Pesa di più 1 Kg di piombo o 1 Kg di cotone?

Quando andavo alle elementari mi divertivo, insieme ai miei compagni, a fare questa domanda ai bambini dell’asilo i quali, nella maggior parte dei casi, rispondevano che: ovviamente era più pesante il chilo piombo! Ad onor del vero si pilotava un po’ quella risposta e cioè, mentre pronunciavamo la parola piombo, si mimava la fatica nel reggere un inesistente oggetto metallico; al contrario si faceva testare la morbida consistenza di un batuffolo di cotone nel secondo caso… ed il gioco era bello che riuscito!

Mai e poi mai mi sarei immaginato che quel banale quesito, che mi faceva sghignazzare oltre ogni ragionevole motivo, mi avrebbe permesso dopo molti anni di fare una riflessione ben più profonda e cioè quella di rendermi conto che, nell’adulta realtà quotidiana, molte volte si agisce come se di fronte a due condizioni oggettivamente identiche si voglia a tutti i costi trovare una differenza, tentando di affermare che “un chilo pesi più di mille grammi”. Attenzione, non mi riferisco alle diverse caratteristiche di un materiale rispetto ad un altro, ma solo all’unita di misura. Stop!

Lorenza, Giorgia e Enrico durante l’IT Forum

Cosa c’entra tutto ciò con questo blog ed il trading, lo spiegherò qualche riga sotto.

Dal 23 al 25 maggio 2013 tutti noi del team Smartmoney, con a capo l’infaticabile Roberto Pesce, abbiamo partecipato all’IT Forum di Rimini, presentando sia XeMarkets, broker per il forex da noi testato e consigliato, sia la nostra completa offerta formativa, per l’occasione con alcune promozioni a prezzi davvero incredibili, e proprio questi due ultimi aspetti: la formazione e l’opportunità di sfruttare un vantaggio economico, mi hanno fatto tornare alla mente la domanda del titolo.

In queste giornate abbiamo complessivamente parlato con circa tremila persone, che ho schematicamente suddiviso in tre macro tipologie:

1. Esperti, una consistente parte;

2. Impegnati molto nel guadagnare denaro, la maggioranza;

3. Impegnati moltissimo nel perdere denaro, la fetta più piccola… ma pur sempre “troppi”!

Escludendo il primo gruppo, con i quali sono stati affrontati temi molto tecnici, con gli altri due abbiamo anche illustrato la possibilità di trarre grandi vantaggi dal trading attraverso il miglioramento della propria competenza in tale ambito e, come sopra specificato, sfruttando l’occasione di prezzi ribassati per i partecipanti alla Fiera. Anche perché la considerazione tipica del gruppo 2 – quelli impegnati molto nel guadagnare – era: “si, faccio trading, ma le cose stanno andando così così”; ed infatti, proprio perché motivati nella crescita economica, una certa schiera di loro parteciperà al prossimo corso di [workshop_what what=”490″ color=”navy”] a [workshop_where what=”490″ color=”black”] il [workshop_when what=”490″ color=”black”] (clicca qui per avere maggiori informazioni ed assicurarti il posto).

Quelli del gruppo 3 – impegnati moltissimo nel perdere denaro – oltre a riferire di avere orde di amici che continuavano costantemente a perdere soldi in Borsa, apparivano meno interessati a voler frequentare un percorso formativo, nonostante sarebbero stati quelli che ne avrebbero maggiormente beneficiato.

E pensare che per andare incontro alle più disparate esigenze di chi si vuol accostare all’avvincente mondo del trading, Roberto Pesce ha appositamente creato un corso di livello introduttivo dall’evocativo nome [workshop_what what=”538″ color=”navy”], la cui prossima edizione si terrà il [workshop_when what=”538″ color=”black”] a [workshop_where what=”538″ color=”black”], (trovi qui il programma e la possibilità di iscriverti al corso).

E adesso siamo finalmente arrivati al chilo di piombo e di cotone!

Stando a quanto emerso dagli appartenenti al gruppo 3,  il prezzo di un corso introduttivo al trading equivaleva (spanna più, spanna meno) alla perdita media giornaliera della loro operatività. Io mi chiedo quale persona – a parte il bambino dell’asilo di cui sopra – può pensare che sia più conveniente continuare a perdere soldi piuttosto che impiegare lo stesso denaro per ottenere in cambio una giornata formativa! È vero che sul mercato ci sono molti improvvisatori e saltimbanchi della vendita ed è quindi assolutamente corretto procedere con cautela, ma se quel giorno si scegliesse di andare a fare il corso anziché intestardirsi nella bulimica voglia di fare trading senza competenza, ecco che automaticamente il corso verrebbe già ripagato!

Questo risulta ovvio, a mente fredda, senza nessun venditore che ti propone il suo prodotto, e lo diventa ancora di più mentre si sta comodamente a casa propria a leggere un blog, ma in quei momenti la scelta diventa più delicata, probabilmente perché il cervello è maggiormente orientato a testare la fatica delle braccia che reggono il piombo: metaforicamente nell’azione di tirare fuori i soldi dal proprio portafoglio – piuttosto che focalizzarsi sui vantaggi di quello che realmente viene detto.

Dico questo in virtù di uno scambio di idee avuto in Fiera con un simpatico signore di mezz’età, appartenente al citato “gruppo tre”.

Di fronte all’ipotesi di frequentare un corso mi ha guardato fisso negli occhi come uno scontro tra cowboy nella scena madre di “Mezzogiorno di fuoco” e con un messaggio non verbale mi fa capire che “non è uno sprovveduto e non ha bisogno di corsi!” La chiacchierata prosegue e mi dice: “..il trading è una passione passeggera… non più di un passatempo e comunque conosco un esperto di Borsa: il giornalaio vicino a casa, pensi legge sempre il Sole 24 ore… ne sa un casino ed è lui che mi da una mano!…”.  Lo guardo in silenzio per fare in modo che riascolti mentalmente quello che mi ha appena detto, ed ecco che non passano più di un paio di secondi che mi chiede sorridendo: “Scusi, quali sono i moduli per i corsi??

Ripeto, non voglio dare un giudizio sul comportamento delle persone, né affermare che per ottenere risultati col trading sia necessario operare full time sul mercato, né penso che un giornalaio, un imprenditore o un impiegato non possano operare con costante successo, dico solo che se si vogliono ottenere risultati nel tempo non ci si può limitare alla lettura di un quotidiano.

Bisogna innanzitutto creare le giuste condizioni di partenza, prime fra tutte sapere ed interiorizzare che il trading è un business e come tale basato su dati economici, ancorché influenzato da emozioni quali l’avidità e la paura; più saremo disciplinati nella valutazione oggettiva del “chilo” maggiori saranno le soddisfazioni, diversamente se volessimo far trading per sfida, brivido o peggio per “dominare i mercati” aumenteranno le possibilità di rimpinguare le tasche … degli altri!

Lascia pure un tuo commento al riguardo, magari come trader esperto che è passato attraverso i trabocchetti del “cotone” oppure come persona interessata alla materia ma che ha ancora qualche domanda da soddisfare prima di intraprendere questa interessante opportunità, sarà molto interessante poterlo condividere!

Enrico Vigo

6 commenti

  1. giovanni borsi

    11 anni fa  

    La cosa che occorre rimarcare più di ogni altra è: il trading va inteso come un’attività professionale, come quando si apre una partita iva o una qualsiasi attività economica
    Per molti è un divertimento (o peggio una malattia) o un modo di cercare di arrotondare le entrate, ma non c’è alcuna volontà a faticare (studiare) per farlo bene.
    Faccio corsi da oramai 13 anni e posso dire che chi vuole comprare il “segreto” del successo non ci arriverà mai, chi invece vuole acquisire un metodo e ha passione , tanto da studiare in ogni ritaglio di tempo, può assolutamente riuscire indipendentemente dal titolo di studio.

    Penso di poter parlare da esperto in quanto in veste di relatore ho partecipato a tutti gli ITF da quando sono nati, intanto devo dire che la platea è cambiata moltissimo, gli esperti forse si trovavano di più i primi anni in cui si parlava davvero solo ed esclusivamente di trading.
    Già da qualche anno la fiera, tra gli addetti ai lavori, tra chi l’ha vissuta dalla nascita, è stata soprannominata la fiera delle illusioni, perchè si sono fatte vive facce nuove, relatori che fanno didattica e ne fanno business senza essere trader operando su conti demo facendo credere che stanno investendo i propri denari……. ma anche agli stand sono proliferati i broker sul forex con leve offerte anche al 400-500 %, il modo migliore per far finire i soldi velocemente ai poveri illusi……. così come oramai non si contano più gli interventi sul risparmio gestito e quant’altro.

    L’unica cosa positiva che ho notato dal 2008 in avanti che c’è tanta gente che ha detto basta a farsi gestire dalla propria banca , tanti professionisti che hanno fame di sana didattica, proprio quando invece la didattica sta generando
    Io faccio didattica, ma principalmente a trader già esperti, che capiscono la qualità, proprio perchè mi dà fastidio pensare di essere paragonato alla gente che vedo in queste fiere (anche se ci sono anch’io), conosco chi è serio e chi no, ed ho deciso di dedicare parte del mio tempo a frequentare corsi come quello del 21 e 22 giugno, per vedere principalmente come viene approcciata la didattica di base da professionisti affermati come Pesce
    Spero solo che non sia la copia di Harv Eker che è stata una delusione pazzesca, banale , scontato e mirato solo alla vendita di altri corsi…………….. non a caso la gente come usciva, senza capire una mazza di forex , apriva il conto con XTB solo perchè erano lì fuori come sponsor !!! 100 conti aperti in un weekend….. non uno che sapeva qualcosa sul forex !!


  2. marco

    11 anni fa  

    Eppure Roberto ti posso garantire che un kg di piombo pesa davvero di più di un kg di cotone, oltretutto la spiegazione scientifica è anche abbastanza semplice.

    Un caro saluto e benedetti i giorni nei quali ho deciso di seguire i tuoi corsi.

    A presto

    M.


  3. Roberto Pesce

    11 anni fa  

    Ciao Giovanni,

    grazie per l’attenzione che dimostri con la tua presenza qui sul blog e con la volontà di venire a vedere il nostro lavoro in aula.

    E’ interessante quando dici che “il trading va inteso come un’attività professionale, come quando si apre una partita iva o una qualsiasi attività economica” (discorso che dopo prosegui raccontando delle tue esperienze storiche come relatore all’IT Forum.

    Il mio approccio è ancora un pò diverso, cerco si di essere professionale e di insegnare metodo e disciplina ma non mi rivolgo ai trader esperti nè a coloro che vogliono farne un business full time bensì a chi vuole sottrarsi dall’abbraccio mortale delle banche e cercare di far rendere al meglio il proprio risparmio o fare un pò di trading part time utilizzando metodiche che forse tu potrai pensare poco raffinate o “populiste” ma che necessariamente risentono di una necessità forte di semplificazione sia metodologica che applicativa.

    In questo senso anche per me il pubblico dell’IT Forum (e l’offerta formativa e negli stand) è stata poco interessante visto che era schiacciata tra i due estremi del trading professionale estremizzato sui time frame corti e i tanti professionisti del risparmio gestito presenti più che altro per motivi di aggiornamento professionale. Che poi attorno al trading ci siano anche tantissime illusioni o persone che cercano la “pillola miracolosa del guadagno senza sforzo” siamo anche d’accordo.

    Aspetto curioso un tuo feedback post Intelligenza Finanziaria visto che verrai a frequentarlo (sai vero che però il programma in quel caso non è sul trading?) e nel salutarti mi sento invece di spezzare una lancia per T. Harv Eker che a te ha deluso ma a me invece personalmente ha dato davvero tanto pur negli eccessi non condivisi della sua metodologia. Penso che il punto sia molto nelle aspettative che si hanno quando si frequenta un evento rispetto a quello che si trova.

    A presto, Roberto


  4. giovanni borsi

    11 anni fa  

    Eker ha il pregio di tirarti fuori le motivazioni, ma di pratico non ti insegna nulla, ed il fastidio che provo quando vedo un’attività tutta finalizzata alla vendita successiva mi ha fatto sicuramente esagerare nel giudizio negativo
    Probabilmente quelle informazioni le avevo già ampiamente ricevute in altri corsi di formazione e motivazione che ho fatto con il meglio della formazione italiana (Roberto Cerè, Matteo Maserati, Maurizio Possenti) , mi dà molto fastidio che paghiamo i “guru” americani quando in Italia ci sono persone che non hanno niente da invidiare…………………………….loro sono solo molto più bravi a creare questi eventi e a farne una cassa di risonanza pazzesca
    Non preoccuparti per le mie aspettative, sono più rivolte alla qualità didattica e di esposizione (poi ti spiego dal vivo meglio) che non ai semplici contenuti a livello finanziario che probabilmente sono concetti base che conosco benissimo…………….. a me interessa vedere come li spieghi…. non so se ci intendiamo

    Non vedo l’ora di conoscerti, visto che ero iscritto a Life business (dove ti avrei conosciuto) ma ho rimandato perchè coincideva con il Corso di Cerè


  5. Enrico Vigo

    11 anni fa  

    Ciao Marco,

    non ti nascondo la mia curiosità nel sapere la spiegazione scientifica della differenza di peso tra un chilo di piombo uno di cotone, anzi se anche tu parteciperai al prossimo corso di Intelligenza Finanziaria o ABC Trading di Milano il prossimo fine settimana, mi farà piacere conoscere questo aspetto.
    Chiaramente l’intento del mio articolo era quello di andare oltre la parte scientifica e soffermarmi in una riflessione a livello “emozionale/soggettivo”, che sono certo avrei compreso!

    Grazie per aver voluto lasciare un tuo contributo.


  6. Giuseppe Locuratolo

    11 anni fa  

    MI trovo pienamente d’accordo con quanto scritto da Enrico a maggior ragione dopo aver letto l’articolo di Roberto Pesce nella prima pagina del sito. Penso che se vuoi migliorare ed imparare a galleggiare in questo mondo devi darti delle possibilità ed “armarti” ed il trading (sotto varie forme) può essere una buona arma ma sicuramente bisogna imparare a maneggiarla 🙂


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