Possiamo dirci che il mondo non è più lo stesso con l’entusiasmo con cui affermiamo che non ci sono più le mezze stagioni.
Che il nostro quotidiano sia ormai integrato a processi digitali è un dato di fatto.
Da una parte c’è chi ha adeguato il proprio stile di vita godendo della mobilità che un lavoro digitale gli concede, dall’altra c’è chi questa integrazione non la vede nemmeno.
Così nello stesso giorno mi capita di leggere due articoli diametralmente opposti.
Uno sui cosiddetti nomadi digitali, e l’altro sugli analfabeti digitali: due facce della stessa medaglia che spesso chiamiamo lavoro.
Analfabeti digitali
Una recentissima inchiesta condotta da Milena Gabanelli sull’alfabetizzazione digitale, evidenzia quanto sia drammatica la situazione in Italia anche solo rispetto ai nostri vicini europei.
Le scarse competenze digitali riguardano trasversalmente sia i singoli individui che le piccole imprese.
Le aziende più strutturate, che cercano personale qualificato, faticano a trovare persone preparate, o da formare, per inserirle nei processi più evoluti.
Il deficit scolastico sembra l’origine del problema, ma molto potrebbe fare la volontà dei singoli per colmare certe lacune.
In rete sono disponibili strumenti, informazioni e formazione, anche di qualità, completamente gratuita.
Un esempio per tutti è la Google Digital Training di cui abbiamo già parlato tempo fa (vai all’articolo Come farsi una cultura digitale.L’amore ai tempi di Google) e che continua ad aggiornarsi su vari livelli.
È vero che il mantra che si sente in questo periodo è “il lavoro non si cerca, il lavoro si crea”, ma per chi ancora lo stesse cercando, accrescere le competenze digitali potrebbe essere una buona idea.
Nomadi digitali
Sull’altro lato della medaglia ci sono i cosiddetti nomadi digitali.
Persone che hanno fatto del loro lavoro uno stile di vita, perché hanno bisogno solo di una connessione internet per essere operativi da remoto, in qualunque parte del mondo si trovino: una discreta forma di libertà.
Sono definiti nomadi perché amano spostarsi, viaggiare, fare esperienze, conoscenze, senza dover rinunciare al lavoro che fanno, ma arricchendolo di nuovi stimoli o nuove collaborazioni.
L’esercito dei nomadi digitali è composto sia da dipendenti, perché sempre più le grandi multinazionali sono affrancate dal lavoro in sede, che soprattutto da freelance.
Per fronteggiare le esigenze di questo gruppo sempre più numeroso sono nate società che forniscono supporto e servizi a chi è già nomade, o permettono di farne esperienza a chi vorrebbe diventarlo.
Remote Year
RemoteYear unisce 75 nomadi digitali provenienti da tutto il mondo per trascorrere un anno in viaggio lavorando ed esplorando 12 città diverse.
L’esperienza va dai quattro fino a dodici mesi pianificati e organizzati nel dettaglio.
Remote Year cerca per te e ti mette a disposizione spazi di lavoro, crea i contatti con altri professionisti, prenota voli, appartamenti o stanze d’hotel comodi agli spazi di coworking.
Nelle varie città i nomadi digitali possono esibire le loro qualità professionali, instaurare rapporti da mantenere anche una volta finito l’anno.
Il costo è di 2.000 Dollari al mese, per chi aderisce per un anno.
La quota è comprensiva di:
- Biglietti aerei e spostamenti vari
- Alloggio
- Spazi di coworking accessibili senza limiti di orario e compresi di connessione
- Attività ed eventi
Il costo non comprende le commesse di lavoro. Chiunque voglia partecipare dovrà quindi guadagnarsi da vivere con i propri clienti.
Unsettled
Simile a Remote Year, Unsettled offre tratte più brevi, dalle due settimane a un mese, spaziando tra Bali, Sudamerica, Giappone con l’intento di offrire, oltre al supporto logistico, anche un’esperienza di crescita personale e la connessione a culture e abitudini diverse.
Nomad cruise
Declinata su una nave da crociera, Nomad Cruise offre a 250 partecipanti l’occasione di incontrarsi, scambiarsi idee, seguire workshop a bordo su diversi argomenti, dall’affiliate marketing, alla crescita imprenditoriale, allo sviluppo di una rete Linkedin ma anche sull’importanza di una sana alimentazione, la meditazione, o tutto ciò che serve per migliorare sotto ogni aspetto il proprio stile di vita.
Tutto ciò mentre si compie una traversata atlantica.
I partecipanti sono imprenditori, freelance e chiunque sia in cerca di ispirazione.
Dal biglietto (a partire da 1200 Euro) sono escluse le tariffe aeree, i visti, alcune escursioni e il costo del collegamento satellitare.
Nomad train
Se la traversata atlantica non fa per te e preferisci rimanere con i piedi per terra, la novità di quest’anno la trovi su Nomad Train che ti offre un viaggio epico di due settimane dall’Europa all’Asia sulla rotta della Transiberiana.
Le tappe previste: Kazan capitale del Tartastan, Novosibirsk, Krasnoyarsk, Irkutsk fino a Ulaanbaatar, in Mongolia sono state scelte per la presenza di coworking. Durante il giorno si possono utilizzare gli spazi per lavorare incontrando le comunità locali.
Il biglietto costa 1.350 Euro e comprende la lettera di invito per richiedere il visto di ingresso nel paese e una sim con 35 GB di dati.
Si dorme a bordo del treno in piccoli scompartimenti e i pasti sono a disposizione nel vagone ristorante.
Se infine ti senti così nomade da non volerti appoggiare a servizi già precostituiti, puoi consultare la piattaforma italiana di nomadi digitali e trovare spunti e tanti siti in cui ricercare alloggio o ospitalità.
Tutti questi servizi nati per rispondere a nuove esigenze offrono esperienze a termine. Una sorta di Erasmus da vivere a qualunque età.
Se la scuola non adempie in pieno al compito di prepararti al mondo nulla esclude che lo possa fare tu: viaggiando, creando relazioni e alimentando ogni giorno la tua cultura.
Giorgia Ferrari