Le coordinate della felicità, un libro sulla libertà

Le coordinate della felicitàHo sentito per la prima volta parlare Gianluca Gotto in un podcast che ascolto facendo lunghe camminate. Mi dirigo senza quasi pensarci alla libreria più vicina e trovo tra i suoi libri “Le coordinate della felicità” che ha come sottotitolo: di sogni, viaggi e pura vita.

Lo prendo per capire se quella bella capacità di racconto che sto ascoltando si traduce nella scrittura.

Sì.

Ritrovo la voce che sento fra le righe di questo suo primo libro.

Lo pubblica a 28 anni, per raccontare la sua esperienza di ventenne che si guarda intorno in un’aula dell’università nella sua città di nascita, Torino, e si accorge di essere totalmente disinteressato alla lezione, a quel percorso, a quel posto.

“Sono fermamente convinto che la laurea sia un valore aggiunto alla propria formazione, ma sono altrettanto convinto che la sua concezione originale sia andata ormai perduta. Si dovrebbe studiare per accrescere la propria cultura…Alcuni vedono nell’università un prolungamento della bolla del liceo…un obiettivo da raggiungere perché deve essere così

Decide che deve fare qualcosa, per capire, per sentirsi vivere e per trovarsi.

Ha la fortuna di avere già incontrato Claudia, che lo comprende e condivide il suo spirito non convenzionale. Entrambi sentono il bisogno di allontanarsi da Torino e dai quei si deve.

Partono. Senza sapere cosa troveranno, senza appoggi, senza esperienza, e con pochi risparmi. Arrivano in Australia appena ventenni.

In Australia si adattano a fare lavori duri, ma scoprono anche che le persone che incontrano possono essere generose solo per gentilezza. Che tutta una serie di paure e retro pensieri che si portano da casa, non esistono dall’altra parte del mondo, perché dipendono  dall’ambiente e alla cultura in cui si cresce.

“Quello che è giusto per gli altri non dev’essere per forza giusto per tutti…Forse la “normalità” non è altro che un’invenzione.”

 

Il viaggio che Gianluca e Claudia iniziano in Australia si interrompe bruscamente proprio quando pensano di aver trovato la dimensione che cercavano e in cui volevano restare.

Succederà più volte nel corso della loro esperienza: legati alla necessità di un visto, di un posto di lavoro, o per problemi di salute di parenti, si trovano a dover rientrare in Italia da diverse parti del mondo e ricominciare tutto da capo.

In quei momenti di sconforto, come in tutte quelle situazioni che potremmo indicare sfide della vita, non smettono di interrogarsi su se stessi, sulla vita che vorrebbero, e sul come trovare il modo di riprendere il loro sogno: viaggiare e scoprire il mondo.

“Wanderlust significa volersi sempre muovere. È il desiderio di viaggiare, esplorare, vedere posti nuovi. È il contrario di stare fermi.”

E a forza di farsi domande succede che le risposte arrivino sotto forma di incontri inaspettati.

Così Gianluca durante un viaggio alle Canarie scopre il mondo dei nomadi digitali, ancora agli albori in Italia, e si chiede quali competenze possa far diventare un lavoro da fare ovunque in remoto.

Leggi anche: Un mondo diviso tra nomadi digitali e analfabeti

Sente che il lavoro adatto a lui è quello del web writer, ovvero chi si occupa di creare testi per Internet. Ai tempi non c’erano corsi che ti insegnassero quel mestiere e quindi per prendere informazioni ne parla in giro, chiede consiglio a conoscenti e amici.

“Se vuoi scrivere, perché non ti sei laureato” me lo chiedevano in tanti, spesso con supponenza, e io restavo allibito da quanto fosse limitata la mentalità della gente, così convinta che solo un pezzo di carta possa davvero definirti come persona e professionista.

Da quelle esperienze compresi l’importanza di fare entrare solo le persone giuste nella mia vita e di escludere tutte quelle che non hanno altro che negatività da offrire.

 Ascoltare tutti, dar retta a pochi e fidarmi sempre del mio cuore: questa era la mia nuova filosofia di vita.

Il percorso di Gianluca per diventare web writer inizia come in tutte le sue esperienze: facendolo.

Scrive e riscrive una lettera di presentazione e un articolo di prova (mettendoci settimane per farlo nel modo migliore possibile). Lo manda ai contatti dei siti per i quali avrebbe voluto scrivere perché corrispondenti a una sua passione o a una sua competenza.

Passa un anno a scrivere gratis e a inseguire questa strada prima che arrivi la prima opportunità di guadagno.

Nel momento in cui succede è la svolta. Ha un lavoro che può fare ovunque, senza bisogno di visti o imposizioni di tempo.

È libero.

E anche Claudia trova il modo di mettere a reddito la sua passione, prima vendendo oggetti che trova in giro per il mondo, poi diventando social media manager per essersi fatta notare per le sue abilità a promuovere i suoi prodotti.

A quel punto sono pronti per sperimentare quella vita che pochi anni prima nemmeno sapevano esistesse. 

I viaggi che seguono quel momento sono dettati dalla curiosità, dall’esplorazione di culture, e vanno di pari passo con una crescita interiore iniziata con quell’inconsapevole viaggio in Australia.

Mi viene inevitabile pensare a un viaggio del tutto simile che spesso inizia negli allievi che partecipano a INTELLIGENZA FINANZIARIA.

Per questo “Le coordinate della felicità” è un libro di sogni, viaggi e pura vita, che avrei voluto leggere a vent’anni ma che ti consiglio qualunque età tu abbia. “L’età è solo un numero”, si può ambire alla libertà in ogni fase della vita e tutti i personaggi che Gianluca racconta nel suo libro ci indicano le stesse coordinate: quelle del cuore.

“L’unico viaggio di cui ti puoi pentire è quello che non hai mai fatto.”

E tu? Quali sono le coordinate per la TUA felicità?

Giorgia Ferrari

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