È da tempo che rifletto sul mio rapporto con il denaro, su cosa lo ha condizionato nel corso della vita e come mattoncino dopo mattoncino ogni esempio che ho avuto ha costruito quello che sono ora.
Sono nato da una famiglia benestante e nella mia infanzia non ho avuto modo di rimpiangere alcunché.
I miei genitori mi hanno permesso di vivere in un contesto di abbondanza e, seppur non avendo un rapporto morboso con il denaro, ho plasmato il mio money mindset sulla scorta degli esempi di chi mi stava attorno.
In primis da mia madre, insegnante, proveniente da una famiglia di dipendenti pubblici (mio nonno era impiegato in posta), con il chiodo fisso dell’istruzione e con la convinzione che i suoi figli avrebbero trovato, attraverso di essa, il tanto decantato “posto fisso”.
Sento ancora nelle orecchie le sue parole“dacci dentro nello studio, troverai un buon lavoro e ti sistemerai”. E così ho fatto.
Con alti e bassi sono arrivato alla laurea e successivamente ho trovato impiego in una multinazionale. La mia carriera è partita come molte dalla gavetta, registrare fatture e mettersi a disposizione dei colleghi per imparare il più possibile.
È nata dentro di me la sicurezza di essere arrivato alla svolta, all’indipendenza finanziaria e finalmente alla possibilità di mettere su famiglia. Il futuro oramai sarebbe stato in discesa, sarebbe bastato impegnarsi e lavorare sodo, fare carriera e accrescere il benessere. La cosa strana di quei tempi è che comunque la tranquillità finanziaria tanto agognata non arrivava.
Più cresceva il mio stipendio, più aumentavano le spese e più aumentava la percezione di non avere abbastanza denaro sul conto.
La reazione era quella di lavorare ancora più duramente, riducendo così il tempo da dedicare a me, a mia moglie e ai miei figli.
Diventato manager e salendo di livello le cose non sono cambiate, anzi sono addirittura peggiorate.
Oltre a non avere tempo da dedicare alla famiglia, non sono stato in grado di produrre risparmi che potessero permettermi di uscire da questa trappola.
Del denaro ereditato quando sono mancati i miei genitori non me ne interessavo particolarmente; lo lasciavo in mano ad una persona fidata, disinteressandomi delle possibilità di farlo crescere.
Qualcosa di sbagliato nella mia mentalità mi ha fatto entrare in un circolo vizioso dal quale era difficile emanciparsi, vuoi perché non c’era la consapevolezza di esserci dentro, vuoi per la mancanza di strumenti necessari per farlo.
Ho vissuto i primi 40 anni della mia vita con un deficit di intelligenza finanziaria.
La svolta è avvenuta quando ho attraversato da manager il percorso di una crisi aziendale. Il mio concetto di posto fisso e di sicurezza sono crollati.
Nel mezzo di quel periodo difficile mi sono aggrappato all’esempio di mio padre, che avevo fino a quel tempo ignorato per quieto vivere.
Lui farmacista, amante dello studio e della conoscenza ha sempre ricercato autonomia e intraprendenza. Passato dall’esperienza di lavorare per gli altri ha terminato con orgoglio la sua carriera, come capitano del suo destino, e proprietario della sua farmacia.
Mio padre mi ha insegnato che il lavoro non è vendere il proprio tempo, ma è costruire un sistema che generi valore per te e per gli altri.
“Non lavorare per i soldi, ma fai lavorare loro per te sotto forma d’impresa un sistema per produrre la ricchezza”.
Ero pronto anch’io per mettermi in proprio e divenire il padrone del mio destino.
Non è stato semplice ricostruirmi da zero, soprattutto cambiare una mentalità che mi aveva sempre accompagnato e che mi faceva fuggire dal rischio.
Ora ho imparato che il rischio è un amico e che non si deve fuggire, ma si deve semplicemente gestire. Dove c’è rischio c’è crescita.
La mia illuminazione è stata: si ha paura del rischio quando non si conosce quello che si sta facendo.
Se la mia paura consisteva nel fatto di rimanere senza denaro, non era rifuggendo dalla sua gestione e dall’educazione in questa materia, che potevo combatterla.
Dovevo istruirmi sul denaro e sulla sua psicologia; sentivo che qualcosa mancava nella visione del mio nuovo mondo: il corretto rapporto con il denaro.
Ho letto qualche libro e ho deciso di formarmi partecipando a INTELLIGENZA FINANZIARIA.
Qui è iniziata la fase della consapevolezza. La fase della disciplina e della ricerca della libertà finanziaria.
Mi è tornato alla mente l’esempio della mia longeva nonna materna.
Nonna Enrichetta aveva già 79 anni quando sono venuto al mondo, ma è l’unica dei miei nonni che ho avuto la possibilità di conoscere.
Mi ricordo ancora le domande che le rivolgevo da piccolo: “che lavoro fai nonna? Sono in pensione. E che lavoro facevi prima di andare in pensione? La casalinga. Le casalinghe hanno la pensione? No, io ho costruito la mia in modo particolare, quando è mancato il nonno 30 anni fa ci ha lasciato lo stabile nel quale viviamo con i suoi appartamenti. Io vivo con gli affitti generati dagli appartamenti. E perché non li vendi per ricavarci tanti soldi e vivere in modo più lussuoso? Perché devo risparmiare e devo garantirmi il mio futuro…”
Mia nonna aveva allora più di novant’anni ed è stata lungimirante visto che mancò circa quindici anni più tardi alla veneranda età di 106 anni.
L’esempio di mia nonna che ha vissuto buona parte della sua vita libera finanziariamente, dedicandosi a nipoti, bisnipoti e ai suoi cari, coincideva con quello che stavo imparando sul denaro.
Gli insegnamenti che ora porto con me sono:
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Sei responsabile della tua situazione finanziaria.
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Il rischio c’è quando non sai cosa stai facendo.
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Se non vuoi continuare a rimanere invischiato nella trappola del topo educati finanziariamente.
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Non lavorare per i soldi, ma falli lavorare per te.
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Dedica una quota importante delle tue entrate al risparmio.
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Crea degli investimenti che generano flussi di cassa futuri, senza la necessità del tuo tempo.
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Vivi al di sotto del tuo tenore di vita e gestisci le uscite allo stesso modo delle entrate.
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Alza il tuo tenore di vita solo quando i tuoi investimenti te lo permettono, non quando è il tuo lavoro a farlo.
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Guarda avanti e lavora con pazienza ma ininterrottamente verso la libertà.
La costruzione della libertà finanziaria inizia nella mente, eliminando di molte convinzioni limitanti e sostituendole con una mentalità nuova che è funzionale a raggiungere il successo.
Tutti possono raggiungere la libertà finanziaria, basta imparare come farlo.
In questo processo non siamo soli, ci sono innumerevoli esempi da seguire.
Leggi libri, cerca sul web, trova dei mentori a cui ispirarti e soprattutto mettiti alla prova ed esci dalla zona di comfort. Più mattoncini hai a disposizione più ogni giorno puoi costruire qualcosa di nuovo, mai visto, unico e tuo.
Stefano Selvini
Stefano è Facilitatore LEGO® SERIOUS PLAY® e di costruire esperienze se ne intende.
Da qualche mese, per la gioia di tutti noi curiosi esploratori della vita, è anche parte della nostra squadra.
Giorgia Ferrari
6 anni fa
Che bello il tuo racconto Stefano! Grazie per averlo condiviso con tutti noi.
L’insegnamento che più mi sento vicino è : “alza il tuo tenore di vita solo quando i tuoi investimenti te lo permettono, non quando è il tuo lavoro a farlo”; troppe persone non lo comprendono e si ritrovano senza più nulla.
6 anni fa
Concordo. Trovo il pezzo molto bello e condivido le riflessioni.
Prendendo spunto dal commento di Veronica posso dire che, purtroppo, anche se le persone lo comprendono a livello razionale, poi non lo riescono ad applicare in tutto o in parte, per molte altre ragioni.
Io stesso spendo più o meno il triplo di quanto spendevo dieci anni fa, tutti i santi mesi, eppure questi temi ci sono noti.
E quindi? Quindi la forza contraria è potentissima, anche se sappiamo cosa dovremmo fare.
Non per niente Ulisse si è fatto legare all’albero maestro per resistere al canto delle Sirene. Ci sarà un motivo…
ciao!
6 anni fa
Stessa identica cosa che pensato io.
6 anni fa
Io non sono stata educata a prestare attenzione all’ aspetto finanziario della vita e trovo questo sbagliato. Occorre dare a questo aspetto la giusta importanza. Invece credo che i più ne attribuiscono troppa o troppo poca, è facile fare questo errore. Probabilmente questa educazione dovrebbe cominciare a scuola. Senza mai scordare che i soldi sono un mezzo per la vita e non viceversa
6 anni fa
Marina, hai ragione non dobbiamo vivere per i soldi ma i soldi ci aiutano a vivere in modo migliore. Il nostro rapporto con il denaro dipende dal nostro contesto famigliare e dalle esperienze di vita, la scuola non è al momento in grado di intervenire in questo ambito ed è un peccato. Ora che ho una diversa consapevolezza cerco di far capire ai miei figli quanto sia importante sviluppare una mentalità finanziaria positiva. Probabilmente crescere fin da ragazzi con i giusti principi ci permette di non doverci far legare all’albero maestro da adulti!
4 anni fa
Grazie Stefano.
Mi porto a casa il tuo “dove c’è rischio c’è crescita”, denso di significati.
Un caro saluto