Quando durante le fasi iniziale del corso [workshop_what what=”488″ color=”navy”] – prossima edizione il [workshop_when what=”488″ color=”black”] a [workshop_where what=”488″ color=”black”] – cerco di spiegare ai miei allievi che per trarre sostanziosi profitti dalla Borsa e dai mercati azionari occorre sforzarsi come prima cosa di abbandonare l’idea che i prezzi si muovano a rialzo e a ribasso in base a considerazioni e fatti puramente razionali, mi rendo conto di fare sempre una certa fatica a far accettare loro questo concetto.
In effetti, sembrerebbe logico pensare che salgano i prezzi di azioni che facciano riferimento ad aziende di qualità, ben gestite, che propongono prodotti o servizi di qualità e che macinino utili trimestre su trimestre e che, dall’altro lato del mercato, scendano invece le quotazioni di società in crisi, con i bilanci in perdita, mal gestite etc.
Se questa realtà tutto sommato tende in effetti a verificarsi su orizzonti temporali di medio-lungo termine (che, tanto per essere chiari, potrebbe voler dire anche svariati anni), esistono però alcuni momenti o situazioni in cui l’irrazionalità e l’emotività compulsiva la fanno da padroni e noi osserviamo azioni facenti riferimento ad ottime compagnie perdere anche oltre il 70% del proprio valore nel giro di qualche mese così come titoli di aziende che non hanno mai fatto nemmeno un euro o un dollaro di utile in vita loro apprezzarsi di oltre il 200-300% o più magari sull’arco temporale di due o tre anni.
All’immancabile domanda dei miei increduli allievi sul perchè questo succeda non ho altre risposte se non far riferimento al fatto che l’essere umano è essenzialmente irrazionale e emotivo, soprattutto quando sollecitato dalle due grandi forze che guidano da sempre le grandi speculazioni finanziarie: avidità e paura.
In effetti, per capire meglio tutto ciò, può essere utile raccontare un curioso e abbastanza noto evento storico conosciuto come la “Mania dei Tulipani” o “Tulipomania” che scoppiò in Olanda e in altre parti d’Europa attorno al 1630.
Il tulipano, introdotto in Europa nella metà del XVI secolo, e la cui coltivazione fu presumibilmente iniziata in Olanda nel 1593, divenne rapidamente una merce di lusso e uno status symbol tanto che si scatenò una sorta di competizione tra i cittadini appartenenti alla media borghesia e alle classi più agiate per accaparrarsi gli esemplari più rari e ricercati.
Tutto ciò, come da sempre avviene quando un bene incontra forte “domanda” sul mercato, portò i prezzi dei tulipani stessi a crescere e gonfiarsi in maniera irresistibile.
Per capire la portata del fenomeno basti pensare che nel 1623 un singolo bulbo di una specifica qualità di tulipano poteva costare anche un migliaio di fiorini olandesi mentre il reddito medio annuo dell’epoca era di 150 fiorini, una tonnellata di burro poteva essere acquistata per circa 100 fiorini e “otto maiali grassi” costavano 240 fiorini. Tradotto in termini attuali, possiamo quindi ipotizzare un prezzo medio per un bulbo di tulipano pari attorno ai … 100.000 euro !!!
I tulipani erano scambiati anche con terreni, animali da allevamento, case e immobili.
La “logica” sottesa a questa follia era che, mentre il fiore del tulipano reciso veniva considerato un “bene di lusso ma di consumo“, bello da vedere ma allo stesso
tempo fragile e soggetto a rapido deperimento, il bulbo invece veniva visto come un “investimento” poichè da esso potevano nascere altri fiori e altri bulbi e dare così vita ad un business permanente.
Di fatto, i bulbi dei tulipani smisero di essere visti come elementi di natura e furono considerati mezzi e strumenti di investimento e speculazione tanto che ai più rari vennero associatinomi di famosi ammiragli olandesi e i loro prezzi aumentavano in maniera vertiginosa anche nella stessa giornata passando più volte di mano. Non era raro che un bravo speculatore potesse capitalizzare in una sola giornata anche più dell’astronomica cifra di 6.000 fiorini!!
Per dare un altro riferimento della portata del fenomeno si pensi che in quegli anni il celebre pittore Rembrandt vendette il suo dipinto “Ronda di notte” per 1650 fiorini mentre il bulbo più famoso, chiamato “Semper Augustus“, fu venduto ad Haarlem per 6000 fiorini !!!
Tutto ciò succedeva anche perchè all’inizio del 1600 l’Olanda si trovava in uno stato di benessere economico e la sua classe media possedeva denaro in surplus da utilizzare in attività lucrative, possibilmente di immediato e corposo guadagno. I prezzi degli immobili salivano, le azioni della Compagnia delle Indie Orientali crescevano di valore con un ritmo mai registrato prima.
Insomma, lo scenario di riferimento era di euforia ed entusiasmo incontrollato, e la storia ci ha dimostrato come le grandi bolle speculative nascano tipicamente proprio in questi periodi, dalle “bolle di sapone” della South Sea a Londra e del Mississippi a Parigi nel 1719 e nel 1720, fino al più conosciuto crollo di Wall Street nel 1929 e ai recentissimi scoppi della bolla della “New Economy“ nel 2.000 e della “bolla immobiliare” del 2008. Quando Giambattista Vico parlava del fatto che la storia si ripete (ma le persone non ne traggono poi così tanto insegnamento … ) qualche ragione tutto sommato l’aveva anche lui.
Tornando alla tulipanomania, in quel breve periodo alcune persone riuscirono a guadagnare tantissimo, la maggioranza tuttavia finì per rimetterci anche la camicia quando inevitabilmente la bolla dopo un pò si sgonfiò in quanto più nessuno era disposto a spendere i prezzi folli a cui si era arrivati e tutti avevano di conseguenza cominciato a svendere.
In altre parole, come sempre è successo e sempre succederà, l’eccesso di domanda si trasformò in eccesso di offerta e panic selling incontrollato fino a quando in brevissimo tempo i prezzi tornarono ad essere quelli ragionevoli ante bolla e legittimi per un bulbo di tulipano.
Pensa che all’apice della bolla non solo i tulipani erano scambiati nelle borse valori di numerose città olandesi ma si era arrivati a vendere persino bulbi che erano stati appena piantati o quelli che avevano intenzione di piantare! Questa pratica fu soprannominata in modo appropriato “commercio del vento“, oggi li avremmo definiti “futures sui tulipani” in sostanza strumenti finanziari “derivati“, e sarebbero cugini primi dei molti derivati odierni che stanno portando il pianeta al collasso finanziario.
Quando la bolla speculativa scoppiò c’erano persone che avevano venduto la propria abitazione per potersi comprare dei bulbi di tulipano e alcuni detenevano addirittura contratti per comprare tulipani a prezzi dieci volte maggiori di quelli del mercato ormai crollato (una sorta di “opzione call” sui tulipani ^_^) mentre molti possedevano bulbi che valevano meno di un decimo di quanto li avessero pagati.
Moltissimi olandesi, inclusi amministratori pubblici, uomini di affari e dignitari, si erano finanziariamente rovinati e se tutta questa storia (realmente avvenuta e storicamente documentata) ti sembra assurda, prova a pensare ai molti americani che solo 5 anni fa si sono comperati la loro brava casetta di legno in Florida a 150.000 dollari, casetta che solo 4 anni prima veniva venduta a 45.000 dollari, lo stesso identico prezzo a cui infatti oggi la puoi trovare sul listing USA delle unità immobiliari rilevate dalle banche alle aste fallimentari …
La storia si ripete e continuerà a ripetersi e non c’è miglior investimento che tu possa fare di quello sulla tua formazione e preparazione personale.
Roberto Pesce
13 anni fa
quale sarà la prossima bolla?
quella dell’Oro??
negli Usa gli immobili hanno una volatilità simili al mercato azionario e per questo motivo molti si sono arricchiti con esso.
in Italia l’immobiliare ha un trend leggermente diverso.
ma in fatto di memoria…credo che siano in tanti ad averla corta!
13 anni fa
certo che la storia è piena di bolle speculative , la borsa in questo periodo è una bolla speculativa . l’importante è che la bolla non scoppi
perchè dietro si traina una crisi spaventosa . vedi in america con la vendita della case al rialzo . lemhan brhoters . cosa ha creato e cosa ha disfatto .
13 anni fa
Ciao Roberto, grazie per il tuo post è una miniera di riflessioni da cui attingere. la gamma della emozioni umane mi ha sempre affascinato, è un mondo sommerso che guida il mondo reale. è come una una calamita
invisibile che con la sua forza magnetica ci dirige . prenderne coscienza significa prendere potere su se stessi.
ciao
Anna
13 anni fa
Ciao Roberto,
la storia per antonomasia insegna e un punto fermo è sicuramente che a ogni bolla speculativa la massa ci rimette più o meno alla grande ed i pochi manovratori del mercato, le così dette mani forti, traggono stupefacenti profitti…. noi piccoli “trader” riusciremo a difenderci?
Io sono un po’ scettico………….
13 anni fa
Non ci siamo già dentro? Il problema è che non ci è stato insegnato a rinunciare. Prima si sentiva dire: “non ho i soldi, sto a casa”; e ci dicevano: “Se non hai i soldi stai a casa”. Adesso ad esempio anche in tv oramai è diventato quasi un motto: “Non hai i soldi per andare in vacanza? Chiedi un finanziamento”. Quanti spendono soldi che non hanno?
13 anni fa
[…] cui una casa grande e bella aveva lo stesso prezzo di un tulipano. Succedeva in Olanda, nel ‘600. In quegli anni Rembrandt vendette il suo dipinto Ronda di notte per 1650 fiorini mentre a Haarlem il bulbo più […]