Buoni postali fruttiferi, un successo persistente

buoni-postaliLo sai che puoi comprare un buono direttamente da casa in quattro semplici passaggi?…Buono a sapersi”. La martellante pubblicità che passa in radio in queste settimane ci comunica che anche Poste Italiane è entrata nell’era digitale.

Perciò per investire i tuoi risparmi nei buoni fruttiferi, non devi più affrontare interminabili file e le impiegate con la ricrescita, ma ti basta un accesso a Internet. 

Buono a sapersi.

buoni fruttiferi postali sembrano un retaggio del passato, dei nostri nonni, ma sono ancora oggi scelti da milioni di italiani.

La storia d’amore è lunghissima. Si è affievolita solo nell’ultimo decennio a causa di qualche problema sui rendimenti ma, tra alti e bassi, resta una storia di fedeltà. 

Il perché di questo persistente successo è da ricercare sia nella natura dei buoni che nella natura umana. 

Buoni postali fruttiferi: tutto quello che c’è da sapere 

I buoni postali sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, una società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, e vengono collocati ai risparmiatori esclusivamente da Poste Italiane. 

Sono considerati il prodotto di risparmio più sicuro sul mercato italiano perché godono della garanzia dello Stato, anche se l’emittente, cioè Poste, è diventata una società per azioni (ancora partecipata per il 60% dal Ministero delle Finanze). 

Da un punto di vista fiscale i buoni godono di una tassazione agevolata sui rendimenti: 12,5% contro il 26% normalmente applicato al capital gain.

L’imposta di bollo è invece uguale agli altri redditi da capitale: 0,2% per gli importi sopra i 5000€. 

I buoni hanno anche altri vantaggi. Due in particolare:  non hanno spese di emissione e hanno rendimenti tutto sommato certi.

Dico, tutto sommato, perché le recenti vicende di cronaca hanno visto contrasti e, accesi dibattiti, sugli storici buoni trentennali arrivati a scadenza.

Buono a sapersi…

Buoni postali: quali rendimenti?

Ma vediamo che cosa si guadagna investendo in questi strumenti.

Probabilmente nessun consulente finanziario consiglierebbe mai di investire in buoni postali, penso che non lo considererebbe nemmeno un investimento e questo per via dei suoi scarsi rendimenti.

La nuova gamma di prodotti prevede sulle durate più brevi (3 anni!) tassi netti dello 0,35%. Sulle durate più lunghe si può arrivare a percepire fino al  2,50% netto se si mantiene l’investimento per  20 anni.

Con la nuova offerta è anche stato riattivato il buono indicizzato all’inflazione, pubblicizzato come “il buono che aiuta a proteggere il potere d’acquisto dei tuoi risparmi”. 

Interessante a parole, un po’ meno se cerchi di capire quanto rende.

Il rendimento di facciata di questo prodotto è lo 0,10% annuo lordo (0,0875% netto) a cui bisogna aggiungere una percentuale sull’inflazione. Per scoprire quanto sia questa percentuale vieni rimandanato alla voce termini e modalità di rivalutazione contenute nel foglio informativo

E questo è ciò che ti trovi davanti: 

Buoni-postali-condizioni

Buono a sapersi? 

Già trovare qualcuno che legga il foglio informativo è raro. Sarebbe interessante contare quanti possano anche capirlo!

Detto questo, per molti italiani il buono postale è considerato una valida alternativa a tenere i soldi sul conto corrente senza nessuna remunerazione.

E, in un momento di incertezza come questo, posso anche capirlo.

Milena Gabanelli ha di recente dedicato un approfondimento sulla sua rubrica DATAROOM a questo tema.

Pare che 1371 miliardi di risparmi siano fermi sui conti per paura.

Clicca qui per vedere: http://bit.ly/2GZlNG7

Buoni-postali

Come afferma lei “ci vuole visione per rompere le paure” e probabilmente ci vuole più educazione finanziaria perché spesso la paura nasce da quello che non si conosce.

Pur comprendendo i motivi che portano a scegliere questo tipo di prodotti credo che di strategie per far rendere un capitale più dello 0,35% annuo e battere davvero l’inflazione ce ne siano parecchie e con rischi contenuti. Ne parliamo sia qui che nella Community di Educazione Finanziaria Efficace per alimentare conoscenza finanziaria  e ampliare le tue possibilità di scelta.

Mi auguro che ogni articolo di questo Blog possa alimentare i tuoi interessi e farti pensare “buono a sapersi!”

Giorgia Ferrari 

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5 commenti

  1. Andrea G.

    6 anni fa  

    Buondì Gio! Io sono sempre più sconcertato dalle Poste…ma come diavolo fanno a esistere ancora? Fanno acqua da TUTTE le parti! Ma proprio tutte! Lettere e pacchi che non arrivano (e dovrebbero essere bravi in quello in teoria), il sito lasciamo perdere, gli sportelli sono una tragedia, investono i soldi dei clienti e con il bellissimo fondo Obelisco perdono non il 20, non il 40 ….. non il 60% ma il NOVANTANOVE % del capitale che poi hanno dovuto rimborsare!
    E ora mi tocca leggere pure questo? Neanche l’inflazione copre…. penso che chiunque possa far fruttare meglio di loro un qualsiasi investimento.
    Una buona vita e al prossimo articolo 😉


    • Giorgia Ferrari

      6 anni fa  

      Ciao Andrea,
      pensavo di aver esagerato citando le impiegate tristi con la ricrescita, ma vedo che anche tu non sei esattamente un fan del nostro sistema postale.
      😉
      Buona vita anche a te!


  2. Giorgio Pongiluppi

    6 anni fa  

    Concordo perfettamente con Andrea G. non capisco dove vogliano andare, forse il loro intento è di raccogliere risparmiatori poco edotti nella gestione del denaro con pochi o medi capitali ma numerosi per fare quello che non sanno fare, a questo punto fanno male quest’attività e pure quella che era sempre stata la principale distribuzione della posta.
    A presto.
    Giorgio P.


    • Giorgia Ferrari

      6 anni fa  

      Ciao Giorgio,
      la capillare distribuzione delle Poste su ogni singolo comune italiano ne farebbe una grande risorsa per il paese se solo venissero valorizzate. Concordo sul fatto che raccolgano denaro da risparmiatori poco edotti che ancora trovano nei buoni postali una forma di sicurezza d’altri tempi senza fare valutazioni sostanziali.
      Purtroppo in tanti casi non le si fa nemmeno comprando i prodotti collocati dalle banche, quindi il problema di fondo è sempre una mancanza di cultura.
      Speriamo che al crescere dell’educazione finanziaria corrisponda la necessità di adeguarsi del sistema.
      A presto,

      Giorgia.


  3. Riccardo

    6 anni fa  

    Condivido pienamente, a mio parere le poste vogliono sostituirsi alle banche ma e’ meglio che si concentrino su quello che erano prima per cercare di far bene almeno quello. La loro fortuna e’ l’immensa disponibilita’ d’uffici postali sparsi su tutto il territorio!!!


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