I Certificati di Credito del Tesoro (CCT) sono titoli di Stato a tasso variabile, di durata pari a 7 anni, con cedole indicizzate al rendimento dei BOT semestrali o annuali emessi nel bimestre che precede il mese antecedente lo stacco della cedola. Gli interessi sono corrisposti posticipatamente, con cedola semestrale.
Il metodo di indicizzazione degli interessi è il seguente: la prima cedola è fissa e viene definita in sede di emissione; dal sesto mese in poi il valore delle cedole semestrali dipende dal rendimento dei BOT a sei mesi collocati con l’asta immediatamente precedente la data di decorrenza della cedola. Il valore della cedola sarà quindi pari al rendimento dei BOT aumentato di uno spread percentuale, variabile dallo 0,3% al 1%, a seconda della durata del CCT.
L’emissione dei CCT avviene attraverso un’asta marginale sul prezzo, in genere con frequenza mensile. L’operazione di collocamento è affidata alla Banca d’Italia.
Sono ammessi alla quotazione di Borsa il giorno successivo all’asta e la quotazione è a corso secco. Sono emessi alla pari o sotto la pari. Il prezzo di emissione dipende dalla durata del titolo: quanto maggiore è la durata, tanto minore è il prezzo. Il taglio minimo è di 1.000€ e sono rimborsati, in un’unica soluzione, alla pari. Dal punto di vista fiscale, si distingue tra: CCT esenti da imposta, emessi prima del settembre del 1986; CCT soggetti ad aliquota del 6,25%, emessi tra ottobre 1986 e agosto 1987; CCT soggetti ad aliquota del 12,5%, emessi dopo il mese di agosto del 1987.
L’imposta è applicata, sotto forma di ritenuta alla fonte, sul valore delle cedole e, al momento del rimborso, sullo scarto di emissione.