Asset allocation strategica: 5 fattori chiave per costruirla

asset allocationSe segui il Blog, la nostra Community gratuita, o il canale YouTube mi avrai sentito ribadire innumerevoli volte l’importanza di prendersi cura del proprio risparmio e investirlo sistematicamente andando così a costruire la propria “Fabbrica della Ricchezza”.

Compreso il principio generale, la domanda tipica che ricevo è: “Ok Roberto, ho capito, quindi cosa devo fare? In cosa devo investire?”

Abbiamo parlato spesso di ETF e di come utilizzarli, anche con sistemi di investimento automatizzati come il PAC, ho spiegato cosa sono le obbligazioni e insieme abbiamo analizzato il mondo azionario e i diversi approcci di investimento:  investing, trading, opzioni… 

A fronte di tutto ciò, la domanda legittima che mi fanno in tanti è: “Insomma, ma di tutti questi strumenti e strategie quali devo utilizzare e perché non posso puntare tutto direttamente su quello che rende di più?”

La risposta a queste due domande si chiama ASSET ALLOCATION che, per dirla con un linguaggio non tecnico, altro non è che il modo in cui decidi di organizzare la tua disponibilità patrimoniale in comparti diversi ed eventualmente anche strategie diverse attribuendo ad ogni comparto o strategia una certa percentuale delle tue risorse.

Senza aver la pretesa di esaurire un argomento così importante e complesso in un post sul blog, partiamo comunque dal fatto che per costruire un’efficace asset allocation rispondente alle nostre specifiche necessità sia necessario prendere in considerazione e bilanciare i seguenti 5 fattori

Asset allocation 1: rendimento atteso

Ogni asset class (azioni, obbligazioni, forex, immobili, materie prime ecc.), ma soprattutto ogni strategia operativa, ha un proprio rendimento di riferimento che mediamente si ottiene con una certa costanza all’interno di un determinato periodo storico.

Fermo restando che l’obiettivo minimo che vogliamo perseguire è l’annullamento dell’inflazione, da lì in poi ovviamente più il nostro risparmio rende e più siamo contenti. Parlando di resa annua, possiamo così partire dal 3-4% tipico del mercato obbligazionario attuale, all’8% del PAC automatizzato senza grandi interventi esterni, al 10-30% delle strategie attive di trading. 

Il rendimento è sicuramente un elemento chiave ma non è tutto, occorre infatti bilanciarlo con il rischio e volatilità.

Asset allocation 2: rischio e volatilità

La tipica equazione rendimento alto=rischio alto a mio parere è erronea, dovremmo piuttosto più correttamente parlare di strumenti ad alta volatilità che è la caratteristica che può dare vita ai rendimenti importanti da un lato ma anche alle grandi perdite dall’altro.

Volatilità e rischio non sono tuttavia la stessa cosa perché il rischio dipende tantissimo dalla strategia e dalla competenza con cui operi e dall’attenzione che decidi di dedicare ai tuoi investimenti.

Per capirci: se compero azioni, fondi o ETF azionari senza curarmi particolarmente del timing di acquisto e poi li lasciò lì con un approccio da cassettista, quando andrò a riguardarli tempo dopo quasi certamente sarò in forte guadagno o forte perdita proprio perché sono strumenti molto volatili ma il fatto che vengano anche definiti rischiosi presuppone che chi investe in tali strumenti non sappia cosa sta facendo e con quali criteri tecnici operare (il che è ovviamente sempre una cosa sbagliata da fare).  Ciò ci conduce quindi al prossimo elemento chiave.

Asset allocation 3: competenza

Parliamoci chiaro: i mercati finanziari non sono stati creati per far guadagnare il primo che passa e se bastasse aprire un conto corrente e dotarsi di un computer collegato ad internet per fare soldi allora saremmo tutti milionari.

Strumenti e strategie diverse richiedono competenze diverse e più o meno complicate o lunghe da acquisire per poter essere utilizzate con successo e i corsi e la formazione servono proprio per colmare questa lacuna. Tra le competenze necessarie da acquisire non bisogna poi mai sottovalutare l’importanza dell’esperienza che è quella che ti fornisce l’indispensabile passaggio dal “sapere” al “saper fare”, che come in ogni mestiere o disciplina sono notoriamente due cose diverse e aventi tempi di acquisizione differenti. Non ultima, serve una certa competenza emotiva e padronanza delle proprie emozioni, fattore quest’ultimo tipicamente sottovalutato ma estremamente importante quando si opera con strumenti volatili come le azioni o addirittura a leva.

Un modo per aggirare l’ostacolo dell’emotività può sicuramente essere quello di operare tramite sistemi o strategie automatiche che, una volta impostate, non richiedono mai o quasi mai l’intervento umano, il che non solo toglie la necessità di una spiccata competenza emotiva ma agisce anche positivamente sul prossimo elemento che è il tempo.

Asset allocation 4: impegno e tempo.

L’equazione è semplice da capire: più si dedica tempo e attenzione ai propri investimenti più si è in controllo di quello che sta succedendo e se si possiede anche la competenza per sapere cosa fare questo è sicuramente un elemento che giova alla massimizzazione dei profitti e al contempo alla minimizzazione dei rischi.

Il problema è però che il tempo (e la voglia) sono le risorse di cui tipicamente difettiamo soprattutto se, come per la maggioranza dei miei clienti e allievi, la propria attività professionale principale è un’altra. Ecco quindi perché occorre bilanciare le varie strategie e asset classi di investimento tra i sistemi completamente automatici (reddito o rendimento passivo) a quelli che richiedono una quantità di attenzione giornaliera o settimanale più o meno importante.

La tecnologia informatica e la competenza specifica in questo ambito sono importanti nel senso che sapendo bene come utilizzare i vari software disponibili per il trading e come utilizzare gli ordini automatici (ordini di entrata, stop loss e take profit) si può sicuramente risparmiare quantità importanti di tempo, fermo restando che se parliamo di trading attivo un po’ di impegno occorre sempre considerarlo. 

Asset allocation 5: liquidabilità e asse temporale. 

Alcune forme di investimento pongono dei limiti alla liquidabilità dei propri asset inserendo ad esempio vincoli contrattuali o penali in caso di disinvestimento anticipato, in altri casi invece la liquidabilità è teoricamente immediata dal punto di vista tecnico ma lenta o complicata all’atto pratico (pensa alla vendita di un immobile o di un’opera d’arte tanto per capirci). Esistono poi asset e strategie che hanno un ottimo rapporto tra il rendimento atteso e i rischi correlati ma che hanno senso solo in un’ottica di medio-lungo termine mentre perdono il proprio senso o la propria funzionalità in caso li si voglia utilizzare come strumenti per produrre cash flow su base costante allo scopo di incrementare o sostituire il proprio reddito principale.

Comprendere e bilanciare questi 5 fattori chiave all’interno della propria asset allocation è essenziale e non esiste una ricetta magica valida universalmente visto che tra una persona e l’altra cambiano elementi importanti come l’età, la situazione familiare e patrimoniale, la situazione lavorativa presente e futura, la tollerabilità emotiva del rischio e della volatilità, la fretta nel raggiungere determinati traguardi finanziari ecc.

Ultimo ma non ultimo, occorre infine considerare il momento storico e di mercato che si sta attraversando che ci dice che un certo strumento finanziario tende a essere favorito piuttosto che un altro e di ciò occorre tenere conto variando le percentuali di attribuzione del proprio patrimonio ai singoli asset o alle singole strategie così come si possono prendere in considerazione anche altri elementi quali la correlazione esistente tra strumenti diversi, i rischi o le difficoltà esterni o di sistema da prevenire o controbattere in qualche modo, l’importo e la forma di tassazione che grava sui vari strumenti.

Se diversificare tanto per il gusto di farlo o con poco discernimento è un’attività senza senso o, come dice Warren Buffett addirittura “un’ammissione preventiva di ignoranza”, costruire invece un’asset allocation che tenga conto di tutti questi elementi è fondamentale per il benessere e il futuro finanziario della propria famiglia e così come una sana alimentazione non può prevedere il 100% del nostro cibo preferito ma deve invece contenere la giusta varietà e quantità di carboidrati, vitamine, grassi, minerali e proteine, la stessa cosa vale per il nostro risparmio che può giovarsi allo stesso tempo dell’utilizzo di asset assai diversi tra loro. 

Come nota finale, aspettando un tuo commento o una tua domanda, vorrei rassicurarti sul fatto che se il tutto ti sembra complicato o difficile da apprendere beh, non è così.

Come in tutte le discipline, è evidente che non si può apprendere tutto in un giorno e che serve un po’ di tempo e soprattutto pratica ed esperienza per affinare il proprio pensiero e rendere i contenuti appresi da corsi e libri veramente propri. Tuttavia, considera che non stiamo parlando di cardiochirurgia o scienza missilistica per la cui padronanza occorrono 5 anni di università.

Per iniziare, puoi sicuramente seguire i contenuti della Community, e seguire i webinar, scaricare gratis il mini corso sull’INTELLIGENZA FINANZIARIA, o pianificare di partecipare al prossimo corso. Da lì in avanti toccherà poi a te continuare a costruire sui concetti appresi e rendere la tua preparazione e consapevolezza finanziaria giorno dopo giorno sempre più sicure e acute.

Roberto Pesce

11 commenti

  1. MARIA SASSO

    12 anni fa  

    Roberto, ti ringrazio dei tuoi continui aggiornamenti, servono anche a far sentire una presenza attiva e costante al proprio fianco.
    Io purtroppo da quando ho frequentato il corso, ho avuto tante vicissitudini che mi hanno impedito di mettere a frutto quanto appreso, conto nel prossimo periodo di ripassare tutti gli appunti e vedere di mettere a frutto (speriamo) il tutto.
    Potresti cortesemente aggiornarmi sui FOREX/FOREX ROBOT?
    Ti saluto con tanta simpatia. Maria Sasso


  2. Roberto Pesce

    12 anni fa  

    Ciao Maria, non mollarci, come in ogni cosa il passo più complicato da farsi è sempre il primo e nella formazione riguarda il piccolo sforzo da compiere nel passare dalla teoria dei corsi all’utilizzo pratico nella propria realtà quotidiana.

    Se ti serve supporto in ogni caso non esitare a scriverci.

    Sul progetto Forex e Forex Robot conto di pubblicare aggiornamenti a breve e faremo un primo corso già in dicembre vista la forte richiesta che stiamo ricevendo.

    Un caro saluto, Roberto


    • Lorena

      12 anni fa  

      ciao Roberto,
      per partecipare al corso Forex che organizzerai a dicembre occorre avere già frequentato qualche tuo corso o è possible partecipare anche se si è praticamente a digiuno di formazione finanziaria come la sottoscritta. Grazie e ciao.
      Lorena


  3. Roberto Pesce

    12 anni fa  

    Ciao Lorena, il corso di dicembre sarà dedicato all’operatività con i robot e sarà impostato come il nostro livello di partenza sul forex contenendo una parte introduttiva per fornire le basi di comprensione di quel mercato, la terminologia, le meccaniche base etc. Oltre a ciò ci concentreremo sullo spiegare i robot e i relativi broker a cui appoggiarsi e concluderemo consigliando il robot su cui anche noi ci stiamo concentrando con successo, fornendo anche tutte le indicazioni per impostarlo e gestirlo correttamente.

    In sintesi: sarà perfettamente fruibile da chiunque volendo a tutti gli effetti mettere in condizione di guadagnare da quel mercato in maniera automatica e senza intervento manuale.

    Quello che invece quel corso non coprirà è l’operatività manuale che è molto interessante ma necessita di conoscenze più approfondite che copriremo con gli opportuni steps nel 2013.

    Forex mania dilagante ormai … 😉

    Un saluto e al prossimo aggiornamento.

    Roberto


    • Lorena

      12 anni fa  

      Buongiorno Roberto,
      ti ringrazio per la spiegazione estremamente chiara e dettagliata.
      A presto.
      Lorena


  4. piergiorgio

    12 anni fa  

    io credo che se lo hai fatto tu non sia facilissimo per me .
    ma se lo spieghi come fai nella maniera semplice come riesci a spiegare le cose complicate di intelligenza finaziaria le riduci ad esempi semplici che li capisco anche io che di queste cose non ci avevo mai capito nulla . e non ero in grado di leggere la pgina del giornale finaziario . ciao rovberto


  5. Massimo

    12 anni fa  

    Ciao Roberto! Grazie per quest’interessantissimo articolo sull’asset allocation. Io ho trovato particolarmente illuminante la parte relativa alle MOTIVAZIONI E STRATEGIE della diversificazione. Se uno si mette ad ascoltare i cosìdetti esperti, si rende spesso conto di quanto casuale sia la loro diversificazione. Mi è anzi sembrato sempre più charo che costoro consiglino una sorta di differenziazione “piglia tutto”: ci mettiamo obbligazioni, valute, fondi (costosi) secondo una logica evidentemente di “chiodo scaccia chiodo. Loro dicono: se non va bene una cosa speriamo che vada bene un’altra…
    Fermo restando che trovo proprio che sembri un ammissione d’ignoranza la diversificazione a 360′, ma più di ogni altra cosa mi incupisco quando sento parlare di fondi perchè più sicuri e nessuna menzione ad etf loro cugini(piu economici); non sento parlare affatto di metalli preziosi e/o strumenti ad essi collegati (ETC) e peggio di peggio nessuna strategia che leghi questa diversificazione. Viceversa se c’è un argomento che io ho trovato esaltante è stato quello proposto durante la Bond Academy circa la metodologia per costruire il portafoglio protetto…chiaro e logico: mettiamo in protezione il capitale e col surplus sfruttiamo strumenti più redditizi (ma controllabili facilmente da noi) come etf azionari. Eccellente risultato! Quando poi ci trasmetterai le informazioni sul Forex Robot allora il percorso per diventare JEDI sarà completo.
    Che la forza sia con te… 😉


  6. gabriele

    12 anni fa  

    salve,
    non esiste un trader che guadagna nel forex il 200% all’anno con costanza. i forex trader più esperti quando va benissimo fanno il 100% e non tutti gli anni.
    saluti, G.F.


  7. Michele Colosio

    12 anni fa  

    Provo a dare un piccolo contributo su un argomento difficile come l’asset allocation, perlaltro ben spiegato da Roberto.
    La diversificazione a volte fallisce proprio quando serve di più, infatti quando arriva la crisi la correlazione tra i diversi investimenti aumenta.
    Quindi non bisogna ragionare solo in termini di asset class (azioni, obbligazioni, materie prime, ecc.), ma di singoli strumenti.
    Ad esempio detendendo obbligazioni in valuta, etc sui metalli preziosi, strumenti che investono sulla volatilità del mercato. E in aggiunta inserire in portafoglio strategie alternative (equity market neutral, parity risk, ecc.) che possono contribuire ad abbassare la volatilità e i drawdown di un portafoglio.


  8. Franca Lanza

    12 anni fa  

    Ciao Roberto,
    grazie per questo articolo interessantissimo. In effetti, l’asset allocation e il rendimento di ogni forma di investimento è un pensiero che dolcemente mi tormenta da alcuni giorni, sto infatti cercando soluzioni e strategie per aumentare il mio cash flow (reddito passivo) e quindi ho cominciato a valutare il ROI (Return of investment) dei miei investimenti -immobiliari e cartacei- per capire a che punto è. Ovvero, se il rapporto tra il rendimento netto e il totale dell’investimento è tale da aumentare nel tempo la mia ricchezza oppure no. In particolare ho analizzato il ROI degli immobili e confesso di essere rimasta ‘molto poco piacevolmente’ sorpresa nel rendermi conto che in base al consuntivo del 2011, quindi con i costi dell’ICI – con l’IMU sarà ancora peggio – il ROI arriva mediamente al 3%, quindi alla pari con l’inflazione ufficiale, che ovviamente non è quella reale! Nonostante ciò ritengo che gli immobili oggi siano quella parte dell’asset allocation deve essere presa in considerazione, ma alla luce di quanto appreso, grazie anche ai tuoi corsi che hanno dato il via ad una formazione e auto-formazione in materia finanziaria, oggi sono alla ricerca ‘dell’affare’ e non solo di qualcosa che mi dia emozione, che mi piaccia a pelle o che mi ispiri fiducia, perchè quando si tratta di gestire e investire il proprio patrimonio, occorre molta lucidità mentale, occorre sapere sempre quello che si sta facendo e dove ci sta portando la nostra scelta.
    Dunque, ben venga l’istruzione soprattutto quella finanziaria!
    Franca


  9. Roberto Pesce

    12 anni fa  

    Grazie a tutti per i contributi alla discussione e in particolare a Michele Colosio per i sempre preziosi spunti tecnici, tanto più preziosi dal momento che provengono da un esperto del settore.

    Per Franca: credo che tu stia evolvendo la tua intelligenza finanziaria nella giusta direzione per cui … molto bene e continua così!!

    La mia opinione è che affittare immobili in Italia non sia affatto conveniente da tanti punti di vista tra cui i numeri che tu citi sono uno degli aspetti. Altro discorso è invece l’aspetto “solidità” e “concretezza” su cui invece tornano a guadagnare punti rispetto agli attivi cartacei.

    Un caro saluto a tutti.

    Roberto


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