Nello scorso articolo abbiamo introdotto il tema della “corsa del topo” e della necessità di evadere dalla stessa se si vuole aumentare la propria libertà di vita e di scelta.
Per evadere dalla “corsa del topo” l’unica chance che hai è quella di importi di chiudere il tuo bilancio personale mensile e annuale in attivo, in altre parole devi spendere sistematicamente meno di quanto guadagni.
In gergo definiamo questo “PRIMA PAGA TE STESSO” e non solo questa è un’indicazione che seguo fedelmente da più di venti anni ma puoi trovare opinioni concordi sul punto praticamente in tutti i libri e i corsi che trattano l’argomento del risparmio e del benessere finanziario (CLICCA QUA per un vecchio post in cui trattavo l’argomento e QUA per il DOPPIO VIDEO GRATUITO in cui illustro più ampiamente tutto il tema del cash flow, del risparmio etc.).
Arrivati a questo punto del nostro ragionamento potremmo quindi chiederci: “Ok, ho capito che devo impegnarmi per creare ogni mese del risparmio ma, appurato ciò, cosa devo poi fare di questo risparmio?“
Qui si apre un secondo livello di possibilità estremamente importante perchè hai essenzialmente un bivio di fronte a te. Puoi infatti decidere di dirigere i tuoi risparmi verso la “FABBRICA DEL DEBITO” oppure verso la “FABBRICA DELLA RICCHEZZA“.
Fanno parte della “FABBRICA DEL DEBITO” tutti quegli acquisti per i quali, non avendo la disponibilità finanziaria per un saldo immediato, aderiamo ad una qualche forma di rateazione e/o pagamento dilazionato. Il mutuo per la casa e il leasing o il finanziamento per l’auto sono le più classiche forme di acquisti facenti parte della “FABBRICA DEL DEBITO”. Oggigiorno, però, si possono acquistare a rate anche moltissimi altri beni: elettrodomestici, arredamento, assicurazioni, elettronica di consumo, vacanze, pneumatici per l’auto etc.
La maggioranza di questi acquisti ha due caratteristiche negative per chi li effettua: creano interessi passivi a favore delle banche e a sfavore del risparmiatore (che così facendo non solo torna a spendere quel poco che aveva risparmiato ma, contraendo pagamenti rateali, a ben vedere sta spendendo più di quello che ha!) e, solitamente, aggiungono costi gestionali crescenti.
In pratica, il nostro incauto (non) risparmiatore rientra mani e piedi nella “corsa del topo” da cui aveva cercato inutilmente di evadere!!!
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Naturalmente questa che riusciamo a sviluppare in questa sede è solo una sintesi di un discorso che ha invece moltissime sfaccettature importanti e che è oltretutto alla base di tutta l’impostazione di un efficace utilizzo del proprio denaro.
L’argomento del cash flow, della fabbrica del debito e della fabbrica della ricchezza (e moltissimi altri contenuti ancora) vengono ampiamente sviluppati nell’ambito di [workshop_what what=”490″ color=”navy”], il mio corso dal vivo più completo, la cui PROSSIMA EDIZIONE si terrà
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Il corso verrà riproposto con una nuova edizione ogni due mesi circa anche successivamente alla data qui pubblicata (sulle pagine web è sempre riscontrabile il calendario aggiornato).
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Tornando al nostro discorso, il motivo della “sinistra seduzione” della FABBRICA DEL DEBITO è dato dal fatto che ci muoviamo verso l’acquisto di case e auto più grandi per migliorare la qualità della nostra vita, così come acquistiamo vacanze, hi-fi, nuovo arredamento o altri beni essenzialmente per gratificarci e regalarci delle soddisfazioni a fronte di una vita spesa principalmente lavorando, sovente facendo qualcosa che non ci piace nemmeno granchè.
L’intento è assolutamente positivo, il risultato invece … dipende.
Se il tuo intento è quello di sfuggire alla corsa del topo e riappropriarti del tuo destino devi stare molto attento a non farti prendere la mano dalla FABBRICA DEL DEBITO, non dico di non attivarla affatto, devi però accertarti di non auto-strangolarti con rate, interessi e costi aggiuntivi e, cosa ancora più importante, che questo non comprometta l’alimentazione regolare della tua “FABBRICA DELLA RICCHEZZA” che è invece la tua vera e unica via di fuga verso la libertà finanziaria e personale.
Ma di questo parleremo nel prossimo articolo.
A risentirci presto.
Roberto Pesce