Per molte persone l’idea di investire il proprio denaro in azioni è immediatamente associata al concetto di RISCHIO.
In effetti, questa idea ha in sè un pezzo di verità e molta disinformazione. Vediamo di ragionarci assieme.
Investire in azioni è rischioso?
Sicuramente lo è, così come è rischioso anche investire in qualsiasi altro settore, dall’immobiliare al mercato delle obbligazioni, delle materie prime, degli oggetti d’arte, delle partecipazioni dirette ad attività commerciali.
Ogni investimento porta con sè un certo grado di rischio. Negli ultimi anni e ancora di più negli ultimi mesi abbiamo visto scendere (e in qualche caso crollare verso lo zero) le quotazioni di beni e strumenti fino ad un pò di tempo fa considerati “sicuri” quali gli immobili, le obbligazioni aziendali (vedi i casi Lehmann Brothers, Enron, World Com, Cirio, Parmalat…), persino alcuni titoli di stato (vedi il caso dei famigerati bond argentini).
Se ogni investimento porta con sè un certo grado di rischio, dobbiamo quindi spostare il discorso sul concetto di “grado di rischiosità“.
E la domanda diventa quindi: “Ma i titoli azionari (e gli ETF azionari) sono più o meno rischiosi di altri veicoli come i titoli di stato o gli immobili?”.
In prima battuta diciamo che, a parità di ignoranza (ossia per chi non capisce la natura nè di uno strumento nè dell’altro) ebbene, allora sì, possiamo dire che le azioni sono più rischiose, o meglio, più aleatorie. Nel senso che sono sicuramente più volatili (considera che la stragrande maggioranza dei titoli azionari oscilla ogni anno di più del 50% rispetto al suo valore medio!) e che, prendendo un titolo a caso e tenendolo per 6 mesi/1 anno abbiamo tante possibilità di guadagnarci quanto di perderci.
Per essere ancora più precisi dovremmo per la verità dire che, sempre prendendo un titolo a caso, quando il mercato è rialzista abbiamo altissime possibilità di guadagnarci (molto) mentre quando tutto il mercato è ribassista come lo è stato nel 2008 e nei primi mesi del 2009 abbiamo elevate possibilità di perderci (molto).
Dato quindi un pizzico di ragione a chi sostiene che le azioni sono rischiose diciamo anche un’altra cosa importantissima:
IL LIVELLO DI RISCHIO ASSOCIATO ALLE AZIONI E’ INVERSAMENTE PROPORZIONALE ALLA COMPETENZA E ALL’ATTENZIONE DI CHI LE MANEGGIA.
Detto in maniera ancora più chiara:
IL RISCHIO E’ MOLTO RELATIVO SE SAI QUELLO CHE FAI!
Rifletti su questo: fare paracadutismo o maneggiare esplosivi sono attività pericolose? Ma della morte di quanti paracadutisti o artificieri hai notizia ogni anno? Pochi o nessuno, giusto? Eppure molte persone si dedicano a tali attività… ma sono per l’appunto persone preparate e attente, che utilizzano un metodo di lavoro di comprovata efficacia non lasciando nulla al caso, ben consapevoli che la trascuratezza e il dilettantismo sono assai pericolosi nel loro mestiere.
Colto il parallelo? Penso proprio di sì.
Venendo a noi, ciò di cui in assoluto hai bisogno per ridurre il rischio sono un metodo e un piano. Parlo di un piano scritto, dettagliato (Trading Plan) che ti guidi attraverso i seguenti elementi:
- Quali titoli scegliere
- Quale attività convenga fare a seconda dei momenti: comprare, shortare (ossia vendere allo scoperto) oppure stare fermo senza far nulla
- A quale livello di prezzo (preciso) entrare sul titolo
- In che modo immettere l’ordine di entrata sul titolo in maniera tale da far sì che, appena acquistato o shortato, si sia immediatamente in guadagno piuttosto che in perdita
- Come dimensionare la posizione (ossia la quantità di denaro investita sul singolo titolo) in relazione alle dimensioni del proprio patrimonio e allo stile di trading che stai adottando
- Come stabilire prima ancora di immettere un ordine sul mercato la perdita massima che si è disposti a sopportare su quella specifica operazione
- Come scegliere operazioni che ci diano sempre almeno un rapporto di 3:1 tra il guadagno atteso e il rischio potenziale
- Come gestire l’operazione con il passare del tempo in maniera da consolidare via via guadagni sempre crescenti e impedire che uno storno del mercato possa rimangiarci i profitti potenzialmente acquisiti sin lì
- Come evitare i momenti potenzialmente rischiosi per l’arrivo di notizie rilevanti
La domanda per te è: quanti di questi elementi contengono il tuo metodo ed il tuo piano di battaglia? Ehm, perchè tu hai un piano di battaglia, vero?
Nei prossimi post inizierò a dettagliarti alcuni di questi elementi.
Nel frattempo … stay tuned!
A presto, Roberto
P.S.Se vuoi imparare a investire con successo e senza rischi questi sono i nostri corsi:
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