Scegliere l’ETF giusto può sembrare complicato, ma seguendo alcuni criteri fondamentali – come costi, categoria, dimensioni e tipo di replica – diventa tutto più semplice. In questo articolo ti spiego come orientarti tra le tante opzioni e come evitare gli errori più comuni, anche se sei alle prime armi. Alla fine trovi anche un invito speciale per ETF portfolio 2025 con 7 portafogli ETF già pronti da copiare.
Hai capito che gli ETF sono strumenti semplici, economici e trasparenti e magari hai già deciso che vuoi usarli per far rendere meglio i tuoi soldi.
Ma davanti a centinaia di sigle, nomi criptici e indici sconosciuti, ti senti come davanti al menu di un ristorante giapponese… senza Google traduttore.
Non preoccuparti, ci siamo passati tutti.
Per questo ho preparato una guida pratica in 10 passaggi che ti aiuta a capire come scegliere l’ETF giusto, con esempi reali e criteri concreti, anche se sei all’inizio.
1. Parti da dove sei: analizza i tuoi investimenti attuali
Non puoi sapere dove andare, se non sai da dove parti.
Recupera un estratto titoli aggiornato del tuo portafoglio (puoi chiederlo in banca o scaricarlo dall’home banking). Ti servono soprattutto i codici ISIN: identificano in modo univoco ogni fondo e ti aiutano a capire dove stai investendo oggi.
Leggi anche:
Come Fare l’Analisi del Portafoglio Titoli in Autonomia
2. Scopri a quale categoria appartiene il tuo fondo
Conosci la direzione prima di cambiare mezzo.
Inserendo il codice ISIN su Morningstar o JustETF puoi scoprire a quale categoria o segmento di mercato appartiene ogni fondo (es. azionario globale, obbligazionario corporate, ecc.).
Questo è il primo passo per cercare un ETF che copra lo stesso mercato, ma con commissioni più basse.
3. Trova ETF nella stessa categoria
È come cercare un nuovo vestito della stessa taglia, ma con stoffa migliore.
Una volta individuata la categoria, puoi cercare ETF che investono nello stesso segmento. Siti come JustETF permettono di filtrare per area geografica, settore, asset class, valuta, ecc.
Inizia a confrontare strumenti simili al tuo fondo ma molto più efficienti in termini di costi. In un solo clic guadagni già il 3% in più!
4. Valuta i criteri chiave: costi, rischio e rendimento
I numeri contano. E alcuni contano più di altri.
Ecco cosa considerare per ogni ETF:
- Costi di gestione (TER): più bassi sono, meglio è.
- Deviazione standard: misura la variabilità dei rendimenti. Meglio se è bassa.
- Rendimenti passati: non garantiscono il futuro, ma offrono un confronto.
- Beta: indica quanto l’ETF è volatile rispetto al mercato. Più è alto, più rischi.
- Tracking error: misura quanto bene l’ETF replica il suo indice.
Nessun parametro è perfetto da solo: guarda il quadro complessivo.
5. Controlla le dimensioni del fondo
Un ETF con le spalle larghe è un alleato più stabile.
Meglio scegliere ETF con almeno 100 milioni di euro in gestione. Non è una garanzia assoluta, ma un fondo più grande ha più probabilità di rimanere sul mercato a lungo, è più liquido e più efficiente nella replica.
6. Guarda il rating di Morningstar (ma non solo)
Le stelle non mentono… ma vanno interpretate.
Su Morningstar puoi filtrare gli ETF in base al rating da 1 a 5 stelle, che riassume qualità, performance, rischio e coerenza con l’indice.
È un buon punto di partenza per scremare i migliori, ma non è l’unico criterio da guardare.
7. Scegli tra ETF fisico o sintetico
Due modi diversi per replicare un indice. Quale preferisci?
- ETF fisico: acquista realmente i titoli che compongono l’indice (preferibile quando possibile).
- ETF sintetico: replica l’indice tramite derivati. È utile quando la replica fisica non è praticabile (es. indici complessi o mercati emergenti).
Controlla questo dettaglio nella scheda dell’ETF, o cerca sul canale YouTube le tante pillole di Roberto Pesce che parlano di ETF.
8. Accumulazione o distribuzione?
Vuoi la cedola o preferisci far crescere il capitale?
- ETF a distribuzione: ti versano periodicamente una cedola (interessante se cerchi una rendita).
- ETF ad accumulazione: reinvestono automaticamente i profitti, ideali per chi punta alla crescita del patrimonio nel lungo periodo.
La scelta dipende dalla tua strategia.
9. Verifica che sia un ETF UCITS
Le sigle contano, soprattutto quando proteggono.
UCITS è lo standard europeo che garantisce un elevato livello di regolamentazione, trasparenza e protezione per gli investitori. Controlla che l’ETF sia UCITS compliant, ovvero conforme agli standard europei che tutelano gli investitori. Lo trovi indicato nel nome o nella scheda informativa. Se manca, meglio approfondire: magari è domiciliato fuori dall’UE (es. Irlanda , USA), o è un prodotto non destinato alla distribuzione retail in Europa.
10. Decifra il nome dell’ETF
Dentro il nome c’è tutto: basta sapere come leggerlo.
Anche se all’inizio sembrano sigle incomprensibili, i nomi degli ETF seguono una logica precisa. Ad esempio:
iShares MSCI World UCITS ETF Acc
Significa che:
- iShares → è l’emittente (BlackRock)
- MSCI World → è l’indice replicato
- UCITS → è conforme alla normativa europea
- Acc → è ad accumulazione
Imparando a leggere il nome, capirai molto senza nemmeno aprire la scheda.
Scegliere un ETF non è un salto nel buio.
Con questi 10 passaggi puoi orientarti tra le opzioni con più sicurezza, evitando scelte sbagliate e costruendo un portafoglio adatto ai tuoi obiettivi.
E se vuoi fare un salto di qualità, guarda il webinar gratuito di presentazione di ETF PORTFOLIO 2025: scoprirai 7 portafogli ETF già pronti da copiare, costruiti con criterio e adatti a diverse strategie.
👉 Puoi accedere da qui!
E se hai domande, scrivici nei commenti!
Giorgia Ferrari
Se vuoi approfondire la tua formazione finanziaria in modo semplice e divertente PARTECIPA A INTELLIGENZA FINANZIARIA.