La notizia è di un paio di giorni fa (leggi l’articolo completo sul Sole 24 Ore).
Bernard Madoff, 71 anni, l’ex-presidente del Nasdaq responsabile di quella che è stata definita “la più grande truffa finanziaria della storia”, è stato condannato in maniera esemplare a 150 anni di carcere (!!!) .
Ora, senza voler in questa sede ricapitolare i fatti dell’intera vicenda per i quali puoi trovare ampio spazio ovunque nel web, ti pongo invece una domanda:
cosa impari da questa vicenda e dalla sua conclusione giudiziaria?
Le mie prime riflessioni sono le seguenti:
- Truffe, truffati e truffatori, ahinoi, sono sempre esistiti da che mondo è mondo e sempre esisteranno perchè questa è la natura umana. Tanti soldi = tanto appetito (avidità) e non tutti condividiamo la stessa visione sul modo più corretto e opportuno da un punto di vista legale, etico e morale nel rapportarci con il prossimo e sui veicoli che si possono utilizzare per arricchirsi.
- Quando si viene truffati o imbrogliati, alla responsabilità del truffatore va aggiunta anche quella della vittima. Parlo per esperienza personale essendo anche io stato imbrogliato pesantemente almeno un paio di volte in passato da “amici” e “insospettabili professionisti” .
- Il punto è molto semplice, e fa parte degli argomenti di cui parliamo durante [workshop_what what=”490″ color=”navy”] nel capitolo sulla “gestione del rischio“:Queste sono regole di buon senso prima ancora che principi del buon investitore, peccato che nel caso di Madoff se ne siano scordati non solo impiegati, manager e casalinghe ma persino banche e istituzioni! Il che dimostra ancora una volta che fidarsi dei cosiddetti “esperti” e delegargli la responsabilità e la gestione del nostro risparmio non è cosa saggia …
- MAI investire in ciò che non si comprende
- quando un affare sembra troppo buono, controlla 6 volte e poi ricontrolla ancora. E’ assolutamente probabile che nasconda qualcosa
- Gli Stati Uniti, prima potenza finanziaria del mondo, si sono ancora una volta dimostrati vulnerabili agli imbrogli in grande stile (ricordati i casi Enron e WorldCom di qualche anno fa) e, in questo, non si differenziano dall’Italia che può vantare i suoi casi Cirio e Parmalat per non sfigurare in questa triste competizione.
La differenza tra le due nazioni salta però facilmente agli occhi.
In USA se sbagli avendo grande potere e grande responsabilità paghi duramente (gli amministratori di Enron in galera per decenni, Arthur Andersen che certificava i bilanci fatta chiudere alla faccia dei suoi 58.000 dipendenti sparsi per il mondo, Lehmann Brothers fallita, Madoff condannato a 150 anni di carcere…)
Da noi … beh vabbè dai, Callisto Tanzi è ai domiciliari, i suoi compari sono a spasso, le banche coinvolte e chi revisionava i conti di Parmalat non sono stati nemmeno sfiorati dallo scandalo, Alitalia è andata avanti allegramente sguazzando nei debiti per decenni ed è stata poi pseudo-salvata con i nostri soldi, abbiamo depenalizzato il falso in bilancio …cosa vuoi che sia … siamo un paese creativo …
Questo è uno dei tanti motivi per cui, muovendomi nel già scivoloso terreno della Borsa e degli investimenti finanziari preferisco farlo in America e non in Italia.
Something to think about …
Alla prossima e, mi raccomando, esprimi la tua opinione lasciando un commento!
Roberto