C’è un nuovo limite all’uso dei contanti che non è dato solo dalla riluttanza a maneggiarlo perché notoriamente sporco. In Cina, da febbraio scorso, pare sia stato dato ordine alle Banche di disinfettarlo.
Dal 1 luglio 2020 entra in vigore un nuovo limite stabilito in tempi non sospetti dal Decreto Legge n. 124/2019 e prevede che i pagamenti in contanti, ora possibili fino a 3.000 Euro, diventino:
- dal 1° luglio al massimo 2.000 Euro;
- e dal 2022 al massimo 1.000 Euro (ritornando di fatto all’era Monti).
In realtà l’uso del contante si sta riducendo in modo spontaneo come diretta conseguenza ai timori di contagio a favore di carte di credito e di App.
Questo mi riporta a riflessioni antiche sull’uso delle carte di credito e su altri limiti che non sempre consideriamo.
Limite ai contanti: con le carte spendiamo di più?
Quanti soldi hai nel portafoglio?
Scommetto che stai pensando al contante e non hai considerato che oltre a banconote e monete, molto probabilmente hai la carta di credito, il bancomat, qualche carta fedeltà di supermercati e negozi, e forse anche dei buoni sconto e la tessera per i trasporti pubblici.
Per una strana ragione tendiamo a considerare soldi solo i contanti.
Da una parte è logico: al bar non paghiamo il caffè usando carte fedeltà o buoni spesa (in realtà qualcuno lo fa) ma, sempre più spesso, anche quando usciamo a bere qualcosa, paghiamo con la carta di credito o il bancomat.
La diffusione delle carte contactless e delle App sul cellulare (in Cina pagano ovunque usando WeChat l’equivalente del nostro WhatsApp) ha assottigliato il confine tra i soldi che usiamo ogni giorno e tutti i soldi che abbiamo nel conto.
Per tanti la norma è usare il contante per le piccole spese e utilizzare le carte solo per gli importi maggiori, ma è in crescita il numero di persone che pensa che il contante sia da eliminare e che un mondo di sole carte o applicazioni sia non solo possibile ma anche auspicabile.
Se è vero che con le carte di credito normalmente si affrontano spese maggiori (e per quanto mi riguarda è senz’altro vero), un esperimento di qualche anno fa, raccontato nel libro di Claudia Hammond “Mind over Money” ci fa capire meglio QUANTO spendiamo in più se NON usiamo il contante.
“Il 19 aprile 1999 c’era l’ultima partita della stagione tra Boston Celtics e Miami Heat. Era una sfida cruciale e i Celtics dovevano vincere. Le loro partite facevano sempre il tutto esaurito con mesi di anticipo ma, per l’occasione, agli studenti del MIT (Massachusset Institute of Technology) di Boston era stata offerta la possibilità di aggiudicarsi un paio di biglietti partecipando a un test.
Gli psicologi di solito ricorrono a sotterfugi: in questa occasione i biglietti erano veri, ma gli studenti non sapevano che avrebbero dovuto pagare. Gli studenti sapevano solo che avrebbero dovuto fare un’offerta in un’asta ed erano convinti che per potersi aggiudicare i biglietti avrebbero dovuto proporre un prezzo più alto di quello di ingresso.
L’obiettivo dei ricercatori era scoprire quale prezzo gli studenti sarebbero stati disposti a pagare e, in particolare, se il metodo di pagamento avrebbe fatto qualche differenza. Ai ragazzi era stato consegnato un foglio su cui scrivere la loro cifra. Metà del gruppo avrebbe pagato in contanti, prendendoli al bancomat se necessario, mentre l’altra metà con la carta di credito. Sapete quanto è stata la differenza?
Chi aveva pagato in contanti finì per sborsare una media di 28 dollari, mentre chi aveva usato la carta di credito aveva offerto più del doppio, fino a 60 dollari.”
Impressionante vero? Siamo disposti a pagare più del doppio se usiamo la carta di credito!
Tutto questo perché le carte di credito hanno due caratteristiche che le rendono così popolari:
- Sono facili da usare;
- Posticipano il dolore del distacco dal denaro.
Allontanarsi dal contante risulta sempre più difficile, ma proprio per questo utilizzarlo ci aiuta a contenere le nostre spese, a pensare una volta in più se l’acquisto è davvero necessario e, forse, a valutare con più attenzione anche il valore di quello che compriamo.
Limite ai contanti: non è solo sporco
Sul fronte opposto troviamo i fautori dell’uso della carta di credito inventori persino di un NO CASH DAY: da un’intera giornata fino a una settimana impiegando solo carte di credito per dimostrare che un mondo senza banconote e monetine è possibile.
A spingerli su questa strada sono i sei “difetti” che hanno identificato nel contante:
- Il costo di produzione: è stato quantificato che, a livello europeo, vengono spesi 50 miliardi di Euro l’anno per produrre bancone e coniare monete. Di questi, 10 miliardi sono spesi in Italia per pagare il personale, i servizi di contazione, le perdite, i furti, le apparecchiature, il trasporto, la sicurezza, i magazzini, la vigilanza e le assicurazioni… Ovvero circa 200 Euro a testa l’anno;
- Favorisce l’evasione: al contrario delle carte che permettono di tracciare ogni nostra transazione, e tutte le nostre abitudini di spesa, i contanti consentirebbero di sfuggire a questo controllo serrato. Per combattere l’evasione i limiti sull’uso del contante sono stati sempre più stringenti. Fino a pochi mesi fa non si potevano effettuare transazioni oltre i 1000 Euro, ora, la nuova normativa Antiriciclaggio ha portato questo limite a 2.999 Euro;
- È falsificabile: nel secondo semestre del 2019 la Banca d’Italia ha riconosciuto false 46.470 banconote la Banca d’Italia ha riconosciuto false 74.424 banconote ritirate dalla circolazione nel nostro Paese. I tagli da 20 Euro e da 50 Euro hanno continuato a essere i più falsificati;
- Inquina: a favore di questa tesi i sostenitori delle carte portano i numeri degli oltre 800 milioni di esemplari di monete in circolazione che se impilate una sopra l’altra coprirebbero quattro volte la circonferenza della Terra. Le risorse finalizzate all’estrazione e alla lavorazione dei metalli utilizzati per il conio delle monete risulta difficile da quantificare ma è indubbiamente d’impatto per l’ambiente;
- È sporco: non solo nel senso cinematografico. Uno studio della New York University “Dirty Money”, analizzando banconote e monete, ha identificato “oltre tremila tipi di batteri, incluse alcune specie resistenti agli antibiotici; solo il 20 per cento circa del DNA batterico è risultato appartenere a specie conosciute, mentre per il resto si tratta di microbi non ancora classificati.”
Le specie più abbondanti identificate sui soldi sono i batteri che causano l’acne, seguiti dalla flora batterica normalmente presente sulla pelle. Ma è stata riscontrata anche la presenza di specie di stafilococchi patogeni e di batteri associati all’ulcera gastrica, alla polmonite e alle intossicazioni alimentari; - Puoi perderlo o distruggerlo: non esiste nessuna assicurazione che ti copra se ti rubano il portafogli con dentro i contanti. E sapete quante volte capita di dimenticare banconote dentro i jeans messi in lavatrice e doverle asciugare col phon in bagno quando non c’è più niente da fare? Si quantifica che per questi motivi, e per la quotidiana usura, ogni anno, solo nell’area euro, vengono rimpiazzate tra 6 e 10 milioni di banconote!
Ora che i vecchi limiti si sommano a quelli stabiliti per legge o per esigenze sanitarie, dovremo stare ancora più attenti a tenere traccia delle nostre spese fatte con mezzi elettronici evitando di farci prendere la mano.
Giorgia Ferrari
4 anni fa
Ciao Gio … proprio te, con un articolo di qualche tempo fa, mi hai fatto drasticamente cambiare approccio passando da un “contanti, sempre!” a uno più attuale in cui pago anche il caffè con applicazioni come yap.
Quindi grazie, as usal!!!
Certamente la percezione di quanto si spende è molto falsata purtroppo e, in un mondo sempre più consumistico, non è certo un bene. Io stesso ne cado vittima purtroppo! Ma, abbinando le app per la spesa digitale con altrettanto valide app. per monitorare quanto esce come moneylover, si crea un connubio vincente che sul lungo termine paga moltissimo.
Serve costanza e dedizione, come per la maggior parte delle cose d’altronde.
Una buona vita
Un abbraccio
4 anni fa
Buongiorno Moneylover fan! 😉
Hai proprio ragione su costanza e dedizione.
Ti abbraccio,
Gio