettamente a questo: dai collaboratori, ai fornitori di servizi, e naturalmente il pagamento delle imposte nelle scadenze stabilite.
Collegato al conto aziendale ho aperto un deposito titoli.
Il primo step:
Appena incasso una fattura la prima cosa che faccio è prendere il 30% (nel tempo ho capito che è questa la percentuale giusta) di quella cifra e investirla in ETF.
Investo in monetari o in obbligazionari governativi moooolto tranquilli.
Leggi anche: Obbligazionario: 3 modi per investire la liquidità
Non mi aspetto una grande remunerazione. Lo scopo è non lasciarli sul conto corrente.
Ma se da quelle cifre messe da parte guadagno anche solo 100€ mi sono ripagata abbondantemente le spese del conto corrente.
Secondo step:
Dopo il primo passo, lascio circa un 10% di quello che è rimasto sul conto aziendale e giro il resto sul conto personale come se fosse uno stipendio “netto”.
Terzo step:
Collegato al conto personale ho un secondo deposito titoli.
Appena girate le somme sul conto personale, prendo almeno il 10% di quell’incasso e lo investo.
In questo caso trattandosi di risparmi personali gli investimenti sono più diversificati e mi posso permettere di correre rischi maggiori.
Ho alimentato in automatico un PAC per anni.
Ora investo manualmente appena incasso.
Quello che rimane sul conto personale va ovviamente a coprire le spese correnti della mia vita: dalla spesa quotidiana ai viaggi. E in questo modo è più semplice tenerne traccia con o senza APP.
Tutto qui.
Questo è il mio metodo semplice semplice basato sulla regola del prima paga te stesso.
E tu, hai un tuo sistema?
Giorgia Ferrari
3 anni fa
Interessante! A quando un corso su come investire la liquidità accantonata per contributi e imposta sostitutiva?
3 anni fa
Ciao Francesco,
un corso per investire qualunque tipo di liquidità c’è già 😉
Si chiama INTELLIGENZA FINANZIARIA e puoi iscriverti qui: https://www.robertopesce.com/intelligenzafinanziaria_corso/
In alternativa all’interno dell’articolo ho condiviso questo link a un precedente suggerimento: https://www.robertopesce.com/investing/obbligazioni/obbligazionario-come-investire-liquidita/
È la spiegazione di come la investo io.
Buona giornata!
Giorgia
3 anni fa
Ciao Giorgia, ti ringrazio per aver condiviso in maniera semplice ed efficace un concetto spesso trascurato che può generare problemi di gestione e brutte sorprese. Posso confermare per esperienza personale e diretta che i concetti fondamentali affrontati durante la scorsa edizione del corso IF mi hanno aiutato in modo pratico a trovare maggiore chiarezza ed iniziare ad agire in modo diverso, un ottimo punto di partenza verso la propria libertà! Un abbraccio e alla prossima!
3 anni fa
Grazie Alberto,
condivido pienamente quello che hai scritto e citando uno degli allievi: partecipare a INTELLIGENZA FINANZIARIA (detto IF :-)) è come affacciarsi dal terrazzo e vedere il mondo da un’altra prospettiva!
Il link per partecipare è questo: https://www.robertopesce.com/intelligenzafinanziaria_corso/
Una buonissima giornata!
Giorgia