Momento storico questa settimana a Wall Street per la quotazione (IPO = initial price offer) di LinkedIn, primo grande social network a debuttare in borsa.
Hanno sicuramente motivo di festeggiare il fondatore di LinkedIn Reid Garrett (a sinistra nella foto) ed il suo CEO Jeff Weiner (alla sua destra) perchè dire che Wall Street abbia accolto con grande entusiasmo la quotazione è persino limitativo.
Collocato ad un prezzo iniziale di 45 dollari per azione, appena disponibile sul mercato libero LinkedIn ha iniziato le contrattazioni a 83 dollari per poi salire fino a oltre 122 dollari (!!!) nelle prime due ore di contrattazioni per poi scendere rapidamente tra la sua prima e seconda giornata di vita e chiudere attualmente a 93 dollari, registrando quindi fino ad adesso un clamoroso rialzo del 107% rispetto al prezzo della IPO !!!
Il primo commento che balza alla bocca non può che essere … WOW !!!
Il secondo pensiero che segue a stretta ruota è: “Cosa succederebbe (succederà…) alla quotazione di Facebook o Twitter che, rimanendo in tema di social network, sono rispetto a LinkedIn dei robusti fratelli maggiori?”
Per chi non lo conoscesse vale infatti la pena ricordare che LinkedIn, la più importante IPO del settore internet dai tempi della quotazione di Google del 2004, pur avendo la stessa impostazione di base di Facebook ne rappresenta una versione in scala ridotta e a supporto della nicchia dei contatti professionali e delle relazioni di lavoro rispetto al modello più generalista e globalizzante della creatura di Mark Zuckerberg della cui possibile quotazione ho già scritto tempo fa (clicca qui per recuperare il post e qui per un articolo successivo relativo sempre al valore di Facebook).
A livello di numeri, il valore attribuito ai social network è soprattutto quello relativo alle loro gigantesche banche dati di contatti o “amici“ che dir si voglia e su questo fronte LinkedIn ne conta ad oggi circa 100 milioni contro gli oltre 600 milioni di Facebook.
I numeri in questione sono da capogiro, certo, ed è indubbio che i social network siano la grande novità degli ultimi anni sul web e nel mondo della comunicazione, quello che però lascia perplessi è la valutazione complessiva di 11 miliardi di dollari che il mercato sta attribuendo a LinkedIn, azienda che, vale la pena ricordarlo, con “appena” 240 milioni di dollari di fatturato, ha avuto il suo primo anno di utili (15,4 milioni di dollari) nel 2010 dopo essere stata in passivo negli anni precedenti e avendo in previsione di non registrare utili nel 2011.
Insomma, qualche dubbio sul modello di business, sui numeri e sulla sopravvalutazione dei social network permane e la mente corre veloce a quanto successe a fine anni ’90 in cui il mercato ed in particolare i titoli tecnologici e internet quotati al Nasdaq andarono alle stelle nel giro di qualche anno costruendo una “bolla” pazzesca del cui scoppio paghiamo le conseguenze ancora adesso.
Come si può facilmente vedere dal grafico rappresentato qua sopra, il Nasdaq corse in maniera pressochè verticale da 2.000 a oltre 5.000 punti in poco più di 12 mesi di tempo portando alle stelle tutto ciò che anche lontanamente profumava di internet, facendo salire allo stesso tempo aziende solide costruite per durare così come vere meteore costruite e quotate con l’unico scopo di prendere parte a quel momento di follia collettiva (per chi si ricorda, in Italia era il momento dell’epopea di Tiscali che in pochi mesi da società pressochè inesistente che era arrivò a capitalizzare in borsa più della Fiat (!) per poi crollare miseramente e, aggiungerei, ovviamente, nel giro di poco tempo).
Con il risvegliarsi dalla follia i prezzi cominciarono a crollare e il Nasdaq scese fino a 1.200 punti (-75% circa, oops !!!) nel periodo 2.000-2002 per poi risalire fino al massimo di fine 2007 a quasi 3.000 punti, ridiscendere di nuovo allo stesso livello per la crisi dovuta allo scoppio della bolla immobiliare e al fenomeno dei mutui subprime e, oggi come oggi, tornare nuovamente ai livelli pre-ultima crisi.
Per chi non crede molto all’analisi tecnica, a supporti e resistenze e al fatto che la storia si ripeta più e più volte credo che il grafico qui presentato dia più di uno spunto su cui riflettere.
Chi vivrà vedrà insomma, il discorso sarebbe da approfondire ulteriormente e chissà che non ci ritorni sopra prima o poi. Per il bene dei miei lettori il consiglio è per il momento di stare alla larga dalle azioni di LinkedIne lasciare il tempo al mercato di stabilizzarsi e ai grafici di prendere forma se si vuole evitare di rischiare una discesa stile montagne russe di Gardaland.
Tanto per dirne una, l’unico precedente relativo ad un social network quotato è quello di Renren che, dopo un esordio scintillante alla borsa di Shangai oggi come oggi perde circa il 20% rispetto al suo valore iniziale.
Tornando a LinkedIn e a Wall Street, vale la pena notare anche come i tipi di Goldman Sachs abbiano rapidamente venduto la propria quota in LinkedIn e incassato la plusvalenza … pura beneficenza nei confronti dei piccoli risparmiatori o sotto sotto la pensano come il sottoscritto?
A risentirci presto, buon trading!
Roberto Pesce
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14 anni fa
Ottima Analisi Roberto.
ovvio che qualcuno sprovvedutamente si sarà fatto abbagliare da cosi’ tanta salita e sia salito sul carro…o carretto…??
anche i livelli che abbiamo raggiunro sugli indici la dicono lunga.
non vedo cosi’ tanta Crescita “vera” e gli indici sono forse un tantino gonfi o prospettano solo Rose e fiori.
e’ un periodo in cui occorrerebbe navigare a vista, ma sopratutto studiare studiare studiare!!
Saluti.
14 anni fa
Ciao Roberto,
complimenti per il post! Ben fatto!!
Aggiungerei anche che investire su una IPO secondo un’ottica di analisi fondamentale ( e quindi secondo una logica di puro investimento finanziario ) è sempre poco saggio perchè manca la cosidetta “Track Record” ossia la serie di dati storici ( 5 anni di bilanci certificati come minimo ) su cui fare analisi un minimo affidabili!!
A parte questo, di seguito interessante link sul perchè Linkedin è na mezza ciofeca:
http://www.fool.com/investing/general/2011/05/19/read-this-before-you-buy-linkedin.aspx?source=isesitlnk0000001&mrr=0.14
Poi se si vuole tradare il titolo in IPO con la AT è un altro paio di maniche ma pure in questo caso è meglio tradare titoli che hanno un passato da studiare!!
Per quanto riguarda:
“Tornando a LinkedIn e a Wall Street, vale la pena notare anche come i tipi di Goldman Sachs abbiano rapidamente venduto la propria quota in LinkedIn e incassato la plusvalenza … pura beneficenza nei confronti dei piccoli risparmiatori o sotto sotto la pensano come il sottoscritto?”
I tipi di Goldman Sach sono noti anche per confezionare polpette avvelenate ai risparmiatori e per farsi lauti profitti massacrando il cosiddetto “parco buoi”!!
Ergo:
non è che loro la pensano come te, fanno proprio per mestiere quello che ho appena scritto!!
Di seguito interessante link sulla loro poco edificante ( per usare un eufemismo!!) storia:
http://www.businessinsider.com/blackboard/goldman-sachs
Ciao!
Fab
13 anni fa
preg.mo dott.or roberto pesce :
capisco tante cose mi azzardo a dire che capisco quello che hanno un senso certi teoremi matematici . purtroppo almeno per me questi sono casi o
cose che succedono . pragmaticamente direi doveva andare cosi .
pensa se calava del 80% facebook e twitter non ci pensavano neanche di andare a farsi pestare le corna . ma non è detto che per loro sia la stessa cosa . la vita non riserva a tuti le stesse cose , anzi …
ciao piergiorgio