Sono a un corso strano. Sperduta tra le bucoliche colline piacentine in un casale costruito in bioedilizia pieno di scale di legno e mobili indiani.
Si respira quell’aria da centro olistico che fa subito espirare più profondamente, rilassare spalle e collo rallentando i battiti.
Nella grande sala vetrata, sotto enormi travi di legno, con il pavimento di assi che scricchiolano, una ventina di ragazzi che per età media potrebbero essere tutti miei figli, si interrogano forse per la prima volta seriamente nella vita su cosa significhi per loro il benessere economico, la libertà finanziaria.
Li trovo bellissimi, con tutta quella vita davanti che sprizza da ogni commento.
Da fondo sala ingaggio una battaglia inutile contro lo spirito del Wi-Fi. Vince lui. La connessione funziona a seconda di come soffia il vento, mi arrendo a scrivere offline.
Le battute di inizio per rompere il ghiaccio, gli esempi sui personaggi degli anni ’90, hanno riflessi color seppia.
Vedo Roberto Pesce divertito quanto me da questa platea che ha ringraziato con cortesia all’ingresso per la biro e il bloc-notes che davamo loro e che ora prende appunti in mappe mentali sui Mac.
Sono cresciuti digitali e resilienti, stando al passo con un mondo accelerato senza nemmeno sudare un pochino, ma mostrano le stesse fragilità che ritroviamo nel pubblico mediamente più adulto di INTELLIGENZA FINANZIARIA.
Nessuno mai ha insegnato loro come gestire il denaro e, ancor meno, a pensare al denaro come strumento di libertà.
Partono da una consapevolezza più alta rispetto alla mia generazione: il tutto può cambiare fa parte del loro DNA. Noi ce lo dicevamo sottovoce senza crederlo davvero e contando in cuor nostro che niente intaccasse la tranquillità. Loro sono oltre.
Loro dicono a voce alta: «Nella vita voglio fare qualcosa che mi piaccia davvero!».
Noi lo stiamo scoprendo solo da poco chiedendoci in massa come uscire dalla corsa del topo e cambiare vita.
Mentre scrivo mi chiedo cosa pensavo io a vent’anni sugli aspetti finanziari e sulla vita che avrei voluto. Il posto fisso per eccellenza (quello in banca) l’avevo conquistato. Bastava fare le cose per bene: una casa, un mutuo, una famiglia. Sì, c’erano tante, tantissime, passioni ma quelle erano solo per il tempo libero. Andava così. Non c’erano dubbi. Ed è così che è andata, fino a un certo punto.
Questi ragazzi meravigliosi sono a quel punto. Partono da lì. Come se avessero sempre lo zaino in spalla pronti a spostarsi veloci.
Da oggi nel loro bagaglio di fianco all’immancabile coltellino svizzero, avranno concetti fondamentali come la “fabbrica della sicurezza”, il “prima paga te stesso”, il reddito passivo e la scalabilità, la magia dell’interesse composto.
Hanno solo bisogno di metterli in pratica e di riconoscere a se stessi quanto valgono per ottenere quello che desiderano.
L’azienda, o meglio l’imprenditore, che ha organizzato per loro questa giornata ha fatto loro un grande regalo.
Mi auguro che sempre più genitori facciano lo stesso con i loro figli.
Le iscrizioni per INTELLIGENZA FINANZIARIA si fanno da qui.
Giorgia Ferrari
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3 anni fa
Meraviglioso!!!
3 anni fa
Sì, Osvaldo.
Tutte le volte che ci siamo detti “sarebbe da insegnare a scuola”, abbiamo provato l’effetto che fa ed è stato davvero divertente ed emozionante.
Li aspettiamo tutti a Intelligenza Finanziaria di Ottobre!
Un abbraccio,
Gio
3 anni fa
Bellissima storia, grazie Giorgia per averla condivisa e per aver trasmesso la vostra emozione.
3 anni fa
Grazie a te Matteo.