Nello scorso articolo abbiamo impostato le basi per comprendere la differenza tra trading e investing (se lo hai perso recuperalo cliccando qua). Oggi proseguiamo il discorso introducendo lo strumento principale utilizzato da chi fa investing, ossia l’ANALISI FONDAMENTALE.
L’analisi fondamentale è quella disciplina che utilizza i “numeri delle azioni” (ossia estratti di sintesi dai bilanci delle aziende quotate) per cercare di valutarne lo stato di salute e, soprattutto, le potenzialità di crescita future.
Oltre ai numeri, chi parte da un approccio di investing guarda poi anche altri elementi come la natura del business (un’azienda di software ha una natura radicalmente diversa da una compagnia che si occupa di miniere di carbone…), la qualità del management della società, la tipologia dei prodotti offerti, le barriere all’ingresso nella sua nicchia di mercato etc.
In questo contesto diventa molto importante anche il quadro macro-economico.
Alcuni tra gli elementi numerici più usati dell’analisi fondamentale sono invece gli EPS, il P/E, il PEG, il ROE, l’EBITDA, i fatturati etc.
Non mi dilungo sugli aspetti più tecnici della definizione di analisi fondamentale e dei vari elementi per i quali ti rimando invece al glossario che puoi trovare sul mio sito che li contiene tutti in modo ben definito.
Quello che è invece importante comprendere e l’obiettivo di chi investe e utilizza l’analisi fondamentale come strumento per selezionare le proprie decisioni che è quello di scovare azioni di aziende di qualità ma al momento sottovalutate relativamente al prezzo di mercato.
Tra gli strumenti che puoi utilizzare per fare le tue ricerche basate sull’analisi fondamentale ti consiglio l’ottimo stock screener di Zacks.com che puoi trovare cliccando QUI.
Chi investe utilizzando l’analisi fondamentale ha generalmente sempre un orizzonte temporale di medio-lungo termine (qualche anno) essendo i fondamentali totalmente inadatti a predire l’andamento dei prezzi nell’arco di alcuni giorni, settimane o anche mesi.
Per la verità il limite maggiore dell’analisi fondamentale (e la ragione per la quale anche io ne faccio un uso assai limitato) è che spesso, anche per un anno o più, l’andamento dei titoli quotati in borsa può non riflettere per niente la qualità delle aziende sottostanti, con il rischio di deludere fortemente (ossia far accumulare perdite anche pesanti…) chi si sia affidato esclusivamente ai fondamentali per le proprie decisioni.
Un ottimo esempio di questo principio lo abbiamo avuto nel 2008 in cui anche aziende ottime e in grande salute, con fondamentali eccellenti (Apple e Google giusto per fare alcuni nomi conosciuti) hanno incassato ribassi pesanti oltre il 60-70% rispetto ai propri massimi.
Personalmente, se ti piace utilizzare un approccio come quello che insegno al corso POWER TRADING a “basso grado di rischio e di incertezza” (ossia senza perdite neppure momentanee a meno che non siano davvero minime e pre-calcolate), l’utilizzo esclusivo della sola analisi fondamentale è assolutamente inadeguato.
Può invece essere un’ottimo metodo quello di abbinare l’analisi fondamentale all’analisi tecnica ma, come dicono nei migliori serial TV, di questo parleremo nella prossima puntata.
Alla prossima e…buon trading!
Roberto Pesce
14 anni fa
Ciao Roberto,
bel post, complimenti!!
Per quanto riguarda:
“Un ottimo esempio di questo principio lo abbiamo avuto nel 2008 in cui anche aziende ottime e in grande salute, con fondamentali eccellenti (Apple e Google giusto per fare alcuni nomi conosciuti) hanno incassato ribassi pesanti oltre il 60-70% rispetto ai propri massimi.”
Così come nel trading con l’analisi tecnica il prezzo d’entrata è cruciale per il successo e anche lo stop loss e la strategia d’uscita, anche per l’investimento con l’analisi fondamentale il prezzo d’entrata è altrettanto cruciale per il successo e pure lo stopo loss e la strategia di uscita.
Ergo:
Su quei due titoli, che sì avevano buoni fondamentali, se si fosse impostato un timing d’entrata e d’uscita come si deve, un investitore o non ci sarebbe entrato oppure ci sarebbe entrato e non si sarebbe fatto male più di tanto!!!
Vengo e mi spiego!
Su titoli growth del genere un prezzo d’entrata ottimale è quando:
p/e < 15 e PEG < 0,9
oppure ancora meglio quando
EV/ FCF < 10-12 e se p/e 40/45 vendo.
E’ solo un esempio, ogni garper setta questi due parametri (e altri parametri su questi due punti) con una certa flessibilità in relazione all’andamento dello stato dei fondamentali dell’azienda in questione e delle concrete prospettive di crescita dell’azienda in questione e e del suo settore di appartenenza.
Comunque sul discorso cosa compri e quanto lo paghi, avevo scritto l’ultimo post e quindi aggiungo anche le considerazioni fatte in quella sede.
Per quanto riguarda l’uso congiunto di analisi fondamentale e analisi tecnica si può fare con buoni risultati e la strategia d’investimento che ha dato migliori risultati è nota con l’acronimo di CAN SLIM e il pioniere è stato William O’Neil.
Maggiori info su:
http://www.investopedia.com/university/stockpicking/stockpicking7.asp
Grazie per l’ospitalità e complimenti e auguri per il tuo lavoro di educazione finanziaria e coaching finanziario.
Ciao!
14 anni fa
Ciao Roberto,
non prende un link che avevo indicato e mancano dei pezzi fondamentali!!
Così il mio post per chiunque lo legge non ha senso!!
Never mind!!
Misteri informatici!!!
Comunque guarda che sotto a “Submit Comment” ci sta scritto:
“Comments links could nofollow free”
E secondo me è per questo che non prende l’altro link, il sistema è settato per prenderene al massimo uno!!
Ciao!
Fab
14 anni fa
Ciao Roberto,
chiedere è lecito, rispondere è cortesia!!!!
Una riga di sei parole per dire due cose andrebbe anche bene!!
Let me know if you feel like!!!
14 anni fa
Ciao Fabrizio, può essere così la storia dei link, wordpress ha effettuato un aggiornamento recentemente e magari ha inserito questa funzione che francamente non avevo mai notato.
Grazie per il commento ampio e articolato volto ad aggiungere contenuto.
Come sempre, ogni argomento si potrebbe approfondire anche molto, magari ci potrà essere l’occasione per farlo in prossimi articoli.
Relativamente alla tua ultima richiesta di una mia risposta, considera che non sempre replico ai commenti dei miei lettori (spesso semplicemente non ne sento il bisogno) o comunque cerco di farlo anche compatibilmente con il tempo a mia disposizione.
Ciao, Roberto