Ragionavo sui tanti spunti che sono saltati fuori dallo scambio di idee sul tema della crisi da me sollecitato nel post di qualche settimana fa (se hai perso l’ottima discussione LEGGI TUTTO DA QUA) e pensavo che, pur nella disparità di vedute e punti di vista, sono state dette tante cose giuste che vale la pena rimarcare e a cui magari si può aggiungere qualche nota ulteriore.
Ti invito tra l’altro come sempre a lasciare un COMMENTO in calce al post per esprimere la tua opinione e fornire un punto di vista personale sugli argomenti qui presentati.
Tra i punti che penso valga la pena rimarcare:
- La crisi, intesa come evento macroeconomico ed impatto sociale e generale, c’è, è ancora presente e, aggiungo io, probabilmente permarrà ancora per un pò
- La crisi è asimmetrica, colpisce alcuni settori di più, altri meno, altri sono immuni o addirittura ne traggono beneficio
- Le persone maggiormente in difficoltà sono come sempre le più deboli e vulnerabili ma, visto che sono un Coach e il mio compito è quello di risvegliare le coscienze e generare individualmente delle spinte al cambiamento e non preoccuparmi dei problemi sociali come dovrebbe invece fare un politico o uno statista, penso che sul punto in questione ci possa essere molto da dire e da imparare
Chi sta soffrendo maggiormente?
Molto semplice: chi ha organizzato la propria vita senza costruirsi “aree di protezione” intese sia in ambito economico che professionale.
Durante il corso [workshop_what what=”490″ color=”navy”] (prossima edizione il [workshop_when what=”490″ color=”black”] a [workshop_where what=”490″ color=”black”]) tratto ampliamente il tema delle crisi visto che sempre ci sono state e, aggiungo, continueranno ad esserci!! Naturalmente, non parliamo solo di crisi ma anche di come prevederle, proteggersi o, meglio ancora, trarne vantaggio.
Se quindi incappare in crisi importanti (macroeconomiche, politiche, personali, professionali, di salute, legate ai propri cari etc.) è un fatto certo e ricorrente occorre organizzarsi di conseguenza e tutelarsi economicamente per le seguenti esigenze:
- Perdita del proprio posto di lavoro o sopraggiunta incapacità (parziale o totale, temporanea o permanente) di produrre il proprio reddito
- Problematiche di salute, proprie o dei propri cari
- Decesso improvviso (sei autorizzato a toccarti…), in questo caso la protezione in questione va ovviamente pensata a vantaggio dei propri cari
- Vecchiaia (questione molto ampia che parte dal discorso PREVIDENZA ma non solo). A proposito di PREVIDENZA, se non la hai ancora vista CLICCA QUA per scaricare il VIDEO GRATUITO dell’apposita WEB COACHING.
Immagino già la potenziale obiezione: “Eh Roberto, parli bene tu, ma come faccio ad organizzarmi e tutelarmi per tutte queste esigenze se già faccio fatica così ad arrivare a fine mese?”
Beh, parlando naturalmente in termini generali, l’obiezione è sensata ma parte da un punto di vista che non condivido ossia che il risparmio sia un risultato più o meno casuale dovuto al livello di entrate e a qualche altra strana contingenza.
Il risparmio non deve essere un risultato che si spera di ottenere bensì un OBIETTIVO PRIORITARIO !!
Facile? No, ma FATTIBILE.
Come? Come dicevo prima, rendendolo una priorità e tenendo sotto controllo le spese prima ancora che aumentando le proprie entrate (tema quest’ultimo che tratterò in uno dei prossimi post assieme alla questione delle scelte lavorative).
La generazione dei nostri padri, quella uscita dalla II Guerra Mondiale tanto per intenderci, ha costruito un OCEANO DI RISPARMIO spesso tramite un solo reddito per famiglia e altrettanto spesso di modesta o media entità.
E’ la generazione che ha investito in case, terreni e riserve finanziarie perchè … perchè non si sa mai cosa potrebbe succedere domani. Ma non solo, ha investito in ISTRUZIONE, talvolta la loro, più spesso quella dei propri figli, ben sapendo che è tramite l’istruzione che passa la strada per la crescita e l’innalzamento sociale.
Sono riusciti a costruire tutto quel risparmio tramite milioni di piccole economie, con l’attenzione delle donne alla spesa quotidiana, con la manutenzione di cose e vestiti portata al livello di arte, con le vacanze al risparmio, con il ricorso assai raro a ristoranti, abiti firmati (parola sconosciuta ai tempi) e alle spese superflue in generale.
Oggi come oggi la durata media di un capo di abbigliamento o di un elettrodomestico è estremamente ridotta e non si ripara o aggiusta più niente, si butta via e si acquista il nuovo.
Sono diventati indispensabili telefoni cellulari, sms, partite di calcio in diretta (chi si ricorda l’atteso appuntamento tv di 90° minuto? Sembra preistoria …) per non parlare del successo crescente della peste rappresentata dai vari bingo, giochi e lotterie per i quali si spendono ogni mese centinaia di milioni di euro e grazie ai quali, vergogna delle vergogne, lo Stato specula sull’ignoranza e la creduloneria proprio dei più poveri.
Insomma, prima che mi lasci trasportare troppo da un discorso su cui avrei molto da dire ma che però in questa sede ha anche senso finire qua, credo che il messaggio possa essere chiaro: se le cose non vanno, occorre partire da noi stessi e rivedere le nostre abitudini e priorità.
In termini di gestione finanziaria personale, il punto è lo stesso già visto altre volte: PRIMA, PAGA TE STESSO!
Da un punto di vista professionale invece, vorrei continuare il discorso in un prossimo articolo.
A risentirci.
Roberto Pesce
14 anni fa
Ottimo articolo Roberto,
condivido soprattutto la critica alle varie lotterie illudi persone, che poi si lamentano se non hanno soldi.
Ne conosco che spendono centinaia di euro a week… quanto fa all’anno?
Una bella “vincita” 😉