Trading e mercati: imparare a leggere i trend e la forza relativa

Continuiamo proseguendo dall’ultimo post pubblicato il nostro punto sulla situazione dei mercati azionari ad aprile 2011.

Nello scorso articolo (CLICCA QUA se lo hai perso) avevo illustrato quanto di interessante relativamente al mercato americano letto attraverso l’indice S&P500 su base settimanale a 2 anni e avevamo concluso il nostro discorso dando un paio di spunti molto importanti a livello di formazione e approccio al trading impostato con metodo.

Oggi chiudiamo il discorso guardando nella stessa prospettiva temporale il mercato azionario italiano (indice FTSE MIB, sempre su base settimanale a 2 anni) e cercando di fare qualche ragionamento incrociato per poi chiudere con due esempi di singole azioni agli antipodi per trend, struttura e prospettive ma accomunate dal “fregarsene” in modo relativo od assoluto dell’andamento degli indici e aventi quindi un andamento proprio.

Ma procediamo con ordine partendo proprio dal grafico dell’FTSE MIB riprodotto qui sotto.

Esaminando il grafico si notino alcuni dettagli:

  • Balza immediatamente all’occhio il disallineamento tra l’andamento del mercato italiano e quello USA (visibile nel grafico del post precedente). Mentre il mercato USAè sostanzialmente a rialzo da 2 anni a questa parte con un’unica correzione relativamente significativa nell’estate 2010, e sta oggi relazionandosi con i massimi relativi del periodo, l’Italia ha avuto un trend a rialzo parecchio verticale di soli 7 mesi (marzo – ottobre 2009) per poi avvitarsi in una fase ribassista che si è rimangiata quasi tutta la crescita fino al minimo del maggio 2010 (da lì in poi è ripartito un nuovo trend a rialzo)
  • Relativamente a quanto esposto appena sopra, è importante capire come se da un lato è vero che il mondo è sempre più globalizzato e anche i mercati azionari riflettono questo muovendosi sempre più in sincronia tra loro dietro alla leadership americana, è però sbagliato fare di tutta l’erba un fascio e considerare i mercati e le areee geografiche tutti uguali tra loro. Non è così, le economie delle varie aree si muovono a ritmi assai differenti tra loro e le politiche di sviluppo non sono uguali. Di questo, e di un’opportuna diversificazione o selezione tra aree geografiche dovrebbe tener il giusto conto chi si muove soprattutto in un’ottica di investing e/o di position trading in ETF più che di trading di breve o medio termine sulle singole azioni.
  • Tornando sul dettaglio del trend a rialzo verticale dell’FTSE MIB del 2009, vale la pena mettere a regime anche un altro concetto importante: quando i grafici si muovono quasi verticalmente (in gergo spesso li definisco “salire dritto per dritto” ^_^) al 99% quello stesso trend avrà vita breve in quanto la crescita non è sostenibile. Si noti la differenza con il trend rialzista dell’S&P500 che si muove oscillando con relativa dolcezza lungo la china ascendente della media mobile a 20 periodi (lo stesso concetto si può notare anche nei due grafici più sotto in questo articolo)
  • Ultima considerazione, nota come il grafico dell’FTSE MIB sia in generale più “sporco” rispetto al cugino americano con molte candele e ombre lunghe, strappi violenti etc. Questo è un effetto causato in buona parte dai volumi e dal numero di titoli assai modesti sul mercato italiano ed è uno dei parecchi motivi per i quali, come è noto, a livello personale non amo fare trading sul mercato italiano.

Il grafico riprodotto qua sotto (stesso arco temporale e struttura) è invece relativo al singolo titolo APPLE (Nasdaq: AAPL), ormai uno dei titoli guida non solo del mercato USA ma dell’economia e della tecnologia mondiale per come ci ha abituato (in quanto azienda) a produrre prodotti sempre nuovi, innovativi e “di culto” e (come titolo quotato in borsa) a ricompensare pressochè sempre chi ha fiducia nella compagine del buon Steve Jobs.

Anche qua si notino alcuni dettagli:

  • il trend armonico e continuo negli ultimi 2 anni
  • I vari momenti di entrata ottimali riconoscibili molto bene da chi ha frequentato i miei corsi [workshop_what what=”488″ color=”navy”]  e [workshop_what what=”490″ color=”navy”] (ne ho evidenziati un paio dei più evidenti a vantaggio di tutti i lettori, ne vedete altri?)
  • La “forza relativa” del titolo nell’estate 2010. Mentre il mercato storna e corregge in maniera abbastanza marcata (vedi grafico S&P500 del post precedente) APPLE tiene e ha solo un pò di incertezza laterale (falsa fase 3 per chi ha fatto i miei corsi). Appena il mercato riparte anche APPLE riparte e da lì in poi è sopra di circa un altro 40% in 8 mesi (ma è in guadagno del 200% dai minimi post crisi!!!).  Il concetto della “forza relativa” è abbastanza importante ed è tra i concetti avanzati di cui parlo durante la [workshop_what what=”494″ color=”navy”]
  • Anche APPLE sta facendo fatica a superare i massimi recenti come già visto per l’indice la settimana scorsa …

L’ultimo titolo mostrato qua sotto è un’azione italiana e precisamente la BANCA POPOLARE DI SPOLETO che, all’esatto contrario di APPLE, vediamo avvitata in un trend ribassista continuo negli ultimi 2 anni.

Ho evidenziato sul grafico alcuni momenti in cui sarebbe stato possibile identificare un’entrata a ribasso con un’operatività in short selling, ammesso e non concesso che la cosa fosse possibile viste le regole attuali un pò cervellottiche che regolano l’attività in short selling sul mercato italiano.

Prima di venire giustamente corretto e ripreso dai miei migliori ex-allievi 😉 preciso che i 3 spot identificati sul grafico sono solo per fornire un esempio divulgativo di situazione di short sul titolo in questione anche perchè quella a ribasso è un tipo di operatività che moltissimi non conoscono affatto o fanno fatica a comprendere.

A livello di operatività reale, pur volendo operare in short, sarei sicuramente andato in caccia di scenari più puliti e favorevoli di quelli mostrati in questo esempio che sono tuttavia abbastanza tipici e rappresentativi.

APPLE e BANCA POPOLARE DI SPOLETO sono due ottimi esempi di titoli che si stanno muovendo in maniera anche parecchio divergente rispetto agli indici dei propri mercati di riferimento. Questo per ribadire ancora una volta come il lavoro sugli indici sia assai importante per darci indicazioni di partenza ma poi la partita va giocata sulle singole azioni con i propri personali andamenti.

Per chi desiderasse iniziare a formarsi nell’affascinante mondo del trading, il prossimo appuntamento è con il corso [workshop_what what=”488″ color=”navy”] il [workshop_when what=”488″ color=”black”] a [workshop_where what=”488″ color=”black”].

A risentirci, buon trading!

Roberto Pesce

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