Iniziamo da questa settimana a dare spazio sul blog anche ad una voce diversa dalla mia (voce che per la verità aveva già fornito un primo contributo tempo fa).
Ho infatti invitato a scrivere sul blog con una certa regolarità Michele Colosio, consulente finanziario indipendente di grande qualità etica e professionale, con cui sto da qualche mese collaborando sia nel supporto reciproco di alcuni clienti (io faccio coaching e formazione mentre lui si occupa di consulenza individuale in area investimenti e previdenza, a tutti gli effetti svolgiamo pur se nello stesso settore attività diverse ma per molti versi complementari) sia progettando assieme una futura iniziativa legata al mondo degli ETF che dovrebbe vedere la luce nei primi mesi del 2010.
Michele ha accettato con entusiasmo di fornire il proprio apporto e ciò mi ha reso molto felice anche perchè sono fermamente convinto che la qualità del blog e di conseguenza il contributo di cultura e formazione che forniamo gratuitamente attraverso questo media non potrà che arricchirsi.
Una delle cose che noterai man mano che Michele aggiungerà il proprio contributo è come le nostre visioni strategiche e operative convergano su molti aspetti ma presentino anche delle differenze importanti in quanto a convinzioni e scelte da effettuarsi.
Come già detto, ritengo tutto questo un arricchimento del blog e una dimostrazione pratica del fatto che in finanza (e nella vita in generale…) non esistono soluzioni “uniche” o “perfette” ma solo la ricerca di scelte che presentino i migliori rapporti rischi/benefici, rapporti naturalmente estremamente influenzati sia dagli obiettivi dei destinatari (il mio pubblico e i miei clienti hanno in buona parte mentalità, obiettivi e competenze diverse da quelli del tipico cliente di Michele) che dalla stessa mentalità e specializzazione del Coach/Consulente e, anche in questo, io e Michele perseguiamo scopi simili ma a partire da competenze, preparazione e storie personali differenti.
Benvenuto quindi ufficialmente sul blog Michele e grazie ancora per il supporto che vorrai darci nei mesi a venire. A te la parola!
Roberto
Le banche e la presunta indipendenza
Grazie mille Roberto, sono molto felice di poter entrare a far parte della squadra del blog e di poter dare il mio contributo alla causa della diffusione di una maggiore consapevolezza e [workshop_what what=”490″ color=”navy”].
Dal momento che questo è il mio primo articolo in veste di “penna ufficiale” del blog, ho pensato che, prendendo spunto da una recente campagna pubblicitaria di Fineco, potesse aver senso per introdurmi scrivere alcune righe sulla mia professione, ossia la consulenza finanziaria indipendente (fee only) e sulle differenze importanti che esistono con altre forme di “consulenza bancaria” che si auto-battezzano “indipendenti”.
Nell’ultimo decennio i risparmiatori italiani hanno dovuto fare i conti con le crisi economiche e finanziarie scaturite dalla bolla tecnologica prima e da quella immobiliare poi, e con gli scandali e i crack di Parmalat, Cirio, Argentina e Lehman Brothers, solo per citare i casi più eclatanti.
In conseguenza di ciò la fiducia e la credibilità delle famiglie italiane nei confronti degli intermediari finanziari tradizionali (Banche, Società di Gestione del Risparmio, compagnie di Assicurazione, ecc.) hanno subito dei gravi contraccolpi. Questa situazione ha favorito la diffusione anche in Italia, sul modello dei paesi anglosassoni, della figura del consulente finanziario indipendente, e il successo di questo blog tra i risparmiatori ne è una dimostrazione.
Alcuni tra gli intermediari tradizionali hanno capito i vantaggi che possono derivare dal proporsi nelle vesti di consulenti piuttosto che di distributori di prodotti e si stanno adeguando, ma è opportuno fare chiarezza sul tipo di consulenza offerta per non generare delle incomprensioni nei risparmiatori stessi, soprattutto se, come nel caso di una famosa pubblicità di Fineco, si usa il termine indipendente come riporta testualmente il sito internet della società:
“In Fineco puoi scegliere se investire da solo o con l’aiuto di un Personal Financial Adviser. Un professionista autonomo, libero e indipendente, senza vincoli di scelta, in grado di poterti consigliare i migliori fondi di tutte le marche. Farsi guidare da chi ha le mani libere è molto meglio.”
E’ del tutto lecito che anche questi soggetti decidano di passare dalla mera vendita di prodotti alla consulenza, ma finchè distribuiranno i prodotti, loro o di terzi non importa, è bene sottolineare che si tratta di una consulenza in conflitto d’interessi.
Ben diversa è la consulenza erogata dal Consulente Finanziario Indipendente che non svolge alcuna attività di vendita, non ha alcun rapporto con chi vende prodotti finanziari e non può ricevere alcun compenso per i prodotti consigliati. Nessun conflitto d’interesse legato alle provvigioni quindi, ma consulenza e assistenza ai clienti, nel loro esclusivo interesse.
Solo questa può essere definita consulenza indipendente come già ribadito dalla Nafop, l’associazione italiana dei consulenti finanziari indipendenti: «Solo i consulenti finanziari fee only rispettano il requisito di indipendenza previsto dalla Legge. Coloro che si fregiano del titolo di consulenti finanziari indipendenti ma che ricevono provvigioni sui prodotti collocati, non potranno più dichiararsi tali con la nascita dell’Albo di categoria».
Per completezza riporto l’articolo che regola i Requisiti di Indipendenza dei Consulenti Finanziari che recita così: “Per la prestazione di consulenza in materia di investimenti, gli iscritti all’Albo non possono percepire alcuna forma di beneficio da soggetti diversi dal cliente al quale è reso il servizio” (art. 5 del Decreto 206 del 24 Dicembre 2008, “Requisiti dei Consulenti Finanziari”).
Spero che questo articolo possa contribuire a sgombrare il campo da possibili equivoci in modo che chiunque sia messo nella condizione di scegliere consapevolmente a chi affidare i propri interessi.
Alla prossima,
Michele Colosio