Premesso che non mi sono sbagliato nel digitare la prima parola del titolo e che non siete collegati a qualche sito di enigmistica sezione “ossimoro”, con questo post vorrei riflettere sul fatto che diverse volte percepiamo solo quello che la mente è “disposta” ad accettare o che “vuole” codificare.
Faccio subito un esempio.
Nel 1915 Charlie Chaplin partecipò ad un concorso come sosia di “se stesso” all’insaputa della giuria; non solo non vinse la gara, ma non riuscì neppure ad arrivare alla fase finale!
L’idea che una persona “non assomigli perfettamente a sé stesso”, suona assolutamente strano da leggere, figuriamoci da immaginare che possa essere accaduto realmente.
A parziale giustificazione dei giurati si può dire che molto probabilmente non si aspettavano l’originale, il quale invece di comportarsi come “caricatura” di Chaplin, quindi esagerando le movenze e gli atteggiamenti per i quali è diventato famoso, si è comportato come un uomo normale e quindi nessuno lo poteva riconoscere in quelle “vesti”.
E’ come se la nostra mente costruisse a priori la realtà futura o le aspettative su di essa, a prescindere dalle informazioni che effettivamente la raggiungono.
E’ altrettanto vero che in particolari condizioni il nostro cervello e le nostre capacità fisiche in generale vengono sensibilmente “alterate”. In caso di emergenza, la tolleranza al dolore e alla fatica aumenta considerevolmente. Quando si è innamorati, il mondo viene percepito in chiave esclusivamente positiva; pensiamo a due ragazzi al loro primo incontro, lei con i tacchi a spillo che schiaccia il piede di lui e dice: “Ti ho fatto male caro?” e lui con le lacrime agli occhi le risponde: “Non mi sono accorto di nulla!”.
A parte le battute ed escludendo i casi estremi, diciamo che si tende a ripetere gli stessi comportamenti in relazione a situazioni simili tra loro (le due gocce d’acqua di cui sopra) poiché il cervello, ripercorrendo in modo quasi automatico le esperienze del passato ed omettendo una valutazione approfondita della situazione presente, dà disposizioni di “copia / incolla” alle nostre azioni.
Questo non vuol dire che se reputiamo valido e soddisfacente un nostro comportamento in una determinata situazione dobbiamo per forza cambiarlo, assolutamente no; ma credo che sia molto vantaggioso, primo, aumentare il nostro grado di consapevolezza nell’osservare la realtà che ci circonda, secondo, non accontentarci di un comodo comportamento “copia / incolla”, terzo, avere il coraggio di cambiare un atteggiamento che non ci soddisfa o che addirittura produce effetti negativi su noi stessi e gli altri.
Quante volte ci siamo accorti che nonostante la volontà e l’impegno di muoverci verso un importante obiettivo ci siamo ritrovati sempre fermi nello stesso punto, come se volessimo far muovere la nostra auto non inserendo la marcia: è inutile schiacciare a fondo l’acceleratore, brucerà molta benzina, produrrà rumore, inquinamento e un sacco di frustrazione, ma non si muoverà di un millimetro!
E magari (infuriati) ci chiediamo perché il nostro amico, che ha la nostra stessa età, intelligenza, soldi, istruzione e … la stessa auto, sta sfrecciando in autostrada.
Probabilmente perché ha compreso il fatto che pur essendo tanto simile ai suoi “simili” era semplicemente unico e, nella consapevolezza della sua unicità, si è impegnato al massimo a realizzare i suoi sogni, lottando con profonda tenacia e correttezza, non lasciandosi sfuggire le occasioni che si sono presentate, anche a costo di modificare tante “comode” abitudini che gli davano sicurezza e stabilità… ma non lo realizzavano come desiderava!
Mi chiederete: ma cosa c’entra tutto questo discorso con il benessere finanziario?
Personalmente intendo il benessere finanziario come un fattore economico che, una volta raggiunto, mi consentirà un’ampia libertà di scelta per soddisfare i più importanti obiettivi di vita e non come una mera somma di banconote; rimane il fatto che non potrò avere obiettivi di vita se non conosco me stesso ed altrettanto, non credo di poter affermare di conoscermi se non osservo profondamente la “magia” del mondo in cui vivo.
Conoscere, comprendere ed indirizzare le moltissime capacità della nostra mente, ascoltare e dare seguito alle nostre emozioni, riconoscere quelle degli altri per avere delle costruttive relazioni interpersonali e rispettarne le differenze: ci potranno servire come solide basi per ottenere soddisfazione dalla nostra vita.
Successivamente, per garantircela nel tempo, potremmo fermarci ogni tanto ad osservare la pioggia con l’idea che ogni goccia che scende, non è altro che un tratto di genio di ogni individuo … meravigliosamente diverso l’uno dall’altro!
Enrico Vigo