Scrivo questo articolo in preda a un delirio di onnipotenza digitale, dopo essere riuscita a fare cose che soltanto sei mesi fa non sapevo nemmeno esistessero.
È una sensazione di appagante soddisfazione, un piccolo successo, che mi motiva a imparare sempre di più chiedendomi quanto ancora rimane da scoprire.
Se penso a tutto il tempo, alla frustrazione e alle incertezze, ma anche alle conquiste che mi hanno accompagnata in questi ultimi anni, so già che questo mio momento di esaltazione lascerà nuovamente il posto ad approfondimenti, ad altro studio, a nuova pratica. Periodi di quotidiana normalità dove non percepirò progressi tangibili.
Adesso so che quei momenti sono in realtà i più utili.
Lo so sia per averlo provato su me stessa, che per averlo letto su un libro che spiega con grande chiarezza il modo per imparare qualunque cosa e avere successo a lungo termine.
Questo libro si intitola: Mastery, The keys to success and long-term fullfillment, di George Leonard.
L’autore usa il termine Maestria intesa come la capacità di fare le cose a regola d’arte, da professionista e non attribuisce al termine successo nessun tipo di risultato economico.
Il successo di cui parla ha il significato di “portare a compimento” cioè riempire di senso il sentiero che si è deciso di percorrere.
Quindi che si tratti di nozioni tecniche, di praticare sport, di esprimersi in maniera creativa o di qualunque altra forma di conoscenza si voglia apprendere, in questo libro trovi quello che nessuno ti mostra mai: il grafico più importante della nostra vita.
Il modo in cui impariamo qualunque cosa.
La chiave del successo: siamo tutti potenziali maestri
Se io ora ti dicessi “chiudi gli occhi e con l’indice della mano destra tocca la punta del tuo naso” probabilmente non avresti nessuna difficoltà a farlo. La semplice consapevolezza di dove sia il tuo naso, di quale sia la mano destra, il dito indice e lo spazio da coprire a occhi chiusi per compiere l’esercizio, l’hai acquisita con il tempo, sia grazie a qualcuno che con amore e filastrocche ti ha spiegato quante dita ci sono in una mano e come si chiamano, sia con la pratica da incurante esploratore del mondo che avevi da bambino.
Nella semplicità di questo esempio sono racchiuse le due cose più importanti che hai imparato da piccolo:
- Come si fa a imparare le cose
- E che tutti possono riuscirci
La Maestria, sostiene Leonard, non è riservata solo a chi ha talento o fortuna. La maestria e il successo sono alla portata di tutti esattamente per lo stesso processo che ci ha portato a toccarci il naso a occhi chiusi: avere buoni maestri, non farsi scoraggiare e provare, provare, provare.
Certo, talento e fortuna possono aiutare, ma ogni grande risultato richiede impegno, conoscenza, fatica e soprattutto tanta pratica.
Dichiararsi privi di talento è spesso una scusa che ci raccontiamo per non provarci nemmeno.
La chiave del successo: come si fa a imparare le cose
Quando iniziamo a imparare qualcosa, pensa ad esempio di voler suonare il pianoforte o di scendere dalle piste da sci, siamo spinti da un grande entusiasmo, ma ci aspettiamo che i progressi e i risultati siano rapidi.
Il grafico che Leonard disegna come la Mastery Curve presenta invece lunghi momenti di piana.
Quei momenti lui li definisce plateau.
I plateau sono tutte quelle fasi della vita in cui ti impegni, studi, impari ma ti sembra di non fare progressi poi improvvisamente a un certo punto sali di un gradino, fai un salto di livello e di nuovo ricominci un altro plateau ma, questa volta, a un piano superiore rispetto a prima.
Ti accorgi facilmente della Mastery Curve se pensi ai percorsi professionali di tanti sportivi.
Al duro, quotidiano e costante allenamento per arrivare al livello di eccellenza desiderato.
La conformazione del grafico ci dice però un’altra cosa fondamentale: ci vuole tempo.
Nella società odierna si tende a cercare soluzioni veloci, facili e comode. Tutto il mondo pubblicitario ruota attorno al soddisfare bisogni immediati e si fonda su quello che viene chiamato algoritmo di Greedy.
L’algoritmo di Greedy, anche detto “strategia dell’ingordo”, è un concetto preso dalla matematica che sostiene che davanti a un problema si tende a compiere, a ogni passo, la scelta più facile e più soddisfacente nell’immediato, piuttosto che adottare una strategia che ci premi a lungo termine.
Al contrario Leonard ci mostra che la via per il successo, per tendere all’eccellenza e alla maestria, richiede scelte che guardino al futuro e all’impatto che avranno sul resto della nostra vita.
Solo in questo modo si riusciranno a superare i momenti più difficili, i lunghi plateau in cui ti senti impantanato e pensi che qualunque sforzo sia assolutamente inutile.
Ci vuole tempo quindi e una chiara visione di dove vuoi arrivare.
Sì ma quanto tempo serve per prendere padronanza di quello che vogliamo imparare?
Alcuni studi affermano che per diventare esperto occorre applicarsi e praticare, praticare, praticare per 10 mila ore. Circa tre anni e mezzo considerando di dedicare otto ore al giorno.
Sembra abbastanza evidente che se ti applichi in qualcosa per 10 mila ore impari a farla.
Ma l’autore ci spiega che l’equazione TEMPO x PRATICA = SUCCESSO, senza dubbio determinante, non è sufficiente.
La quantità è importante, ma non esiste un numero di ore che garantiscano il successo, perché la qualità della pratica è ancora più importante. Contano i maestri che scegli, conta l’attenzione mentale con cui ti applichi, contano l’umiltà e la perseveranza. Infine, ma non ultima, conta la passione con cui fai una cosa cui decidi di dedicare tutto quel tempo.
Tra indicazioni, suggerimenti e racconti Mastery The keys to success and long-term fullfillment è un libro sincero che fornisce strumenti pratici per percorrere questo sentiero di crescita a lungo termine.
Tendiamo a sopravvalutare quello che riusciamo a fare in un anno ma sottovalutiamo quello che possiamo fare in tre, cinque, dieci anni e nell’economia di una vita, penso sia una buona prospettiva per pensare alla propria definizione di successo.
Giorgia Ferrari
6 anni fa
Fantastico Giorgia! Adoro questi articoli!
Questo 2019 volevo mettere una marcia in più riguardo alla crescita personale più che agli investimenti. Oltre a – leggere almeno 10 pagine al giorno – Iniziare a leggere in inglese era uno dei tanti obiettivi…magari partirò da questo! Intanto devo finire l’alchimista di Cohelo che lo sto divorando in 3 giorni in quanto è una metafora perfetta di quello che mi sta capitando!
Una buona vita 🙂
6 anni fa
Grazie Andrea,
mi fa piacere che tu abbia trovato nuovi spunti.
Il libro è scritto in un inglese comprensibilissimo, perciò può essere un buon punto di partenza.
Buona lettura,
Gio
6 anni fa
Just a word: bellissimo!
6 anni fa
Thank you Sir!
Utilissimo e mai più azzeccato come tempistica il tuo suggerimento sulla Cyber Security, Max.
Dopo aver testato Warren, e averne viste le potenzialità, ho già investito sull’ETF che consigli.
Non voglio svegliarmi una mattina e vederlo materializzato a fianco al letto con lo sguardo di superiorità robotica e alleato solo con il gatto!
😉
6 anni fa
Articolo mai più azzeccato per me in questo periodo! Grazie Giorgia!! Mi sono buttata, a 55 anni, ad approfondire l’inglese (studiato a scuola e parlato nelle occasioni di viaggi all’estero con frasi semplici) e il grafico mi aiuta ad avere fiducia !
Credo fortemente che “i maestri” siano fondamentali per un approccio a ciò che vogliamo imparare insieme al tempo (che si trova! diciamocelo!), la pratica (tanta) e la passione! E per me è sottinteso che occorre umiltà. Grazie!
Il libro sarà una bella sfida riuscire a leggero!
6 anni fa
Ciao Marina,
la tua sfida la comprendo bene.
Sono certa però, da come scrivi, che la porterai a termine e che presto, anzi prestissimo, tu possa dirmi “ce l’ho fatta!”
Ti auguro una buonissima giornata
Gio
6 anni fa
Questa è una lezione di vita, semplice , ovvia, ma ahimè a quante cose ho rininciato per non aver avuto pazienza (trovandomi nel “plateau”).
Grazie Giorgia per questa riflessione.
6 anni fa
Ma grazie a te Giuseppe!
Potremmo inaugurare un nuovo modo di dire “mi trovo nel plateau”, che ne dici?
Forse i momenti “sfidanti” assumerebbero una nuova eleganza e la pazienza sarebbe più facile da coltivare.
Un abbraccio,
Gio
6 anni fa
Interessante questa prospettiva e grazie Giorgia per le opportunità di riflessione e approfondimenti che ci offri. Leggendo le tue parole, mi sono riagganciata a Vygotskij e al concetto di zona di sviluppo prossimale, intesa come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l’aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore. Nello sviluppo del bambino ci sono momenti di “plateau” e di balzi in avanti! Ottimo spunto sia professionale che per la mia crescita personale ?
6 anni fa
Ciao Patrizia,
Vygotskij non lo conosco, ma so che ci sarà presto occasione per parlare anche di questo.
Sono onorata di averti dato uno spunto utile.
Grazie,
Gio