Non si pagano le tasse! E ora che ho la tua attenzione posso parlarti di come investire in vino.
Fin da quando mi sono appassionato al mondo degli investimenti nel 2016 mi sono chiesto se ci fossero sistemi “alternativi” per poter far fruttare i soldi in maniera decorrelata (ovvero non legata agli stessi andamenti) dai mercati finanziari classici.
Un po’ me lo chiedevo per la mia innata curiosità e soprattutto perché nel tempo ho capito che per me gestire emotivamente il mercato finanziario non è facile.
In un momento di mercato orso come quello attuale (leggi anche Mercati finanziari in calo? Come dominare la paura) è davvero difficile rimanere impassibili.
Una delle mie ricerche mi ha portato ai vini da investimento. Quando ho capito il potenziale mi ci sono buttato a capofitto.
Senza volermi in alcun modo sostituire ai professionisti del settore (se dirò qualche imprecisione perdonami) cercherò di farti comprendere al meglio questo straordinario e immenso mondo.
Cosa sono i vini da investimento?
I vini da investimento sono dei vini particolarmente pregiati con caratteristiche particolari che potenzialmente hanno un incremento di valore nel medio termine (almeno 3/5 anni) grazie a una maturazione che va a migliorare le proprietà e il sapore.
La maggior parte dei vini da investimento proviene dalla regione di Bordeaux in Francia anche se ultimamente alcuni paesi non famosissimi per il vino si stanno facendo strada in questo mercato, come per esempio la Cina.
Investire in vini vuol dire acquistare un bene fisico che storicamente ha performato molto bene e sta diventando sempre più un bene rifugio solido che non conosce crisi, come si può leggere da questo articolo de linkiesta.
Chissà se finiranno davvero i tempi del vino del nonno nei fiaschi con paglia…
Si può investire direttamente nelle bottiglie già in commercio magari di un’annata relativamente recente attendendo un suo apprezzamento, oppure si possono puntare i vini en primeur che non è altro che una prevendita.
Il mercato di Bordeaux, principalmente e tradizionalmente, rilascia in prevendita i vini dell’annata precedente, vini ancora in barrique (nelle botti), non pronti al consumo, che verranno consegnati dopo due anni ma che vengono ceduti a un prezzo ribassato rispetto al loro market price.
Come una specie di “future” finanziario, l’en primeur, permette di accaparrarsi i prodotti prima del tempo e a prezzi scontati offrendo una ghiotta opportunità di guadagno per collezionisti ma soprattutto per gli investitori.
Cosa determina il prezzo di un vino?
La prima cosa che determina sicuramente il valore di un vino è il vitigno da cui proviene e la sua storicità.
Ci sono vitigni molto piccoli che producono pochissimo vino ma hanno delle proprietà organolettiche tali da rendere quella zona estremamente pregiata, in aggiunta la scarsa quantità ovviamente ne amplifica il valore.
Oltre alla scarsa quantità prodotta sul prezzo influisce la quantità rimasta di un vino pregiato.
Se hai un vino come il Château Lafite del 1787 capisci bene che non ne saranno rimaste molte in giro per il mondo e il suo prezzo, di conseguenza, non può che essere stellare.
Un altro fattore che determina l’apprezzamento dei vini è il punteggio da parte dei critici del vino.
Non sono “solo” sommelier ma veri e propri critici – mi pare ce ne siano una manciata in tutto il mondo – che stilano delle recensioni attesissime con un punteggio in centesimi o ventesimi che fa apprezzare il vino in maniera veramente importante.
Come investire nel vino autonomamente?
Se ti stai chiedendo se si possa investire in vino autonomamente la risposta secca è sì. Però c’è un grande MA a cui prestare attenzione.
Come per ogni cosa dovresti sapere cosa stai facendo, sapere quali vini possono avere ottime performance, conoscere le etichette principali, saper creare un vero e proprio portafoglio bilanciato. Insomma devi essere un Vero esperto.
Se decidi di comprare vino in autonomia prima devi chiederti come e dove conservarlo un po’ come succede per l’oro fisico.
Un’alternativo più ovvia se non obbligata dato che le competenze richieste sono veramente molte è quella di affidarsi a esperti.
Esistono veri e propri broker dei vini a cui rivolgersi se si vuole investire in questo settore. Questi sono solo alcuni siti che permettono di investire in vino:
Quanto capitale serve?
L’investimento in vini è molto versatile. Ci sono bottiglie come lo Château Ducru Beaucaillou, Saint Julien 0,75l che prezza circa 200€ fino a bottiglie da diverse migliaia di euro come Boërl & Kroff Brut.
Quanto capitale destinare dipende ovviamente dalle tue disponibilità e dall’insieme del tuo portafoglio nonché sempre dai tuoi obiettivi futuri.
Come sempre il consiglio è che si tratti di una parte della tua asset allocation!
Con un capitale di 5/10.000€ si possono fare portafogli di vini interessanti, ma ovviamente sarà il tuo broker a darti una risposta più precisa.
Tieni in considerazione che l’investimento in vini pregiati non è liquidabile come fosse un ETF sulle borse.
Certo ci sarà il modo di vendere le bottiglie detenute ma ci vuole tempo trattandosi di un vero e proprio bene fisico al pari di un orologio o una macchina.
Quanto si guadagna realmente?
Ovviamente la risposta è quella che non piace a nessuno!
Dipende dal portafoglio scelto e dal tempo di maturazione, dalla critica, e tutto quanto detto sopra oltre a un sanissimo fattore “c”, ma se andiamo a guardare la storia passata parliamo di cifre molto interessanti con una media annua del 10%.
Spulciando un po’ il sito di Liv-Ex che è il portale principale per scambiare vino da investimento come se fosse una vera e propria piattaforma di trading si possono vedere gli storici dei principali indici del vino.
Indici come il Brugundy 150, lo Champagne 50 oppure l’Italy 100 che rappresentano rispettivamente i 15 vini più importanti della Borgogna, gli 11 champagne più scambiati e i 5 “super tuscan” italiani hanno performato tra il 47,2% e il 121,3% in 5 anni.
Qui di seguito invece è il grafico del Liv-ex Fine Wine 1000 ovvero l’indice dei 1000 vini da investimento di tutto il mondo che indica un 50,7% in 5 anni.
Se poi, per puro caso, hai la fortuna di detenere una sola bottiglia di Liber Pater 2015 pagata 3.800€ qualche anno fa ora vi trovereste in pancia il vino più costoso al mondo portando le performance del tuo portafoglio a percentuali molto elevate.
Come è tassata la plusvalenza?
Come ben sappiamo la plusvalenza generata a fronte di un investimento finanziario viene tassata al 12,5% per i titoli di Stato e al 26% nel caso di ETF, azioni ecc.
Sui vini da investimento NON SI PAGANO le tasse da capital gain!
Dato che il vino non rientra nelle definizioni indicate tra i “redditi da capitale” il possessore di vini viene configurato come “collezionista di oggetti usati e/o da collezione” e i ricavi della tua attività sono disciplinati nell’art. 67 del TUIR come “redditi diversi” pertanto la vendita di tali oggetti non produce reddito imponibile e non è soggetta ad accertamento fiscale se fatta da un privato senza finalità speculative imprenditoriali.
In aggiunta i vini da investimento, se si investe tramite alcune società/broker, vengono stoccati nei magazzini fiscali, ovvero delle cantine apposite con temperatura e umidità controllate e sia in acquisto che nel momento della vendita l’IVA non viene pagata.
Senza entrare in tecnicismi che non mi competono e per i quali ti invito sempre a consultare un professionista come il tuo commercialista, ti basti sapere che l’IVA verrà pagata solo ed esclusivamente dal consumatore finale, privato o società, che acquisterà da noi il vino e se lo farà spedire a casa/negozio/ristorante.
Fantastico vero?
Prima di investire nel vino…
Prima di addentrarti in questo investimento è bene che tu ti ponga alcune domande per capire se può fare al caso tuo:
- Ho abbastanza disponibilità per farlo rientrare nell’asset allocation?
- Sono disposto a detenere un investimento di questo importo per X anni?
- Sono conscio che non è un investimento immediatamente liquidabile?
- Sono consapevole che non devo bere il vino da investimento?
La risposta a queste domande determina la tua scelta.
“Quando tutto va male si beve per dimenticare, quanto tutto va bene si beve per festeggiare!” Cin cin.
Andrea Giaretta
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2 anni fa
Fantastico Andrea, come sempre del resto!
Apri delle porte verso mondi inesplorati, dopo i Lego e gli NFT…il vino!
E se ti dicessi…carte collezionabili? 🙂
2 anni fa
Grande Andrea!
2 anni fa
Ottimo spunto di investimento. Grazie
2 anni fa
Grazie Gian, troppo buono. Più che carte collezionabili (che avrei anche li da dire qualcosa 😀 ) pensavo a statue/modellini da collezione. Chissà, magari un giorno 😉
A presto carissimo e grazie ancora.