“Chi ha frequentato in questi anni il nostro corso [workshop_what what=”490″ color=”navy”] (prossima imperdibile edizione ancora in SUPER PROMOZIONE in data [workshop_when what=”490″ color=”black”] a [workshop_where what=”490″ color=”black”] [workshop what=”490″ testo=”CLICCA QUA per informazioni e iscrizioni” color=”navy”]) sa quanto sia importante ottimizzare i costi della propria gestione finanziaria personale per poter creare spazio finanziario sul budget di spesa familiare ed iniziare così a sviluppare la propria “Fabbrica della Ricchezza”.
In tal senso, alcune settimane fa mi sono imbattuto in un interessantissimo studio pubblicato dal “Sole 24 ore” in cui si fornivano molti spunti su come dimezzare fin da subito la propria bolletta elettrica per risparmi in alcuni casi anche superiori ai 1.000 € / anno. Ad esempio, non tutti sanno che utilizzare gli elettrodomestici di casa (lavatrice, lavastoviglie, televisore, …) costa, in termini di euro, molto meno rispetto a solo 10 anni fa, e questo grazie alla tecnologia degli attuali apparecchi che, a prezzi pressoché uguali a quelli di molti anni addietro, consumano il 50% in meno di elettricità, acqua e detersivo, lavorando con risultati assolutamente superiori.
In sostanza, anche se apparentemente i “vecchi” elettrodomestici sembrano continuare a lavorare egregiamente, consumano in maniera subdola kilowatt su kilowatt.
Una bolletta energetica con elettrodomestici vecchi a fine anno costa intorno ai 500 euro, il doppio considerando apparecchi di classe A (230 euro circa) e 4 volte in più rispetto a quelli di classe A+++, che è sotto dei 130 euro totali. A questo si aggiungano anche il costo dell’acqua e del detersivo, dell’illuminazione e degli altri apparecchi della casa. Nei calcoli eseguiti da esperti di Ceced Italia (che riunisce i produttori di elettrodomestici) e di Indesit Company, si considerano quegli elettrodomestici che pesano di più sui consumi o che funzionano spesso o di continuo: il televisore, il frigorifero con comparto freezer, la lavastoviglie, la lavatrice, il congelatore verticale. Discorso a parte il forno elettrico, poco utilizzato in Italia, ed il climatizzatore, poco diffuso e usato solo per periodi limitati.
Frigo e congelatore sono i principali indiziati, essendo sempre in funzione. Un vecchio frigo infatti divora in un anno oltre 120 euro mentre uno in classe A+++ meno di 25 euro (meno di una lampadina accesa e come gli altri apparecchi che non sono sempre accesi). Inoltre, con un euro paghiamo 10 ore di funzionamento della lavastoviglie (in pratica circa 10 lavaggi per 10 pasti…), mentre il frigo è molto più “economico” poiché 320 ore circa di funzionamento richiedono solo 1 euro di elettricità.
Anche per la lavatrice si possono abbattere i costi collegandola ed esempio all’impianto domestico o alla caldaia autonoma per avere acqua calda senza usare quindi la resistenza elettrica, lavando solo a pieno carico, con temperatura basse, seguendo in maniera pedissequa le istruzioni d’uso.
Più la famiglia è numerosa (almeno tre figli) più aumenta la convenienza ad acquistare elettrodomestici più efficienti: la differenza è di almeno 30 euro all’anno per chi usa una lavabiancheria in classe A+++ rispetto a chi lava con una macchina in classe A. Triplica la differenza se continua ad usare una macchina di oltre 10 anni al posto di una lavabiancheria efficiente.
Questi pochi esempi rendono evidente quanto la conoscenza e la corretta gestione consentano risparmi molto interessanti in un’ottica di educazione finanziaria, sempre più indispensabili soprattutto in periodi di vacche magre come l’attuale.
Proprio per questo durante il corso [workshop_what what=”490″ color=”navy”] del [workshop_when what=”490″ color=”black”] a [workshop_where what=”490″ color=”black”] si “batterà” molto sul concetto del controllo delle spese e del risparmio che, seppur talvolta apparentemente minimo, può consentire guadagni impensabili, soprattutto se investito con gli strumenti adeguati in base alla logica dell’interesse composto che a molti è sconosciuta ma che fa capire come siano proprio le piccole cifre le più importanti da ottimizzare.
Al corso entreremo nei dettagli per comprenderne le potenzialità ma giusto per non farti restare a “bocca asciutta” ti lascio con alcuni passi tratti da “Un chicco di riso” di Helena Pittman, New York, Hastings House 1986.
“La figlia dell’Imperatore della Cina era gravemente malata, e suo padre promise ricchezze oltre ogni immaginazione a chi fosse stato in grado di curarla. Un giovane contadino chiamato Pong Lo si presentò a palazzo e con il suo sorriso e con la sua abilità riuscì a ridare alla principessa la salute e a conquistare il suo cuore. Come ricompensa Pong Lo chiese all’Imperatore la mano di sua figlia.
L’Imperatore rifiutò e chiese al contadino di pensare a qualsiasi altra ricompensa egli avesse desiderato. Dopo averci pensato per alcuni istanti Pong Lo disse: «Vorrei un chicco di riso». «Un chicco di riso! Ma questo è assurdo! Chiedimi qualunque somma, la più grande stanza del palazzo, un intera scuderia di stalloni selvaggi e tutto questo sarà tuo! » «Io desidero semplicemente un chicco di riso – disse Pong. Lo – ma se Sua Maestà proprio insiste, potrà raddoppiarmene l’entità ogni giorno per cento giorni di fila».
E così fu che, appena tornato a casa, Pong Lo ricevette il chicco di riso che gli era stato promesso. Il giorno successivo ricevette due chicchi di riso, il terzo giorno ne ricevette quattro, il quarto giorno otto e così via. Il quinto giorno ricevette 16 chicchi. Il sesto giorno ricevette 32 chicchi. Il settimo giorno ricevette 64 chicchi. L’ottavo giorno ricevette 128 chicchi. Arrivati al dodicesimo giorno, Pong Lo si vide recapitare 2.048 chicchi. Il ventesimo giorno vi fu una consegna di 524.288 chicchi ed in occasione del trentesimo giorno occorsero ben 40 servi per trasportare i 536.870.912 chicchi di riso spettanti a Pong Lo.
In preda alla disperazione l’Imperatore fece l’unica cosa onorevole che gli rimaneva da fare ed acconsentì al matrimonio tra sua figlia e l’astuto contadino.
In considerazione dei sentimenti dell’Imperatore al banchetto nuziale fu evitato di servire piatti a base di riso.”
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Roberto Ivaldi
11 anni fa
Eh beh…non v’è dubbio che “GLI INTERESSI COMPOSTI” sono la piú grande invenzione dell’uomo e nulla potrà mai essere “PIU INTELLIGENTE FINANZIARIAMENTE”… Del resto se lo ha detto un tale di nome EINSTEIN…. Grande IVO!
11 anni fa
Ciao Roberto, articolo interessante!
Provo a portare i miei 2 cent alla discussione….
Io minerei un po’ alla base la questione: frigo e congelatore sono necessari?
Solo se si tiene una alimentazione di un certo tipo, ricca di carne, affettati, gelati, prodotti surgelati, ecc.ecc.
Ma una alimentazione simile è ..mortale, nel lungo periodo. Porterà ad ammalarsi più spesso, a lavorare peggio, a non godersi le cose al massimo.
Una alimentazione basata su cereali, ortaggi e legumi non richiede nè frigo (se non uno piccolino in certi periodi dell’anno particolarmente caldi, ma di cui si può fare a meno stando attenti alle quantità) nè congelatore.
La lavastoviglie stessa perde la sua importanza quando nella dieta non ci sono alimenti grassi, olio e cose simili. Semplicemente non serve, perchè lavare a mano richiede meno tempo che mettere i piatti in lavastoviglie e il risultato è persino meglio.
Lo stesso discorso può valere per la televisione: è proprio necessaria? No, anzi, nella maggior parte dei casi è dannosa. Chiunque stia qualche mese senza TV si riscopre ad avere una infinità di tempo libero in più (da dedicare alla propria formazione o al piacere, con qualche buon libro), anche fosse solo per parlare e condividere con i propri cari ciò che si preferisce. I bimbi diventano lobotomizzati, i grandi credono che quello che vi si vede dentro sia realtà… Non vedo sinceramente nessun buon motivo per tenere una televisione in casa. Con un computer si tiene dietro al Forex (…. 🙂 ), si trovano tutti i cartoni animati possibili e immaginabili, si è informati di tutto, senza avere un pezzo di Grande Fratello orwelliano nella proprie stanze…
Per il riscaldamento, poi, si può risolvere cambiando semplicemente la propria resistenza al freddo (diminuendo la frutta e i liquidi nella propria alimentazione e mangiando alimenti che stimolano il corpo a produrre il suo calore, invece di averne bisogno dall’esterno, come il grano saraceno, il miglio, le zuppe di legumi o le creme di cereali, ecc.): la sensazione di comfort percepita con la stanza a 24° per un appassionato di frutta e verdura equivale più o meno ad una stanza a 17° per un cerealicolo medio…
Si risparmia sul cibo, si risparmia sul riscaldamento… Cosa vuol dire, in EURO, tenere mediamente il riscaldamento 6 o 7 gradi più basso pur mantenendo lo stesso comfort??…
Per me, il risparmio in casa, senza voler in nessun caso fare scelte incredibilmente estreme, è veramente BANALE e inconcepibile, per chi non prova: nutrirsi e stare in perfetta salute con meno di 50€ al mese (stando MOLTO larghi) a testa non mi sembra male, no? Pensateci… 🙂
11 anni fa
Grazie del commento Luca, condivido all 100%. Non fa una grinza.
Bisogna fare un salto di paradigma e ciò richiede forte determinazione.
Credo sarà una strada obbligata che prima poi tutti dovremo percorrere.
11 anni fa
Ciao Robi come va? Io vi do un consiglio per abbattere totalmente le spese del gas da riscaldamento. Venite a vivere in brasile!!!!!! Un saluto a tutti.
11 anni fa
Beh Luca..tutto molto bello se hai la possibilità, per esempio di vivere in una casa per conto tuo. In città per esempio, soprattutto nei centri storici, è obbligatorio il riscaldamento centralizzato e da li non si scappa non si può risparmiare proprio niente. Per il freezer sono assolutamente d’accordo con te ma purtroppo per conservare più di un paio di giorni la frutta e la verdura che si acquista (sempre nell’ottica di non avere la fortuna di avere un orto proprio) il frigo è indispensabile per non buttare tutto e dover ricomprare daccapo. Diciamo che si possono fare dei ragionamenti e ognuno può provare a togliere qualcosa e risparmiare con una vita più sana che appoggio appieno. Purtroppo non tutto è sempre fattibile anche se sarebbe bello. L’ipotesi del Brasile poi direi che è proprio risolutiva..e dire che io ci abitavo e me ne sono andata…:-)) Saluti