Numerosissimi sono stati gli articoli di questo blog che hanno avuto per oggetto il rapporto tra le persone ed il denaro, e come questo rapporto possa fare la differenza tra un positivo benessere finanziario e situazioni di criticità, nonostante la presenza di cospicui patrimoni.
Altrettanto numerosi sono stati i ragionamenti e le considerazioni proposte sia da chi ha scritto gli articoli sia da chi ha contribuito con interessanti commenti i quali, pressoché unanimemente, sono arrivati a due conclusioni molto importanti:
1) Ogni persona è in grado di cambiare e migliorare la propria condizione
2) I limiti e le difficoltà al raggiungimento degli obiettivi – nella maggior parte dei casi – sono da ricercare dentro di noi e non imputabili a circostanze esterne.
Fatte queste considerazioni di partenza, vorrei focalizzarmi sul vero elemento cardine di ogni investimento finanziario: IL RISPARMIO!
Non può esistere infatti alcuna strategia di investimento finanziario senza denaro precedentemente accantonato, oppure denaro proveniente tra il differenziale tra entrate e uscite, anche se disponibile per un periodo di tempo limitato, in altre parole un attivo cronologicamente anteriore ad un passivo.
In via preventiva invito i lettori a non fare del facile umorismo nei confronti di chi, come Roberto Pesce ed il sottoscritto abbiamo origini genovesi! Anzi, con un moto di orgoglio vorrei ricordare che nel XVI secolo – denominato dall’allora potente Spagna come “El siglo de los Genoveses” (Il secolo dei Genovesi) gli uomini d’affari genovesi erano talmente apprezzati che vigeva questo modo di dire: “L’oro e l’argento nascono in America, splendono in Spagna e muoiono a Genova!”
A parte gli scherzi, per quanto l’Italia abbia una quota piuttosto elevata di risparmio privato – il patrimonio finanziario netto delle famiglie ammonta a circa 8.600 miliardi di euro – ed una buona propensione all’accantonamento delle proprie entrate – intorno al 10 % del proprio reddito – non si può dire che l’educazione al risparmio degli Italiani sia ugualmente a dei buoni livelli.
L’ultimo rapporto annuale sulla competitività globale redatto dal World Economic Forum, che misura l’insieme dei fattori che determinano il livello di produttività di un paese, afferma che l’Italia è al 44° posto al mondo per la diffusione dell’educazione al risparmio, ed ultimo tra i Paesi del G8 (fonte www.vostrisoldi.it)
Perché questo apparente paradosso?
Il patrimonio accantonato è derivante in larga parte da quanto “prodotto” dalle generazioni precedenti alla nostra, che ritenevano un “MUST” o comunque una virtù risparmiare, poiché era imprescindibile “fare il passo in proporzione alla gamba”.
Oggi (tendenzialmente) si preferisce assecondare subito un desiderio, piuttosto che valutarne il differimento o addirittura decidere di rinunciare al suo soddisfacimento!
L’ultimo caso descritto è più da manuale che corrispondente alla nostra realtà.
Non sto dicendo che “si stava meglio, quando si stava peggio”, piuttosto credo che non si debba perdere di vista l’importanza che riveste il concetto di risparmio, a prescindere dal fatto che si parli di denaro e quindi investimenti e benessere economico.
Circa vent’anni fa mi colpì molto la considerazione di un noto giornalista che invitava – in prima istanza i politici – ad essere parsimoniosi nel parlare. Dal suo punto di vista è inutile e dannoso esprimersi con molti vocaboli quando se ne possono usare meno per dire la stessa cosa. Allora quell’idea mi sembrava uno schiaffo all’irrinunciabile libertà di espressione, oggi ritengo sia un faro per la democrazia!
Concludo l’articolo – che per vastità di argomentazione potrà essere oggetto di ulteriori approfondimenti – con una frase del famoso Thomas Alva Edison:
“Lo spreco è peggiore della perdita. Presto arriverà il momento in cui ogni persona che vanti una qualche abilità terrà sempre dinanzi agli occhi il problema dello spreco: la parsimonia ha un campo d’azione illimitato”.
Enrico Vigo
13 anni fa
Perdonatemi, ma il consiglio di risparmiare è obsoleto, soprattutto in un periodo in cui il valore della valuta è semplicemente avvolto dal mistero, semmai bisognerebbe spendere diversamente (quindi investire) anziche buttare via soldi come purtroppo fa la massa (su questo sono pienamente d’accordo!)
grazie per il post!
13 anni fa
Sono d’accordo: è necessario tornare a risparmiare ma in questo momento non si riesce ad arrivare a fine mese, Quindi occorre tagliare spese inutili e anche qualche spesa utile
13 anni fa
In merito alla difficoltà nel risparmio è sacrosanto oggi è veramente difficilissimo riuscire ad accantonare qualche cosa avendo stipendi nella norma 1000/1500€.
Ci sarebbe anche da chiedersi : i nostri stili di vita vano un po’ rivisti?? I ns genitori con lo stesso potere d’acquisto hanno accantonato un bel gruzzolo solo che un paio di pantaloni bastavano per anni……. forse occorre trovare una via di mezzo.