Ho sentito spesso parlare di diversificazione del portafoglio. Altrettanto spesso ho sentito che i prodotti finanziari in cui si investe dovrebbero essere tra loro il più possibile “scorrelati”.
E’ vero? E se si, potresti fare un esempio di prodotti finanziari scorrelati?
Molte grazie e saluti.
Gianmaria
Grazie a te Gianmaria per la domanda interessante e per l’attenzione puntuale e attiva che riponi nei confronti del blog. Risponde alla tua domanda, come al solito in maniera estremamente precisa e completa Michele Colosio, Consulente Finanziario Indipendente che approfitto per ringraziare per il supporto. In un post successivo riprenderò anche io il discorso fornendo un altro punto di vista un pò più “aggressivo” e fuori dal coro allo stesso discorso.
A presto, Roberto Pesce
DIVERSIFICAZIONE E CORRELAZIONE NEGLI INVESTIMENTI
Il concetto della diversificazione in finanza è da attribuire all’economista statunitense Harry Markowitz, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 1990, “per i contributi pioneristici nell’ambito dell’economia finanziaria”.
Secondo Markowitz un classico errore compiuto dagli investitori è quello di concentrare i propri investimenti su un ristretto numero di titoli, spesso quotati sulla borsa locale, e magari anche appartenenti a pochi settori (ad esempio il finanziario o gli energetici).
Il Nobel statunitense ha utilizzato l’aforisma “non mettere tutte le uova nello stesso paniere” che ben rende l’idea del rischio insito nella eccessiva concentrazione del portafoglio.
La diversificazione è tanto più efficace quanto più gli attivi (azioni, obbligazioni, valute, materie prime, immobili, ecc.) sono poco correlati tra loro e quanto più si diversifica all’interno delle stesse classi, ad esempio scegliendo azioni di diversi settori e aree geografiche o ricorrendo a strumenti che, come gli ETF, permettono con un unico investimento di prendere posizione su una pluralità di titoli a costi ridotti.
Il principio alla base della teoria è che il portafoglio efficiente è quello costituito dalla combinazione di titoli che minimizza il rischio e massimizza il rendimento: diversificare un portafoglio tra asset non correlati consente di aumentare i rendimenti e di ridurre il rischio, migliorando il rapporto rischio/rendimento. Per far sì che ciò accada, gli attivi che compongono il portafoglio dovranno essere incorrelati o, meglio, non perfettamente correlati.
Se due strumenti hanno un coefficiente di correlazione basso vuol dire che hanno una relazione scarsa e i relativi andamenti non si influenzano o sono pochi movimenti correlati. Il coefficiente è sempre compreso tra +1 (gli asset si muovono nella stessa direzione e con la stessa intensità) e -1 (gli asset si muovono in direzioni perfettamente opposte).
Attenzione però perché le correlazioni sono variabili nel tempo e, soprattutto in fasi di altà volatilità dei mercati come quella della crisi dell’anno scorso, possono saltare e far venir meno il beneficio della diversificazione.
Normalmente il mercato azionario è correlato in maniera inversa alle obbligazioni governative e alla volatilità dei mercati. Le azioni sono invece correlate positivamente in maniera significativa con il mercato immobiliare, da cui consegue che la ripresa del settore immobiliare è positiva per la crescita delle borse.
Molto forte invece la correlazione positiva tra il dollaro USA e l’oro.
Tra i settori azionari hanno una bassa correlazione tra loro, comunque positiva, bancario e beni industriali, alimentare e media, farmaceutico e assicurativo e il settore viaggi & tempo libero, poco correlato con la maggior parte degli altri.”
Dott. Michele Colosio
IFA Consulenza Finanziaria Indipendente
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