Dunning Kruger: perché gli incompetenti si credono fenomeni

Dunning-Kruger“La mamma dei cretini è sempre incinta!”

Sono sicura che almeno una volta nella vita hai sentito, pronunciato, o pensato tra te, questa frase.

Quante volte si incontrano persone incompetenti che pensano di essere dei fenomeni e non si rendono minimamente conto dei loro limiti? Anzi, sono talmente accecate da diventare prepotenti e aggressive nel difendere la loro posizione.

Oggi, che come affermava Umberto Eco la rete dà voce a una legione di imbecilli”, incrociare questi personaggi è sempre più frequente.

Quando succede nella vita reale, come sul posto di lavoro o in qualche ufficio pubblico, diventa davvero sgradevole e difficile da gestire.

Ebbene, sono qui per dirti che non è colpa loro, né della madre ci mancherebbe.

Le legioni di imbecilli sono vittime del cosiddetto effetto Dunning Kruger.

Cos’è l’effetto Dunning Kruger?

David Dunning e Justin Kruger sono i due ricercatori che nel 1999 hanno sperimentato la distorsione cognitiva che poi ha preso il loro nome.

La loro ricerca partì da un fatto di cronaca paradossale.

Nel 1995 Mc Arthur Wheeler, un uomo di 44 anni, in pieno giorno e a volto scoperto, rapinò due banche di Pittsburgh. Prima però si cosparse il viso di succo di limone convinto che questo gli garantisse l’invisibilità.

Un amico gli aveva fatto vedere che scrivendo su un foglio alcune parole utilizzando il succo di limone, la scritta rimaneva invisibile fino a quando non la si metteva vicino a una fonte di calore. Chi non ha provato da bambino questo semplice trucchetto?

L’uomo era convinto, che se fosse rimasto lontano da fonti di calore, il trucco avrebbe funzionato anche su di lui. Prima di recarsi in banca si era cosparso di succo e a riprova aveva scattato una polaroid ma, forse per la foga, o accecato dal limone che gli bruciava gli occhi, aveva sbagliato mira e aveva inquadrato il soffitto.

Questa fotografia però gli era bastata per confermare ciò che pensava: era diventato invisibile. 

Nella dichiarazione che fece alla polizia appariva totalmente incredulo che il suo piano non avesse funzionato!

Leggendo questa notizia, David Dunning, professore di psicologia sociale alla Cornell University pensò: “se Wheeler è troppo stupido per essere un rapinatore, forse è anche troppo stupido per sapere di essere troppo stupido.”

Nelle settimane successive organizzò una ricerca con un suo laureando, Justin Kruger, e dagli esperimenti condotti nel 1999 uscì una pubblicazione, Unskilled and Unaware of It: How Difficulties of Recognizing One’s Own Incompetence Lead to Inflated Self-assessments, tuttora un classico degli studi sull’ignoranza di sé.

“Quando le persone sono incompetenti nelle strategie che adottano per ottenere successo e soddisfazione, sono schiacciate da un doppio peso: non solo giungono a conclusioni errate e fanno scelte sciagurate, ma la loro stessa incompetenza gli impedisce di rendersene conto. Al contrario, come nel caso di Wheeler loro hanno l’impressione di cavarsela egregiamente”, spiega Dunning.

In poche parole l’effetto Dunning Kruger è un fenomeno in cui le persone che “soffrono” di ignoranza o incompetenza non riescono a riconoscere quanto “ne soffrono” e sono inconsapevoli soltanto perché non hanno abbastanza conoscenze per giudicare con precisione la loro capacità.

Il concetto non è nuovo.

Già Socrate affermava è sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza.

La novità qui sta nell’averlo misurato.

Quanto è grave dottore?

Per misurare la capacità di auto valutarsi Dunning sottopone un gruppo di studenti, e ampie fasce di popolazione, a test in diverse aree: dal senso dell’umorismo, alle abilità grammaticali e logiche.

In base ai risultati osserva che il 25% di coloro che hanno ottenuto i risultati peggiori in ogni prova, in una scala da 1 a 100, si valutano con un punteggio di 62, nonostante la loro valutazione effettiva non superasse i 12 punti.

Lo stesso succede al 42% di un gruppo di ingegneri che stima di far parte del 5% dei più bravi e all’88% degli automobilisti americani che ritiene di avere capacità di guida superiori alla media.

La tendenza alla sopravvalutazione di sé sembra trasversale!

Questo accade perché l’atto di valutare la correttezza della risposta data richiede la stessa competenza necessaria a scegliere la risposta esatta e volenti o nolenti non abbiamo competenze in ogni ambito della vita.

Perciò anche se non siamo così stupidi da rapinare una banca cosparsi di succo di limone potrebbe capitare anche a noi, in certi contesti, di far la figura degli imbecilli.

Dunning evidenzia anche che all’incompetenza spesso si accompagna la supponenza perché gli incompetenti nutrono un’incondizionata fiducia nelle proprie capacità. Non hanno percezione dei propri limiti e ignorano i propri errori. Infine, fanno fatica a riconoscere la competenza altrui e possono arrivare a disprezzarla.

Il vero problema degli incompetente è che non sentono la necessità di farsi una cultura e, dall’alto della vetta in cui si collocano, guarda il mondo mettendo in discussione la credibilità e l’autorevolezza degli interlocutori.

Ecco lo schema che sintetizza l’effetto Dunning e Kruger: dunning-kruger-effetto

All’opposto c’è chi non si sente mai adeguato

L’altro lato della medaglia, nello studio condotto da Dunning, è che i migliori, quelli davvero competenti, proprio perché hanno consapevolezza di quanto le cose possano essere complicate, non raggiungono mai il livello di fiducia nelle proprie capacità che appartiene agli incompetenti.

Chi arriva facilmente alle risposte giuste crede che anche gli altri siano in grado di farlo con altrettanta facilità, di conseguenza commettono due errori:

  1. tendono a pensare che gli altri li capiscano con facilità. Se è ovvio per loro, sarà ovvio anche per gli altri!;
  2. nel giudicare il proprio operato si sottovalutano.

Il secondo fenomeno è anche conosciuto con il nome di “sindrome dell’impostore” e colpisce soprattutto le donne.

L’espressione fu coniata da Suzanne Imes e Pauline Rose Clance alla fine degli anni Settanta.

Le due psicoterapeute della Georgia State University, analizzando il comportamento di un gruppo di donne in ruoli di responsabilità, riscontrarono una sensazione diffusa: le intervistate ritenevano di non essere così capaci come gli altri credevano.

Gli esperti hanno osservato come la sindrome sia frequente soprattutto in contesti in cui la competizione è alta e in cui ci sono poche figure di “mentori” in grado di dare una valutazione realistica. 

Come se ne esce?

Osservando la curva che mostra l’effetto Dunning Kruger ci sono alcune strategie che possiamo mettere in atto:

  1. Progredire sempre nell’apprendimento per ampliare le nostre competenze e avere perciò una concreta capacità di auto valutarci;
  2. Essere consapevoli che gli errori di valutazione esistono e nessuno ne è immune;
  3. Coltivare una sana ed equilibrata dose di umiltà;
  4. Chiedere feedback, un riscontro all’esterno, a persone di comprovata esperienza.

Solo i veri impostori temono il giudizio degli altri e i veri cretini nemmeno lo chiedono.

Giorgia Ferrari

6 commenti

  1. Andrea G.

    5 anni fa  

    Ciao Gio! Fantastico articolo…e’ possibile che io sia in entrambi i gruppi? 😀
    Sa da un lato, quello lavorativo, sono SEMPRE insicuro delle mie competenze…dall’altro lato, quello inerente le abilità sportive, pecco di sopravvalutazione con conseguenze 😀
    C’è da dire però che quando sbaglio, in ogni campo, tendo a essere molto duro con me stesso!!!
    C’è da lavorarci su senz’ombra di dubbio XD

    Buon cammino cara Gio!


  2. Giorgia Ferrari

    5 anni fa  

    Ciao Andrea grazie!
    Immagino che tutti siamo a rischio di rientrare in entrambi i gruppi.
    Continuiamo a lavorare sulla consapevolezza e buon cammino anche a te.

    Gio


  3. Luca

    5 anni fa  

    Grazie Giò, altro articolo utilissimo di cui essere felici di far parte di questa comunità.


    • Giorgia Ferrari

      5 anni fa  

      Grazie a te!


  4. SaraC

    5 anni fa  

    Interessante articolo, grazie Giorgia! Non sapevo esistessero ricerche in tal senso e soprattutto da dove derivassero! Constatavo solo i fatti! :-)))


    • Giorgia Ferrari

      5 anni fa  

      😉


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