“Meglio parlare di longevità che di vecchiaia. Alla vecchiaia non ci si pensa, per tanti è un argomento che angoscia, da evitare, ma in fondo tutti dovremmo augurarci di poterla vivere e, possibilmente, viverla bene”.
Parlo al telefono con Diego Matrorilli e la sua educata gentilezza mi riporta alle giornate di INTELLIGENZA FINANZIARIA e alla prima volta che mi ha raccontato la sua idea.
Quell’idea ora è diventata un libro Genitori dei Genitori e la sua vita un progetto che ha chiamato con un nome di buon auspicio: Longevità 4.0.
Ma cosa ha portato Diego che fino al 2016 viveva alla giornata senza mai pensare al momento della pensione a dedicarsi alle persone per fare in modo che vivano vite lunghe, e quanto più possibile felici, fino alla fine?
Nel suo quotidiano, da parecchi anni, Diego è direttore di RSA (Residenze Sanitarie per Anziani) e nella sua lunga esperienza ha maturato competenze e ha individuato schemi ricorrenti.
Anziani che si sentono abbandonati o di peso per i figli, famiglie che hanno la necessità di trovare una soluzione per riappropriarsi della propria vita, difficoltà economiche da affrontare perché non si è mai pianificato il momento in cui si diventa noi stessi parte del problema o, come spesso succede, non se ne è mai parlato.
Come evitare la scia di dolore, recriminazioni, difficoltà, incomprensioni che scaturiscono tante volte quando i genitori invecchiano e i figli diventano a loro volta genitori dei genitori?
“Come una sfera di cristallo al contrario” mi racconta Diego, “guardando la vita di tanti anziani e parlando con tanti figli ho capito che la qualità della nostra vecchiaia è il risultato di scelte fatte ma soprattutto di quelle non fatte”.
Ci sono quattro ambiti su cui si può intervenire pianificando il futuro e che, salvo sfortune, garantiscono una vecchiaia felice:
- Il mantenimento di un’attività fisica
- Stimolare l’attività celebrale
- Mantenere relazioni sociali e personali appaganti
- La pianificazione economica
Su questi quattro pilastri è basato il progetto Longevità 4.0 a cui Diego, coadiuvato da medici, animatori e psicologi, si sta dedicando per portare a più persone possibile la sua esperienza.
“Senza avere la verità assoluta” mi puntualizza “ho solo visto così tante situazioni e cercato soluzioni, che adesso posso spiegare agli altri quali sono le strategie che funzionano”.
Gli chiedo cosa invece abbia funzionato su di lui dopo aver partecipato a INTELLIGENZA FINANZIARIA.
Senza esitare, mi racconta che subito dopo il corso ha fatto due cose:
- Ha messo ordine finanziario nella sua vita, stabilizzando le entrate e tagliando tutte le uscite dannose, i debiti. Da lì ha iniziato ad accantonare per pianificare in modo consapevole e proficuo il futuro.
- Poi si è messo a pensare come costruire il proprio acquedotto. Cioè, come spiega anche Robert Kiyosaki in Padre Ricco Padre Povero, come trovare il modo di essere pagati non più per il tempo o per i secchi che si trasportano, ma generare un’entrata che non dipenda dal nostro lavoro diretto. Quello che noi chiamiamo reddito passivo.
Ci pensava senza dirlo a nessuno, mi spiega, perché le persone sanno essere critiche quando gli presenti un’alternativa non tradizionale.
Il primo piccolo “acquedotto” che ha costruito Diego è stato il suo libro.
“Scrivevo in treno dalle 6,30 alle 8,00, andando al lavoro. Tutti i giorni per 10 mesi” mi racconta.
Dal libro, è nato di recente un Blog, una pagina Facebook e a breve le serate di presentazione di Longevità 4.0.
Il mio augurio è che Diego Mastrorilli possa diventare nel tempo il punto di riferimento “dell’educazione alla longevità”.
Nell’attesa che questo succeda, credo sia utile a tutti costruire quella che Roberto Pesce a INTELLIGENZA FINANZIARIA chiama FABBRICA DELLA SICUREZZA. Cioè tutta quella rete di protezioni, sia finanziarie che assicurative, che ci coprono nei momenti di difficoltà. Nei momenti in cui siamo più deboli, esposti.
Costruirsi una propria rendita per il futuro ci rende autonomi di decidere come e dove vogliamo vivere la nostra vecchiaia. Anche questa è Libertà Finanziaria.
Una polizza LTC (Long Term Care) ci garantisce una copertura in caso di perdita dell’autosufficienza e può sollevare una famiglia dal costo esorbitante di cure e strutture.
È vero che i soldi che si versano in queste polizze sono “persi” se l’evento non si verifica, ma se “fa male” pagare oggi, non ricordarci più di aver pagato un domani potrebbe fare più male ad altri.
Giorgia Ferrari